Squirting, cos’è (e cosa non è) l’eiaculazione femminile

Quanto conosciamo il piacere femminile? Cosa intendiamo per squirting? Come trovare soddisfazione attraverso il piacere e la conoscenza di se stesse

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è

Vediamo insieme alcune fasi fondamentali che vedono lo squirting protagonista e permettono di comprendere meglio il percorso di questo sacro fluido delle donne.

Le radici lontane

Da Pitagora, Aristotele, Galeno, ma anche molte risorse nella letteratura indiana, tantissimi antichi testi da ogni parte del mondo descrivono questo “soave succo dell’amore” o puntano ad azzerare qualsiasi differenza tra seme maschile e seme femminile. Quindi, si parlava di squirting e si scriveva di squirting in tempi molto antichi. Se pensiamo che la donna romana – anche rispetto a quella ateniese – godeva di molta indipendenza; se pensiamo a contesti civili dove la donna porta piacere, studia, possiede arti magiche. Giunge poi il 1600, la Controriforma, lo squirting scompare di fronte a una Chiesa che perde potere. Clitoride e piacere femminile vanno in secondo piano e questi argomenti cedono di fronte a una donna che viene soprattutto considerata per la sua funzione riproduttiva, punto. Ricompare nel porno negli anni ‘80 grazie anche al lavoro di una produttrice cinematrografica attenta al tema.

Deborah Sundahl e il porno indispensabile

La svolta l’ha data il mondo del porno quando nel 1992 Deborah Sundahl, una donna produttrice di film pornografici, ha lanciato sul mercato la pellicola intitolata: “Come eiaculano le donne: trova il tuo punto G.” Tutto il film era incentrato sullo studio dell’eiaculazione femminile, gli effetti, la ricerca, il piacere profondo. Il prodotto ebbe successo sul mercato cinematografico e alcuni anatomisti furono spinti a disporre un’indagine specifica che nel 2001 portò la Federative committee on anatomical terminology (l’organismo internazionale cui dobbiamo la definizione di aree anatomiche) a dichiarare l’esistenza della prostata femminile e della capacità delle donne di eiaculare. Il liquido iniziava ad essere analizzato e a quel punto nessuno avrebbe potuto scambiare per urina un composto di glucosio, fruttosio, creatina, urea, serotonina e addirittura PSA (l’antigene usato per valutare negli uomini la salute della loro prostata). In sintesi, composizione molto ma molto simile agli spermatozoi, ovviamente senza flagello, ma di liquido seminale si tratta. Ovviamente il mondo del porno dava anche un’immagine esagerata del flusso di piacere. L’esagerazione ha portato l’argomento a volte alla ridicolizzazione ma il lavoro che una donna italiana porta avanti da tempo sta finalmente dando allo squirting la giustizia che merita.

Il ruolo chiave di Maura Gigliotti

Menzioniamo una donna che da anni e anni si impegna in nome dell’approfondimento di questo fenomeno fondamentale che permette alla donna (e anche all’uomo) di crescere nel senso del piacere, della conoscenza profonda e vera, autentica. Conosco personalmente Maura Gigliotti e posso assicurare che la sua ricerca ha basi scientifiche, approfondite, di ricerca e studio con professionisti che hanno dato ascolto a una donna che ha iniziato da sola e ha proseguito con forza e determinazione in nome di uno scopo nobile. Scambiata per incontinenza, confusa con urina, lo squirting ha invece a che fare con il piacere sessuale femminile. Maura spiega subito: “Deve interessare soprattutto le donne in quanto si tratta di una caratteristica che ci appartiene.” Con la sua sintesi e la sua chiarezza data anche da anni e anni di approfondimento la Gigliotti descrive subito caratteristiche fondamentali del fenomeno che ci riguarda:

  • Possiamo simulare un orgasmo ma non possiamo simulare lo “zampillare”;
  • Lo squirting si associa al segnale preciso del bisogno di urinare quando si prova piacere intenso. In quel momento la donna spesso teme di urinare e quindi entra in ritrazione e il corpo non lascia andare;
  • Si squirta con la testa. Mettere cervello e vagina a contatto ci permette di lasciarci andare e di contrarsi e ritrarsi;
  • Le ghiandole vicine alla vescica raddoppiano di volume e premono sulla vescica. Da qui la sensazione di urinare che va riconosciuta e non ha nulla a che vedere con la minzione ma con il piacere intenso;
  • Lo squirting non accade in coincidenza con l’orgasmo, le due cose sono separate, a volte avviene dopo o prima.

L’accesso a questa forma di piacere va studiato e approfondito e ancora oggi Maura si mette a disposizione delle donne che creando condizioni per raccogliere con i campioni di liquido in collaborazione con il team del Professor Jannini di Firenze, con tanto di ecografia pelvica e accompagnamento, narrazione, esplorazione. Impegnata sul versante della divulgazione, Maura ha pubblicato un testo che si chiama “Lo schizzo”, edito da La Mongolfiera, che ha dato vita a uno spettacolo teatrale.

Avvicinarsi allo squirting: le domande giuste da farsi

Anche se fosse la prima volta che leggete o sentite parlare di questo argomento, potete avvicinarvi in modo graduale e amorevole a partire da alcune semplici domande.

Quanto sono soddisfatta della mia vita sessuale?

Fate una serena e sincera analisi di quanto vi lasciate andare, quanto siete in grado di domandare e spiegare quel che volete e come e quanto spesso sentite che le cose sotto le lenzuola vanno come devono andare per inerzia.

Cosa mi piace?

Alcune donne si eccitano con il tatto, con le parole, con il suono, con il tocco, con il soffio. Ci sono vie infinite per amare ed essere amate e in una vita vanno provate.

Il mio piacere dipende da qualcuno?

Il piacere passa prima di tutto per l’amore che proviamo per noi stessi/e e questo non coincide con un fatto meccanico. Dobbiamo sempre tenere presente che molto di quel che significa lasciarsi andare e vivere e fluire parte dalla testa e soprattutto dalla voglia di staccarla, la testa.