Ozonoterapia: cos’è, quando farla e a cosa serve

Si tratta di un rimedio usato in medicina per scopi terapeutici. Ecco quali sono le sue proprietà e quali disturbi può contribuire a trattare.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

L’ozonoterapia è un rimedio terapeutico basato sull’uso di una particolare combinazione di ossigeno e ozono in grado di aumentare l’ossigenazione dei tessuti. Si definisce più correttamente ossigeno-ozonoterapia e si fonda sull’idea che sia possibile aumentare la quantità dell’ossigeno disponibile per le cellule attraverso l’uso di questa terapia.

I benefici del trattamento con l’ozono sono numerosi e vanno dall’effetto antinfiammatorio, a quello antiossidante o analgesico. Per questo la pratica dell’ozonoterapia è ampiamente diffusa e testata per il trattamento di un ampio ventaglio di patologie. Scopriamo di più sull’ozono, sui suoi effetti benefici sull’organismo e sulle tecniche di ozonoterapia più diffuse.

Cos’è l’ozono: impariamo a conoscere questa sostanza

L’ozono è un gas, la cui molecola è costituita da 3 atomi di ossigeno, da cui deriva la formula chimica O3. Gran parte di questo gas si trova all’interno della fascia di atmosfera detta “stratosfera”, dove svolge un fondamentale ruolo di scudo protettivo verso le radiazioni ultraviolette del sole.

Tale indispensabile sostanza chimica è presente anche nel corpo umano e viene prodotta dai globuli bianchi a scopo difensivo nei confronti di agenti patogeni e in caso di contatto prolungato con corpi estranei pericolosi.

In particolare, l’ozono ha un’azione battericida, virucida e fungicida e può contribuire a debellare i patogeni e ottenere un effetto sanificante e disinfettante, nonché sbiancante.

In campo medico ha trovato larga applicazione in una forma specifica, ovvero in combinazione con l’ossigeno e inserito in composti studiati ad hoc per il trattamento di alcune patologie. L’ozono usato in campo medico, infatti, è presente nelle miscele in piccola percentuale (al massimo il 3% circa) e viene combinato con ossigeno medicale da appositi macchinari che riescono a calibrare attentamente le due componenti. L’ozono medicale così ottenuto è sicuro per l’organismo e rispetta i requisiti scientifici richiesti per essere utilizzato sui pazienti per trattare numerosi disturbi.

L’effetto dell’ozono sull’organismo

La finalità di un trattamento di ozonoterapia è quello di introdurre ozono nel corpo per aumentare la quantità disponibile di ossigeno e dei suoi radicali. A questa sostanza si attribuiscono spiccate proprietà antinfiammatorie, ottenute grazie a due tipi di azioni, ovvero l’aumento delle citochine anti-infiammatorie (chiamate a contrastare la risposta infiammatoria dell’organismo) e una riduzione delle citochine pro-infiammatorie, responsabili invece dell’innesco e del mantenimento del processo dell’infiammazione.

Gli effetti antinfiammatori non sono i soli a risultare interessanti in campo medico. Quali altri scopi ha l’ozonoterapia?

  • Può avere un’azione analgesica, ottenuta attraverso diversi processi. Favorisce il rilassamento e il metabolismo muscolare e la vasodilatazione.
  • Porta al rilascio di endorfine, gli “ormoni del benessere”, che inducono una sensazione di euforia e alleviano i sintomi di eventuali patologie o disturbi fisici.

Ha, come accennato, effetto contro virus, funghi e batteri, riuscendo a svolgere un’azione antisettica e a contrastare la replicazione dei microrganismi patogeni.

  • Possiede proprietà anti-aging, in virtù della sua capacità di innescare i meccanismi antiossidanti fisiologici che aiutano il corpo a contrastare i radicali liberi.
  • Favorisce la sintesi di adenosina trifosfato (ossia l’ATP, la principale riserva energetica delle cellule).
  • Svolge un effetto lipolitico contribuendo a scindere gli acidi grassi a catena lunga.
  • Stimola la produzione di ossigeno da parte dell’organismo e favorisce un suo migliore impiego. Ottimizza il legame tra i globuli rossi e l’ossigeno che viene inalato con la respirazione, permettendone un più facile trasporto verso i tessuti e gli organi e, di conseguenza, garantisce un migliore nutrimento dell’organismo.
  • Favorisce il rilascio di fattori di crescita determinanti nel processo di rigenerazione osteoarticolare, rivelandosi un alleato utile nel trattamento dell’ernia discale, dei reumatismi articolari e di simili patologie.

Bisogna affermare che l’utilizzo dell’ozonoterapia in medicina è al momento controverso perché mancano ancora evidenze scientifiche circa la sua reale efficacia. Nonostante l’ozono sia largamente applicato nei più diversi ambiti, non sono disponibili prove rigorose a sostegno della sua efficacia e chiare evidenze del nesso causa-effetto tra l’utilizzo di trattamenti a base di ozono e il miglioramento delle patologie trattate.

