Che differenza c’è tra canfora e naftalina e come usarle

Due degli ingredienti fondamentali nella lotta contro le tarme sono la canfora e la naftalina: ecco quali sono le differenze e come usarle nel modo migliore

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Vi sarà sicuramente capitato, nel fare il cambio stagione, di trovare qualche abito ormai rovinato: piccoli forellini sul tessuto possono indicare la presenza di tarme, che si cibano proprio di fibre naturali, danneggiando i vostri capi in maniera irrimediabile. Per fortuna ci sono diverse soluzioni per combattere le infestazioni di questo sgradito insetto, mettendo al sicuro gli armadi e il loro contenuto. Due tra gli ingredienti più comuni sono la canfora e la naftalina: sebbene abbiano la stessa funzione, sono molto diverse tra loro. Ecco le caratteristiche principali di ciascuna e i consigli su come usarle.

Canfora e naftalina: a cosa servono

Nella lotta contro le tarme e gli altri insetti che possono invadere gli armadi, danneggiando i vostri vestiti, ci sono molti ingredienti che hanno un’ottima efficacia repellente. Molto note in questo ambito sono la canfora e la naftalina, due tra le soluzioni più comuni per dire addio a buchi sulla lana e capi in seta rovinati. Si tratta di insetticidi che tutti abbiamo in casa, utili non solo per combattere le tarme, ma anche per profumare armadi e cassetti, così da poter indossare abiti che hanno un buon odore anche mesi dopo il lavaggio – cosa che accade con il cambio stagione.

Sebbene abbiano la stessa funzione, canfora e naftalina sono però molto diverse tra loro. La prima è un ingrediente naturale e generalmente innocuo per l’uomo, ampiamente usata anche come profumatore, come ingrediente in cucina – soprattutto in India – e per scopi medicinali. Al contrario, la naftalina è un prodotto chimico che possiede numerosi effetti negativi per la salute umana. Motivo per cui viene sempre meno impiegata, e addirittura non la si trova più in vendita nei supermercati (ma solamente in negozi specializzati per il giardinaggio e online). Vediamo nel dettaglio quali sono le differenze tra questi due ingredienti.

Le caratteristiche della canfora

Partiamo dalla canfora. Come abbiamo visto, è un prodotto di derivazione naturale: la si estrae principalmente dal legno di grandi alberi come la Cinnamomum camphora e la Dryobalanops aromatica, sebbene sia presente in molte altre specie vegetali come l’alloro, il basilico, il coriandolo, la maggiorana, il rosmarino e la salvia. A livello industriale, si può produrre sinteticamente anche dall’olio di trementina. All’aspetto è una sostanza cerosa dal colore bianco o trasparente, con un forte odore che aiuta a tenere lontani gli insetti.

In passato, la canfora è stata usata ampiamente per scopi medicali, sfruttando i suoi effetti sedativi e lievemente analgesici per lenire la tosse, ma anche la sua azione antispasmodica ed eccitante dei centri nervosi. Abbiamo detto che è generalmente innocua per l’uomo, tuttavia occorre fare attenzione: se ingerita in elevate quantità può essere tossica. Ad essere maggiormente a rischio sono i bambini e gli anziani, e la sua assunzione per lunghi periodi di tempo piò comportare sintomi quali convulsioni, irritabilità, allucinazioni, nausea e vomito, vertigini, problemi al fegato e ai reni.

Naturalmente, se usata come antitarme – quello che è oggi uno dei suoi impieghi più diffusi – non presenta alcuna controindicazione. Basta stare attenti ai più piccini, affinché non vengano attratti da queste palline bianche dal forte odore e non le mangino. Proprio per prevenire qualsiasi rischio, i prodotti attualmente in commercio contengono quantità inferiori di canfora (solitamente con concentrazione minore dell’11%), tali da non mettere in pericolo la salute dell’uomo nel caso di ingestione accidentale. Scopriamo come si usa la canfora per eliminare le tarme.

Come si usa

Il potere repellente della canfora è ben noto: per questo si tratta di una delle soluzioni più comuni per combattere le tarme e proteggere così i vestiti. Questi piccoli insetti si nutrono principalmente di tessuti naturali come lana, seta e cotone, ma anche di tutto ciò che contiene cheratina. Ecco perché sono così pericolosi per l’armadio: in caso di infestazione, non è raro trovare capi completamente rovinati, con buchi vistosi dovuti proprio all’azione delle tarme. Per debellarle, in commercio si possono trovare diversi preparati a base di canfora.

Questo prodotto viene venduto sotto forma di palline, stick o bustine, utili da posizionare all’interno di armadi e cassetti per proteggere gli indumenti dalle tarme. Potete anche acquistare l’olio essenziale di canfora, per preparare da soli il vostro insetticida: vi basterà usarne qualche goccia su un fazzoletto di stoffa o su un pezzetto di legno (ne potete trovare di tutte le forme, sono praticissimi e molto carini), riponendo poi l’antitarme nei luoghi in cui custodite i vostri vestiti.

Le caratteristiche della naftalina

La naftalina, al contrario della canfora, è un prodotto di derivazione chimica. Il suo ingrediente principale è il naftalene, un idrocarburo generalmente ricavato per distillazione dal catrame, dal carbone o dal petrolio. Si presenta sotto forma di solido cristallino dal colore bianco e dall’odore molto intenso, che ha poteri repellenti contro gli insetti. Oltre ad essere utilizzata nell’industria chimica, un tempo trovava largo impiego come combustibile. Inoltre il naftalene è presente in diversi prodotti come pesticidi e lubrificanti, ma anche adesivi, solventi e additivi per vernici.

Le palline di naftalina, piccole, bianche e dal forte odore, venivano usate come antitarme: in passato si trovavano praticamente in quasi tutti gli armadi, per proteggere i vestiti di lana da questi insetti. Oggigiorno, tuttavia, il loro utilizzo è fortemente sconsigliato. Il naftalene è infatti una sostanza molto pericolosa per l’uomo. Se ingerito, può provocare lesioni renali, sino ad arrivare al coma e alla morte. Ma anche la semplice inalazione può dare effetti collaterali: se l’esposizione è prolungata, si possono verificare nausea, vomito, diarrea, presenza di sangue nelle urine e pallore, a causa della distruzione dei globuli rossi. Infine, è un sospetto cancerogeno di categoria 3, anche se gli studi non sono ancora sufficienti.

Come si usa

Visti i potenziali effetti collaterali della naftalina, ormai non viene più usata come antitarme. Dal 2008 ne è vietata la vendita nei supermercati (in Italia e in tutta Europa), sebbene la si possa acquistare nei negozi di giardinaggio e online. Disponibile sotto forma di palline – pericolose perché vengono scambiate dai bambini per caramelle, e quindi ingerite -, venivano semplicemente posizionate negli armadi e nei cassetti per allontanare gli insetti. Molto meglio sostituire la naftalina con altri ingredienti naturali: dalla canfora alla lavanda, passando per la cannella, i chiodi di garofano e l’olio essenziale di cedro, ci sono moltissime altre soluzioni decisamente meno pericolose (o del tutto innocue) per dire addio alle tarme.