Estate: 10 mosse per sconfiggere il caldo a partire dall’alimentazione

Cosa e quanto bere? Quali cibi portare in tavola e quali evitare? Come comportarsi in presenza di emicrania e patologie croniche? I consigli della Società Italiana di Medicina Interna

Foto di Luana Trumino

Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Negli ultimi decenni, le ondate di calore sono diventate sempre più frequenti in Europa. Un problema che riguarda il nostro Pianeta, ma che non risparmia neanche la salute di tutti noi. Perché quando il caldo anomalo perdura per più giorni potrebbe causare ripercussioni sul benessere delle persone, in particolare quelle più fragili come anziani, bambini e in chi soffre di patologie croniche.

Come comportarsi per ridurre al minimo i rischi delle ondate di caldo? Il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) fa il punto della situazione, suggerendo dei consigli di prevenzione da adottare in questo periodo. A partire da ciò che si porta in tavola.

Idratarsi a sufficienza

È fondamentale bere con regolarità durante tutto il giorno. Via libera ad acqua, tè o tisane fredde, succhi di frutta idratanti e centrifughe fresche.

La dose ideale di liquidi da introdurre? Difficile dirlo. Non esiste una regola fissa di quanti liquidi bere (in media andrebbero consumati circa 1,5-2,5 litri di liquidi al giorno, se non ci sono patologie che lo controindichino, come insufficienza renale o cardiaca); il ‘quanto’ bere dipende dalle condizioni di salute, dal clima, dalle attività svolte, da quanto si suda. 

Per controllare se ci si sta idratando in modo corretto, è importante pesarsi sulla bilancia di casa tutti i giorni: una brusca variazione di peso da un giorno all’altro può significare che si è bevuto troppo poco o che si stanno trattenendo liquidi. 

Un’altra spia dello stato di idratazione sono le urine: se sono molto scarse e colorate (‘cariche’) si è probabilmente disidrati.

Via libera ai cibi ricchi di acqua 

Sì, anche gli alimenti – specialmente quelli freschi – contengono preziosa acqua biologica. Via libera, dunque, a frutta, verdura, latte e yogurt. Andrebbe invece moderato il consumo di alimenti ricchi di grassi e i pasti troppo ricchi, che ‘sequestrano’ il flusso sanguigno a livello dell’apparato digestivo aumentando il rischio di ipotensione e di malessere. Con il caldo, infine, no alle bevande alcoliche e a quelle zuccherate.  

Non aspettare lo stimolo della sete

Con il passare degli anni, lo stimolo della sete diminuisce, specialmente nelle persone anziane. Il forte caldo potrebbe dunque rappresentare un pericolo soprattutto per gli anziani, spesso affetti da diverse patologie croniche o in terapia con farmaci che influenzano la risposta dell’organismo alle alte temperature. 

Per evitare di disidratarsi, è opportuno bere senza aspettare lo stimolo della sete, spesso ‘difettoso’ a quest’età. Un anziano disidratato può andare incontro a un abbassamento della pressione alzandosi in piedi (ipotensione ortostatica) che lo mette a rischio di caduta e di fratture. 

Acqua importante per chi soffre di patologie renali, emicrania e diabete

Nelle persone con problemi renali, la disidratazione può provocare una riduzione del volume plasmatico con conseguente contrazione della diuresi e rischio di peggioramento dell’insufficienza renale. Se ci si accorge di avere una riduzione della quantità di urina, è bene consultare il proprio medico.

