Coccole e consigli per imparare a volersi bene

Vediamo insieme alcuni consigli pratici per imparare a coccolarsi e volersi bene davvero

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cosa significa volersi bene

Se andiamo a guardare il significato profondo di quel che riguarda il volersi bene possiamo farlo andando a individuare le caratteristiche fondamentali che evidenziano questa condizione. Come si riconosce qualcuno/a vuole bene a se stesso/a e come possiamo trarre ispirazione iniziando a farlo anche noi? In alternativa possiamo usare anche queste caratteristiche come metro di misura del valore che ci stiamo dando al momento attuale.

Consigli pratici

Volere il proprio bene

Volersi bene significa a tutti gli effetti volere il proprio bene, spingere la propria vita in una direzione che sia benefica, unire delle azioni che producano effetti positivi e produttivi. Pensare e visualizzarsi come attori e attrici del proprio destino permette di prendere in mano l’esistenza e diventare responsabili di ogni azione. Cercare di fare il proprio bene si traduce anche in meno lamentele, meno tirarsi verso il basso, meno deresponsabilizzazione, meno colpe inutili ad altri. Si diventa in altre parole sereni/e in quanto in ogni momento si prova a fare il proprio bene.

Osservarsi senza giudizio

Per capire cosa si vorrebbe raggiungere nella vita occorre prima di tutto guardarsi, osservare cosa si vuole ottenere e in quali tempi, senza ansia. Questo avvicina le persone che ci fanno bene e allontana quelle che non aiutano a progredire. Se ci sentiamo principalmente pigri/e, teniamone conto, ma non lasciamo che la pigrizia ci abbatta. Se invece sappiamo di essere iperattivi, dovremmo trovare dei momenti per riposare, spingerci a farlo anche se non riusciamo a fermarci. Osservare i propri pensieri rappresenta non solo la chiave per conoscersi ma anche per cambiare quelli che non ci aiutano a crescere.

Accettarsi

Una volta comprese le proprie caratteristiche (si tratta comunque di un percorso progressivo e sempre in movimento), potremmo trovarne alcune che non ci piacciono e dovremmo essere in grado di accettarle senza giudicarle troppo. Se ad esempio ci accorgiamo che cediamo all’ira facilmente, se notiamo che la timidezza ci costringe, accettiamolo e cerchiamo di capire in modo sereno come e cosa vorremmo cambiare, sempre rispettando la nostra natura.

Limitare il valore che diamo al giudizio altrui

Quel che gli altri pensano non dovrebbe condizionarci troppo, ovvero non dovrebbe crearci delle condizioni ostacolanti. A volte mettere in pratica un atteggiamento che parta solo e unicamente dal proprio centro diventa complesso in quanto le opinioni delle persone cui vogliamo bene contano e tanto. Pensate alla situazione in cui vi innamorate di qualcuno/a che non viene immediatamente compreso o gradito dalla famiglia o dagli amici; sicuramente, per quanto vi piaccia questa persona, le opinioni dei membri della famiglia o degli amici cari contano. Dobbiamo anche ricordare che le opinioni altrui sono mosse da movimenti interni propri, a volte inconsci. I cambiamenti generano a volte una sorpresa cui le persone reagiscono nei loro modi. Pensate anche a quando scegliete un nuovo taglio di capelli; magari non piaceranno a tutti e ci saranno opinioni differenti, ma il taglio deve piacere a voi per primi/e.

Non comprimersi

Ci sono persone introverse ed estroverse e anche in queste due grandi macrocategorie ci sono ulteriori suddivisioni. Alcuni di noi sono emotivi, altri razionali, altri pratici, alcuni molto idealisti. In ogni caso mettere i piedi a terra significa riconoscersi per chi siamo veramente e rispettarsi in ogni aspetto. Se non avete voglia di parlare, non fatelo; se non avete voglia di essere sempre super social, statevene tra voi e voi. A volte occorre un pochino di forza per uscire dalla propria zona di confort, ma fate attenzione a non forzarvi troppo in un senso o nell’altro.

Le ferite e le coccole

Per potersi voler bene e coccolarsi bisogna anche guardare le proprie ferite, quelle emotive. A volte ci autoboicottiamo il benessere psicologico, le riuscite e i successi per via di ferite come quelle dell’abbandono o per via di avvenimenti interni alla famiglia. Per valorizzarsi occorre conoscere i propri punti deboli e imparare a fortificarli piano piano. Per avere cura di se stessi/e si deve procedere con cautela quando si ricordano certe ferite o quando ci vengono toccate.

La coccola sta anche nell’ascoltarsi nei momenti difficili e nel prendersi in braccio da soli/e, dimostrare che vulnerabile va anche bene, fragile va anche bene. Volersi bene corrisponde a una forma di mantenimento, mantenersi, tenersi per mano, senza giudicarsi o sentirsi di meno. Da quel che un tempo ci ha dato tanto dolore spesso nasce qualcosa di differente che ha un nome preciso: amore.

Iniziate passo passo, dalle piccole cose, cominciate a cucinare per voi stessi/e qualcosa che vi piace, fatelo con calma, coi vostri ritmi e tempi, con i colori che vi piacciono. Questo tipo di azioni avvicina al nutrimento, alla coccola come qualcosa di gustoso in tutti i sensi. Fate un bel bagno o una doccia rigenerante. Massaggiate il corpo. Ditevi parole piene di calore. Guardatevi allo specchio, guardate profondamente gli occhi e sorridete. La coccola del sorriso, riceverlo e darlo, cura molto e in breve tempo.