Unica eccezione è il trattamento dell’ernia discale, per il quale la comunità scientifica ha un’opinione pressoché unanime e avvalora la tesi di un effettivo beneficio dell’ozonoterapia sul problema: l’ozono ha un’azione disidratante sul disco intervertebrale.

In ogni caso i trattamenti a base della miscela ossigeno-ozono richiedono generalmente una certa costanza per essere efficaci e vengono spesso utilizzati come opzione aggiuntiva ad altre tipologie di cura.

Come si usa l’ozono?

L’ossigeno-ozonoterapia prevede introduzione della miscela nel corpo attraverso diverse vie di somministrazione. Ognuna di queste è indicata per il trattamento di specifici problemi di salute e prevede la preparazione di differenti miscele gassose suggerite dai protocolli della Società Scientifica Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia (SIOOT).

L’ozonoterapia prevede che l’introduzione di ozono nell’organismo avvenga:

  • per via intravenosa;
  • per iniezione sottocutanea;
  • per autoemotrasfusione (il sangue del paziente prelevato per via endovenosa, esposto all’ozono e immesso nuovamente in circolazione);
  • per insufflazione intestinale;
  • per applicazione di acqua ozonizzata, creme all’ozono e olio ozonizzato.

Non viene inalato in quanto risulta essere tossico per le vie respiratorie. Sono note, infatti, le interferenze dell’ozono sull’apparato respiratorio dei mammiferi, dove le molecole di ozono possono reagire con i tessuti delle pareti polmonari e scatenare una serie di reazioni a catena che deteriorano i tessuti polmonari. Ma non solo: se inalato, l’ozono forma metaboliti che possono facilitare la formazione di placche aterosclerotiche.

Seguendo queste indicazioni e precauzioni, è il medico o lo specialista che esegue la terapia a consigliare la via di somministrazione più indicata, dopo aver analizzato la storia clinica del paziente e aver eventualmente proposto l’esecuzione di esami utili a confermare il sospetto diagnostico.

Non è necessaria una specifica preparazione alla terapia, se non la raccolta e l’interpretazione degli esiti degli esami già eseguiti (ad esempio TAC, risonanza magnetica, esami ematici e così via), da sottoporre all’attenzione del medico che dovrà eseguire il trattamento.

Per cosa è utile l’ozonoterapia?

Finora gli ambiti di applicazione dell’ozonoterapia hanno riguardato prevalentemente il trattamento di dolore e infiammazione. L’obiettivo più ambizioso dell’ozonoterapia è quello di gestire efficacemente il dolore provocato dall’ernia del disco: introdurre la miscela di ossigeno e azoto nel disco erniato e nelle aree limitrofe favorisce una discolisi e facilita il processo di guarigione.

Le applicazioni sono ripetute per un numero di sedute variabile a seconda della gravità del problema, ma conducono essenzialmente alla disidratazione del tessuto. Dopo alcune settimane, l’ozono-ossigeno induce una riduzione della percentuale di acqua del tessuto dell’ernia e una riduzione della compressione a carico delle radici nervose.

La somministrazione di ozono-ossigeno viene anche impiegata per:

  • i reumatismi articolari;
  • la sclerosi multipla;
  • l’artrite
  • le patologie cardiache;
  • l’Alzheimer;
  • la cistite interstiziale;
  • l’epatite cronica;
  • l’herpes;
  • le infezioni ai denti e il trattamento della carie dentale;
  • il diabete;
  • la degenerazione maculare;
  • l’AIDS (la somministrazione di ozono ha dimostrato effetti terapeutici sull’HIV nei test in vitro, ma non sono state ancora raccolte sufficienti prove che porti benefici anche sui soggetti affetti dalla patologia);
  • la malattia di Lyme;
  • le patologie delle articolazioni di tipo artrosico-degenerativo;
  • la lipodistrofia;
  • le cicatrici;
  • le aderenze cutanee;
  • la cellulite;
  • lombalgie e lombosciatalgie;
  • fibromialgia;
  • sindromi canalicolari (come la sindrome del tunnel carpale);
  • tendiniti o peritendiniti;
  • reumatismi;
  • osteoartrosi.

Alcune teorie propongono l’uso dell’ozonoterapia anche per il trattamento del cancro, suffragate dalla tesi per cui le cellule neoplastiche proliferano meno facilmente in ambienti che dall’elevata concentrazione di ossigeno. Secondo questa visione, l’introduzione di ozono potrebbe aumentare la pO2 (pressione parziale di ossigeno) interstiziale nel tessuto neoplastico con buoni risultati sul trattamento del tumore. Tale terapia viene in genere consigliata come supporto alla chemioterapia o alla radioterapia e non deve intendersi come un sostituto di questi efficaci trattamenti, in quanto non esistono ad oggi prove scientifiche a sostegno di questo tipo di intervento e una chiara definizione dei benefici dell’ozono terapia sulla cura del cancro.