Nelle persone con diabete, invece, la disidratazione può provocare un aumento anche marcato della glicemia. L’iperglicemia a sua volta può ulteriormente favorire la disidratazione, facendo perdere liquidi attraverso le urine. È importante dunque assicurare un corretto apporto di acqua. Attenzione alle bevande ‘senza zuccheri aggiunti’, che spesso contengono sostanze zuccherine ‘occulte’; se si usano supplementi minerali da aggiungere all’acqua o sport drink, fare attenzione che non contengano zucchero. In estate, le persone con diabete in trattamento con insulina o con farmaci ipoglicemizzanti orali (quali sulfoniluree o glinidi) sono a maggior rischio di ipoglicemia; è bene concordare con il medico un adeguamento della posologia di questi medicinali (ad esempio una riduzione delle unità di insulina basale). Uno dei sintomi della crisi ipoglicemica è la sudorazione, che può essere confusa con quella legata al caldo, rendendo così difficile riconoscere l’ipoglicemia. È necessario dunque monitorare con regolarità la glicemia e tenere sempre a portata di mano una fonte di carboidrati a rapido assorbimento.

Anche chi soffre di emicrania dovrebbe stare molto attento alla disidratazione, che può scatenare un attacco.

Caldo e attività fisica: quando fermarsi

Se si svolge attività motoria, il consiglio dell’esperto è di fare frequenti pause all’ombra e reidratarsi. Se il cuore batte troppo velocemente, il respiro si fa corto e si avverte un senso di testa vuota, è invece il momento di fermarsi.

Resta inteso che è sempre raccomandato evitare di fare attività fisica all’aperto nelle ore più calde o al chiuso, in ambienti non ventilati o privi di aria condizionata. In presenza di temperature elevate, è meglio esercitarsi all’aperto nelle prime ore del mattino o dopo il tramonto, ricordandosi sempre di reintegrare le perdite di acqua ed elettroliti. Applicare sempre una crema con filtro solare e indossare un berretto con visiera. 

Come vestirsi quando fa troppo caldo

Indossare abiti leggeri, di colore chiaro, traspiranti e di fibre naturali (lino, cotone, viscosa); facilitano la dispersione del calore e contribuiscono a mantenere un’adeguata temperatura corporea. Quando si esce, non dimenticare di indossare un cappello a falda larga o con visiera e occhiali da sole con protezione dai raggi ultravioletti. Se necessario, utilizzare un repellente per insetti (attenzione non solo alle zanzare, ma anche alle zecche).

Naturalmente, il consiglio è di evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata per prevenire non solo eritemi solari ma anche ipotensione da vasodilatazione. Tutti, e in particolare le persone di carnagione chiara, devono usare creme protettive adeguate (filtro solare 30 SFP), da applicare in quantità abbondante sul tutto il corpo (comprese orecchie e parte posteriore delle ginocchia) ripetendo l’applicazione più volte al giorno. 

Il forte caldo, inoltre, può peggiorare le condizioni di chi soffre di malattie croniche. 

Secondo l’esperto della SIMI, le persone con ipertensione arteriosa in trattamento farmacologico possono andare incontro a significative variazioni dei valori pressori, in alto o in basso, a seconda del clima e della località di vacanza (montagna, mare). Prima di partire, può essere necessario concordare con il medico un adeguamento delle dosi e della tipologia dei farmaci anti-ipertensivi, in particolare dei diuretici, nelle settimane di maggior caldo.

L’estate può essere dura anche per chi è affetto da sclerosi multipla; il caldo, aumentando la temperatura del corpo, può peggiorare i sintomi. Si raccomanda dunque di stare al fresco con l’aria condizionata nelle ore più calde, idratarsi e indossare indumenti traspiranti.

Chi è affetto da malattie autoimmuni, come il lupus in particolare o l’artrite reumatoide, deve evitare l’esposizione diretta al sole che può causare riacutizzazioni della malattia. Stare in casa nelle ore più calde e all’esterno proteggersi con magliette a maniche lunghe e pantaloni o gonne lunghe; lo schermo solare (con SPF 30 o più) è un must.

Le estati calde non sono amiche di chi è affetto da una patologia respiratoria, soprattutto asma, BPCO (bronchite cronica ostruttiva) e fibrosi polmonare; restare al chiuso e proteggersi con una mascherina se l’aria diventa un pericolo per l’inquinamento, i pollini o il fumo degli incendi. Attenzione a conservare gli inalatori in luogo fresco; se al caldo, potrebbero dispensare una quantità inferiore di farmaco.