Terza serata di Sanremo 2025 all’insegna delle figure femminili. Carlo Conti si è infatti circondato di ben tre co-conduttrici: Elettra Lamborghini, Miriam Leone e Katia Follesa. Donne dall’indole differente, che hanno tentato di portare sul palco dell’Ariston un proprio quid unico.
Tanta ironia ad accompagnare i 14 Big in gara, ai quali si sono aggiunti poi i giovani talenti, Settembre e Alex Wyse, in corsa per il trionfo nella categoria Nuove Proposte. Ecco le nostre pagelle.
La paura per le scale. Voto: 5
Tre co-conduttrici ben differenti tra loro, come detto, accomunate però dal timore per le scale dell’Ariston. L’infortunio avvenuto a Francesca Michielin aleggia come un monito e nessuna vuole che sui giornali si parli unicamente di un rovinoso capitombolo.
Mentre sono in cima, guardano il pubblico e immaginano le foto virali e i video rilanciati da centinaia di pagine social. Qualcosa di irremovibile dalla loro storia lavorativa. E allora? Sorriso teso, battutina e mano tesa verso il direttore artistico fin da subito.
Possibile che nessuno avesse previsto la pericolosità della combinazione tra abiti attillati, tacchi alti e gradini? Perché non far attendere Conti in cima ogni volta, costringendolo invece a degli scatti costanti, visivamente noiosi dopo pochissimo.
Momento figli e la famiglia di Katia Follesa. Voto: 3
La famiglia è importante, anzi è tutto ciò che conta. Carlo Conti ha dato la sensazione di tenere molto ai figli degli altri. Sottolineare l’ampliamento delle famiglie dei personaggi coinvolti nel suo Sanremo 2025 è fondamentale.
Ecco allora ricordare la nascita di Orlando, primo figlio di Miriam Leone, venuto al mondo a dicembre 2023. Al tempo stesso, poi, si sottolinea come negli ultimi anni il traguardo più importante tagliato da Ermal Meta sia stato diventare padre.
In questo clima festante per i bambini venuti al mondo, che neanche ai campionati nazionali di ostetricia, Katia Follesa si è ritrovata a subire svariati riferimenti alla sua famiglia. Dal “a casa tutto bene?” al “Dov’è tuo marito?”. Battute concordate che la comica subisce, senza rispondere. Una sorta di scotto da pagare per un’unione interrotta.
Body positivity e il bob che non è stato. Voto: 7
Lanciare messaggi per il sociale è cosa nota in televisione. Farlo però mettendosi in gioco, sfruttando anche il proprio corpo e, dunque, la propria immagine pubblica, non è però mai scontato.
Katia Follesa lo ha fatto con una gag poco originale, certo, ma che denota un certo coraggio. Braccia sollevate e pelle in eccesso fatta “ballare” dinanzi a telecamere e fotografi. Perché gridare all’amore per il proprio corpo, comunque esso sia, schermati dai filtri, è troppo facile.
Che peccato aver però perso la chance di restare nella storia del Festival, come Benigni a caccia di genitali e Morgan che cerca Bugo. Quella discesa in bob paventata e non concretizzata grida ancora vendetta.
La tenerezza e l’imbarazzo. Voto: 3
La tenerezza e l’imbarazzo non è il nuovo titolo di una fiction Mediaset, come quelle dei tempi andati con Gabriel Garko e Manuela Arcuri. Sono emozioni provate a causa del momento dedicato al piccolo Samuele Parodi.
Una banca dati sanremese di soli 11 anni, che Marino Bartoletti scansati, che sembra incastrato a forza nel programma di un Carlo Conti che vorrebbe chiudere in fretta. Sorrisi forzati e qualche battutina ben piazzata, con tanto di espressione sbigottita nel momento in cui l’ospite ci prende gusto e reclama spazio: “Ho trovato il conduttore del prossimo anno”. Una battuta innocente? Certo, peccato però la ripeta più volte, denotando qualcos’altro.