Oggetto di numerose discussioni è anche l’uso dell’ozonoterapia negli atleti, per potenziare le loro performance modificando l’ossigenazione dei muscoli a riposo. È importante ricordare che l’ozonoterapia viene generalmente suggerita in combinazione con altri trattamenti, come la fisioterapia o le riabilitazioni posturali, nel caso di ernia discale.

Chi può prescrivere l’ossigeno-ozonoterapia?

Il medico curante o uno specialista possono prescrivere dei cicli di ozonoterapia solo dopo aver raccolto un’anamnesi completa del paziente e aver valutato in maniera approfondita i suoi sintomi e le sue condizioni fisiche.

Possono essere anche prescritti degli esami diagnostici, per avere un quadro più chiaro della situazione (come, ad esempio, TAC, ecografia, RMN, etc.). Un’indagine dettagliata dei sintomi e del problema consente di valutare se e quanto l’ozonoterapia possa apportare benefici e, inoltre, di escludere eventuali possibili effetti indesiderati nel paziente che si sottopone al trattamento.

Gli effetti collaterali dell’ozonoterapia

Tendenzialmente l’ossigeno-ozonoterapia è un trattamento che si esegue in un ambulatorio e che viene ben tollerato dalla maggioranza dei pazienti. Dura pochi minuti e non comporta dolore intenso per il paziente, eventualmente solo un leggero fastidio (nel caso in cui venga somministrato per via intravenosa, sottocutanea o per autoemotrasfusione).

Possono manifestarsi anche delle sensazioni di bruciore o gonfiore nel sito di iniezione che si risolvono spontaneamente nel giro di pochi minuti. È possibile la formazione di piccoli ematomi nel sito di iniezione, per la puntura accidentale di un vaso sanguigno o una sensazione di formicolio o piccole scosse elettriche, quando nella somministrazione viene per sbaglio sollecitato un nervo.

Capita, in rari casi, che la puntura dell’ago induca una crisi vagale dovuta allo stimolo doloroso, con conseguente abbassamento della pressione e della frequenza cardiaca e ipersudorazione. Anche in questo caso, si tratta di episodi transitori e dalla risoluzione rapida e spontanea. Non sono possibili reazioni allergiche all’ossigeno-ozono terapia, in quanto vengono introdotti nell’organismo solo atomi di ossigeno e ozono, già presenti naturalmente nel corpo umano.

Una dei più grandi dubbi che ruota attorno all’ozonoterapia è la sicurezza del processo di ozonizzazione del sangue. L’ozono riesce a ossidare i composti organici nell’ambiente atmosferico e la paura è quella che svolga azione ossidante anche sui componenti ematici e sui tessuti del corpo. In circolazione nel flusso ematico, l’ozono può formare radicali liberi e specie reattive dell’ossigeno (ROS), elementi poco funzionali all’organismo e in grado di provocare un aumento dello stress ossidativo, di danneggiare le molecole e di favorire alcune malattie degenerative.

È sempre opportuno controllare meticolosamente la quantità di ozono che viene somministrata e la durata della terapia, per essere certi che l’ozono introdotto non superi le capacità antiossidanti degli enzimi preposti a questa delicata funzione.

L’ossigeno-ozonoterapia, infine, dovrebbe essere evitata in caso di:

  • gravidanza;
  • favismo;
  • ipertiroidismo;
  • epilessia;
  • malattie cardiovascolari, ematologiche, respiratorie che non risultano adeguatamente sotto controllo.

Per tutti questi motivi è assolutamente essenziale, quindi, rivolgersi solamente a medici specializzati e formati per l’esecuzione del trattamento, poiché si tratta di un atto medico, da eseguire con competenza certificata e in totale sicurezza.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come funziona l'ozonoterapia?

Il trattamento prevede la somministrazione di una miscela contenente ossigeno e piccole quantità di ozono (circa il 3%), con l’obiettivo di ottenere un’azione antinfiammatoria, antiossidante, analgesica e antisettica.

Quanto dura una seduta di ozonoterapia?

Generalmente solo pochi minuti e può essere effettuata in ambulatorio. Si tratta di un intervento sicuro e con pochi effetti collaterali, a patto che venga eseguito da personale competente e preparato.

Quando l'ozonoterapia non funziona?

Può capitare che l’ozonoterapia non funzioni quando viene eseguita in patologie inadeguate o in maniera incorretta o per un tempo non sufficiente o quando il trattamento non è supportato dalle adeguate cure complementari.