Blue Monday: mangiare carne può favorire il buonumore

Ti sentiti improvvisamente stanca e malinconica? Potrebbe essere colpa del Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Qualche buon rimedio c’è, iniziando proprio dalla tavola

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Si chiama Blue Monday e cade ogni anno il terzo lunedì di gennaio: un giorno che, secondo gli esperti che l’hanno ideato attraverso una sorta di grande equazione, viene definito come quello più triste dell’anno. Questo sentimento sembrerebbe dipendere da molte variabili: dalle spese fatte durante le vacanze natalizie al calo motivazionale derivante dal periodo di stacco dal lavoro; dalle condizioni meteorologiche ai sensi di colpa che gli eccessi natalizi portano con sé; dalla necessità di cambiare abitudini alla volontà di imporre nuovi propositi.

Alimenti che migliorano l’umore

Che si sperimentino o meno sentimenti di tristezza in questa fase dell’anno, in generale è bene sapere che alcuni alimenti possono influire sul nostro umore. Tra questi compaiono:

  • Latte e latticini
  • Cioccolato fondente
  • Frutta secca
  • Uva
  • Cereali integrali, legumi e semi oleosi
  • Banane
  • Salmone e tonno
  • Pollo
  • Uova
  • Carne

Il merito è di alcune sostanze del triptofano, una aminoacido coinvolto nella produzione della serotonina (considerato l’ormone del buonumore) contenuto negli alimenti di origine animale e nei cereali; di sali minerali come il magnesio, presente nei semi oleosi e nella frutta secca; degli omega 3, acidi grassi essenziali che regolano la neurotrasmissione dopaminergica e serotoninergica, riducendo la depressione e l’ansia; e delle vitamine del gruppo B presenti in molti di questi alimenti, importanti per il sistema nervoso.

Carne e umore

Anche la carne, quella rossa in particolare, come abbiamo visto, fa parte della top ten degli alimenti che danno la felicità, grazie proprio alla ricchezza di triptofano, amminoacido essenziale capace di stimolare la serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, ma anche di vitamine del gruppo B, vitamina D, minerali anti-stress come ferro, zinco, rame, magnesio e selenio e grassi omega 3: tutti nutrienti utili per alzare il tono dell’umore e combattere gli stati di tristezza. 

La carne, specialmente quella bovina, è considerata un “cibo del buonumore” anche in un recente studio internazionale dal titolo “Causal influence of dietary habits on the risk of major depressive disorder: A diet-wide Mendelian randomization analysis”. “Del resto – spiega Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, biologa e nutrizionista – la nostra dieta ha un ruolo nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi comportamentali a causa del ruolo essenziale dei nutrienti nel sistema neuroendocrino. I nutrienti, tra cui il triptofano, la vitamina B6, la vitamina B12, l’acido folico (folato), fenilalanina, tirosina, istidina, colina e acido glutammico sono necessari per la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e la noradrenalina, che sono coinvolti nella regolazione dell’umore, dell’appetito e dell’attività cognitiva. Aminoacidi, vitamine e sostanze protettive come la colina (protettiva della memoria e dell’attenzione) dei quali la carne ne è particolarmente ricca, come del resto altri alimenti di origine animale”.

E una conferma degli effetti della carne sul buonumore ci viene anche da un altro studio, in cui ricercatori statunitensi hanno esaminato la relazione tra consumo di carne e salute psicologica su un campione di oltre 160 mila partecipanti, provenienti da Europa, Asia, Nord America e Oceania, di età compresa tra gli 11 e 96 anni, con l’obiettivo di dimostrare l’effetto del consumo di carne sul benessere psicologico.

I risultati dello studio hanno evidenziato che eliminare totalmente la carne dalla propria dieta può determinare un rischio significativamente maggiore di depressione, ansia e comportamenti autolesionistici per la mancanza di nutrienti essenziali e sostanze bioattive che la carne fornisce in maniera più efficiente rispetto ad altri alimenti.

Cosa rischi se elimini la carne dalla dieta

Evidenze scientifiche hanno dimostrato che, da un’analisi dei rischi e benefici derivanti dalla totale eliminazione della carne dalla dieta, è più concreto il rischio di carenza di nutrienti fondamentali, come vitamine B12 e D, acidi grassi omega 3, calcio, ferro e zinco con ripercussioni negative sulla salute fisica, sia negli adulti che nei bambini. E neppure l’integrazione regolare con ferro, zinco e B12 riesce a porre un reale riparo da eventuali complicanze.

“Lo scarso apporto di zinco, ferro, magnesio e vitamina B12 – prosegue Elisabetta Bernardi – è un potenziale rischio per lo stato di salute mentale. L’aumento del rischio di depressione con le diete vegetariane e vegane è biologicamente plausibile perché vegetariani e vegani sono a maggior rischio di un’assunzione non ottimale di nutrienti essenziali come la vitamina B12, il ferro e gli acidi grassi omega 3, che sono necessari per il funzionamento ottimale del sistema neuroendocrino. In generale, si è visto che la dieta mediterranea è la strategia migliore per la salute non solo del corpo, ma anche della mente”.

Semaforo verde, dunque, al consumo di carne, come protezione naturale da malessere e tristezza che possono fare da protagoniste nelle giornate più buie, come il Blue Monday ci ricorda.