Come lasciarsi andare durante un rapporto sessuale

Lasciarsi andare, non pensare ad altro se non a sentire sé stessi e l’altro. A volte sembra immediato, ma può essere più complesso di quanto sembri

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Cristina Critelli

Ginecologo, Sessuologo e Psicoterapeuta

Dal 2000 si occupa di disfunzioni sessuali, in particolare di dolore sessuale e vaginismo, con un approccio integrato, utilizzando anche EMDR.

Lasciarsi andare nel rapporto sessuale è la chiave di volta per godersi il sesso e trarne quel benessere e quello stimolo che ci fa cercare altro sesso. Non è sempre così semplice e scontato abbandonarsi senza pensieri; è un atto di fiducia verso l’altro e verso sé stessi.

Pensieri, preoccupazioni, situazioni intorno a noi, partner nuovo o solito partner: tanti possono essere i pensieri, i ricordi, i pregiudizi che ci impediscono l’abbandono. Una serie di “distraenti” che si possono insinuare nella nostra mente e portarci lontano, molto lontano dal piacere. Ma come si fa a non farsi distrarre, ad abbandonarsi, quali sono gli ingredienti da mettere e quali quelli da tenere fuori dalla stanza dei giochi? Eccitare la mente e rilassare corpo e cervello, questa è la strada che porta al piacere.

Dove siamo mentre facciamo l’amore?

Quando facciamo l’amore non sempre siamo soli con l’altro: ci si porta dietro la propria storia, le esperienze passate, ma anche pensieri negativi su se stessi, le cognizioni svalutanti come “non sono capace, non sono bello/a“, “non mi cercherà più”, “chissà che si aspetta”, “non sono all’altezza”.

Spesso tutto questo non appartiene al qui ed ora del rapporto che si sta vivendo, ma entra a gamba tesa tra i partners, impedendo loro di vivere l’esperienza sessuale con spontaneità e leggerezza. Ci si spoglia dei vestiti e ci si ricopre di paure e preoccupazioni. Nella sessualità ci si mette a nudo, questo può essere percepito come pericoloso soprattutto se non ci si fida o non ci si fida ancora del proprio partner. La sessualità scopre le fragilità e le nudità, non solo corporee.

Abbiamo un corpo, usiamolo tutto

Nonostante i genitali siano “per antonomasia” sinonimo di sesso, in realtà il nostro corpo è tutto una grande zona erogena. I capelli, il collo, le orecchie, il seno, i capezzoli sia per gli uomini che per le donne, le mani, i piedi. Ciascuno può imparare dal proprio corpo, scoprire i segnali di piacere o di disagio e metterli in campo mentre fa l’amore.

La pelle, il contatto con l’altro, toccarsi, sfiorarsi, accarezzarsi permette a ciascuno dei partners di conoscersi per poi rilassarsi, sciogliere le tensioni, avvicinarsi all’altro e lasciarsi avvicinare. È come se ognuno dei partner dovesse annusarsi per conoscersi. Insomma, usare tutti i 5 sensi per entrare in contatto con il corpo e con le emozioni dell’altro. Lo sguardo ci aiuta a capire; per alcune persone all’inizio può essere imbarazzante ma poi si può scoprire come è eccitante vedere l’eccitazione negli occhi dell’altro.

A proposito di corpo

Ma attenzione, il corpo può essere un grande alleato ma essere al centro dei pensieri distraenti. Quante volte capita di pensare a come l’altro vede il nostro corpo mentre facciamo l’amore? Quante volte ci siamo osservati fare l’amore? Criticarsi, giudicarsi, essere uno spietato osservatore del proprio corpo; pensieri come “sono brutta/o”, “gli piacerò”, “si accorgerà di…”, “si vedrà che…?”. Queste domande che possono impossessarsi della nostra mente mentre facciamo sesso ci allontanano dalle sensazioni corporee e ci portano all’auto-osservazione e alla mancanza di spontaneità nel tentativo di nascondere/coprire un difetto, un’imperfezione. Il corpo è imperfetto, a volte disarmonico, altre ancora segnato dal tempo ma non per questo meno piacevole da vivere e da mostrare. Sembra invece che tutte le insicurezze vengano a galla insieme per distrarci, per impedirci di stare rilassati e godere reciprocamente della presenza dell’altro.

E intanto l’altro dov’è?

Forse altrove. Forse preso dalle stesse paure, dalle stesse preoccupazioni. Il sesso è un attimo di egoismo, per stare bene è necessario anche saper essere egoisti quel tanto che basta per permettersi di stare su sé stessi anziché solo sull’altro. Pensieri come “si starà annoiando”, “forse non gli piace”, “ci sto mettendo troppo o troppo poco”, ancora una volta distraggono dal sentire e ci portano sul fare, sull’attivarsi, sulla performance, sull’operatività. In tutto questo fare e disfare di pensieri, osservare e criticare, non ci sintonizziamo sulle sensazioni corporee.

Cura e sicurezza

Prendiamoci cura di noi, creiamo un ambiente confortevole, accogliente. Curiamo il nostro corpo come segno di rispetto verso noi stessi e verso l’altro, anche questo è un modo come un altro per essere accoglienti, per prepararsi a condividere. Pensando a cosa può aiutare ad abbandonarsi al rapporto sessuale mi vengono in mente parole, parole che hanno un filo conduttore, la centralità dell’essere umano, il rispetto, la condivisone:

  • Curiosità : lasciarsi incuriosire da sé stessi e dall’altro, andare oltre quello che si vede e fidarsi di quello che si sente. Sperimentare, giocare.
  • Leggerezza: il sesso è un gioco, un gioco serio ma non pesante. La leggerezza appartiene alla mente non al corpo, alleggeriamoci di paure preoccupazioni vergogne. Immaginiamo di lasciare fuori la porta della stanza del sesso, uno zaino con dentro tutti i tabù, le aspettative, i modelli a cui pretendiamo di assomigliare.
  • Spontaneità: saper essere sé stessi, non fare per dimostrare.
  • Scoperta: il piacere di scoprire il piacere.

In tutto questo sembra che la parte pensante sia necessariamente da tenere fuori. Ma non possiamo tenere fuori il nostro adulto, neanche mentre giochiamo: ci serve a fare sesso in sicurezza, per esempio a pianificare una contraccezione che ci permette di stare rilassati mentre si fa l’amore anche se in quel momento non c’è un desiderio di gravidanza; ci serve a proteggerci per esempio dalle malattie a trasmissione sessuale; ci serve a dire no a pratiche che non ci sentiamo di tollerare o che ci sembrano inopportune o umilianti; è importante per rispettarsi e prendersi cura di sé stessi, usare la propria assertività per scegliere e condividere e non per accontentare o mostrarsi ciò che non si è: la parte adulta partecipa al gioco del sesso. Tirare fuori le caratteristiche che appartengono al nostro essere bambini, il gioco, la spontaneità, la curiosità, condividere paure e timori e soprattutto darsi il permesso di godere del proprio corpo e di quello dell’altro.