Non c’è più il FantaSanremo di una volta. Voto: 6
Senza infamia e senza lode l’insieme dei momenti da FantaSanremo di questa terza serata di Sanremo 2025. Carlo Conti si è ritrovato ad abbracciare più persone che al suo matrimonio, senza neanche riempirsi la giacca di buste colme di soldi. Certo, ci ha pensato mamma Rai a questo.
Pioggia di punti fantasanremesi, con Joan Thiele, ad esempio, che lo stringe a sé per svariati secondi. Tanti baci a corredo, con Kekko dei Modà che fa sorridere qualcuno con i suoi bonus inaspettati. Spinge infatti l’intera band ad abbracciare il direttore artistico. Conti accetta, un po’ smorto, e si limita a ribadire: “Questi so’ punti”.
Il Teatro Patologico. Voto: 10
Lo spazio dedicato al Teatro Patologico è giusto e meritato. Un momento che fa bene al cuore e mostra come i disabili fisici e psichici non siano bambole fragili da tenere in disparte, in un angolo del mondo, per timore di danneggiarli.
In gruppo, eccellenti, cantano La musica è vita, con una performance invidiabile. Applausi per Dario D’Ambrosi e anche per Conti che, pur incitando a una certa celerità anche in questo caso, accetta di concedere i minuti necessari.
Il ruolo delle co-conduttrici. Voto: 3
Non basta chiamare sul palco tre donne. Occorre fare parlare, farle agire e non soltanto reagire. Un cambio d’abito dopo l’altro, Katia Follesa, Miriam Leone ed Elettra Lamborghini risultano splendidi accessori alla conduzione di Conti.
La comica è l’unica ad avere un po’ più di spazio, lievemente sprecato in un assalto a Simon Le Bon e una frecciatina poco intelligente e d’inventiva a Chiara Ferragni e Amadeus. Per il resto la scaletta prevede un solo vero momento in cui, presenti in gruppo, hanno tempo per far qualcosa. Cosa? Spiegare le caratteristiche del loro uomo ideale.
Duran Duran: quasi 50 anni e non sentirli. Voto: 8
Splendidi i Duran Duran, con uno show per tutte le età. Dal 1978 a oggi e non sentire (quasi) il peso di una grandiosa carriera. Carlo Conti in versione fan è divertente e, per una volta, vagamente spontaneo.
Simon Le Bon sa dare spazio anche a Victoria dei Maneskin, in seguito liquidata a differenza del frontman Damiano David, senza oscurarla o mostrarsi infastidito. A disturbare è invece la scenetta con Katia, in abito da sposa e cartello da fan impazzita.
Che voce Iva Zanicchi. Voto: 8
Piaccia o non piaccia, Iva Zanicchi ha una carriera tanto lunga e di successo da potersi permettere d’essere sul palco senza orpelli. Subito a rischio gaffe con un “bestia” e qualcosa d’accennato che non ripetiamo. Il tutto perché Conti le ricorda come la sua prima volta lì sia avvenuta 60 anni fa.
Premio alla carriera meritato, con la potente ugola che si toglie qualche sassolino, oltre a toccare note incredibili a 85 anni: “Meglio viva che da morta. Grazie Carlo per averci pensato”.
Qualcuno svegli i Big in gara. Voto: 6
Sufficienza e nient’altro. In un Festival che mira a non lasciarsi andare a eccessi di vario genere, la sobrietà dei cantanti in gara rappresenta un peso. I veri protagonisti stasera sono stati i fan tra il pubblico che, dopo la “preta” di Rose Villain, si sentono in diritto di dire qualsiasi cosa. Tutti hanno ricevuto supporto, più o meno rumoroso, ricevendo in cambio esibizioni tutt’altro che memorabili.
Settembre vince tutto. Voto: 7
Settembre non lascia neanche le briciole ad Alex Wyse. Premiato dapprima dalla Sala Stampa, con premio Mia Martini e Lucio Dalla, trionfa poi nella categoria Nuove Proposte. È ufficialmente un Big della musica italiana e non trattiene le lacrime.
Non è un vincente in questo mondo lavorativo complesso. Non lo è anche a causa di chi non ha creduto in lui, spingendolo a fare lo stesso. Questo premio è la sua rivincita e al pubblico promette: “Ci vedremo presto”.