Ovaio policistico: sintomi, cause e conseguenze

La sindrome dell’ovaio policistico può avere diverse conseguenze. Ecco quali sono i sintomi, le cause e i rimedi da adottare.

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Pubblicato: 19 Marzo 2021 11:53Aggiornato: 27 Novembre 2023 20:30

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è considerata come la più comune alterazione endocrina in età fertile. Colpisce infatti circa l’8-13% delle donne in tutto il mondo e, anche se le cause non sono ancora note, se ne conoscono invece le possibili conseguenze sul corpo e sull’organismo femminile.

Nello specifico, si tratta di una sindrome caratterizzata da:

  • alterazioni di natura metabolica (iperandrogenismo, insulino-resistenza);
  • presenza di cisti ovariche in entrambe le ovaie, ma anche solo in uno;
  • alterazioni endocrinologiche;
  • ingrossamento delle ovaie.

Quello descritto è un quadro piuttosto ampio che porta al manifestarsi di diversi sintomi tra cui eccessiva peluria sul viso, acne, ciclo mestruale irregolare o a volte anche assente. In questo senso, una diagnosi precoce può essere determinante, in quanto alla sindrome dell’ovaio policistico sono correlate diverse condizioni (come appunto l’insulino-resistenza), che se non trattate in tempo possono provocare problemi di salute nella donna. In alcuni casi la sindrome dell’ovaio policistico potrebbe, inoltre, incidere sulle possibilità di restare incinta.

Tuttavia, ci sono diversi trattamenti possibili in caso di sindrome dell’ovaio policistico, da valutare in base alla specifica condizione di salute della paziente.

Per approfondire l’argomento, abbiamo chiesto il consulto della dottoressa Elisabetta Colonese, Medico chirurgo, specializzata in Ginecologia ed Ostetricia, terapia della Infertilità di Coppia.

Che cos’è l’ovaio policistico

«È una vera e propria sindrome perché è un insieme di segni e sintomi che danno un quadro caratteristico di questa patologia. Per parlare di sindrome dell’ovaio policistico bisogna riscontrare nella paziente un aumento degli androgeni (quindi iperandrogenismo), anovularietà ovvero alterazioni dell’ovulazione che si ripercuotono poi sul ciclo mestruale e il tipico aspetto ovarico ecografico dell’ovaio policistico» spiega l’esperta.

Si tratta di una condizione cronica che può essere trattata a livello di sintomatologia. Grazie infatti all’assunzione di specifici farmaci, a delle modifiche dal punto di vista dello stile di vita e ai trattamenti disponibili per la fertilità, questa sindrome può essere gestita in modo efficace.

Quali sono le cause dell’ovaio policistico

«Alla base, sembrerebbe esserci un fattore ereditario, ma in realtà la patogenesi è ancora sconosciuta, quindi non ci sono delle cause vere e proprie. Piuttosto, ci sono donne che presentano una predisposizione a sviluppare la sindrome dell’ovaio policistico su base ereditaria» specifica la dottoressa Colonese.

Quali sono i sintomi dell’ovaio policistico

«La sindrome dell’ovaio policistico presenta una sintomatologia che può palesarsi in modo differente nelle pazienti. Ci sono infatti donne che hanno meno sintomi e altre che ne hanno di più perché a questi generalmente, sulla base dell’iperandrogenismo, si associano problemi ovulatoriproblemi di infertilità e cicli molto irregolari anche 2/3 volte l’anno».

Ulteriori segnali di sindrome dell’ovaio policistico sono:

  • acne;
  • capelli diradati;
  • chiazze scure sulla cute in alcune parti del corpo, specie tra le pieghe del collo, dell’inguine, delle ascelle, sotto il seno.

Ci sono anche donne che non presentano sintomi evidenti e si rendono conto di avere la sindrome dell’ovaio policistico quando hanno difficoltà a restare incinta o aumentano di peso senza motivi legati a eccessi calorici o ad un’alimentazione scorretta.

Quali sono le conseguenze dell’ovaio policistico

«La sindrome dell’ovaio policistico può causare iperandrogenismo, una condizione che si manifesta con l’aumento di peli nel corpo della donna lì dove non dovrebbero essere presenti, perdita di capelli, pelle molto unta e seborroica, acne. Tutto questo è un circolo vizioso perché poi a livello fisico, questo sbilanciamento ormonale rappresenta una predisposizione verso l’insulino-resistenza. Infatti queste pazienti se non agiscono con uno stile di vita adeguato, tendono a sviluppare l’insulino-resistenza. Quest’ultima, può essere un problema nella vita della donna per via di problemi cardiovascolari che possono sfociare, nei casi peggiori, nella sindrome metabolica. In più, queste donne sono predisposte a sviluppare il diabete e il diabete gestazionale».

Agire tempestivamente quindi è quanto di meglio si possa fare per evitare che lo sbilanciamento ormonale possa portare allo sviluppo di patologie importanti come l’insulino-resistenza. Cosa si può fare concretamente? Innanzitutto, iniziare a seguire uno stile di vita sano con una dieta ad hoc che tenga a bada il contenuto calorico di lipidi, carboidrati e zuccheri. In più, è bene associare a un’alimentazione equilibrata, anche la pratica costante di attività sportiva.

Diagnosi dell’ovaio policistico

La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico potrebbe non essere semplice ed immediata. Lo specialista partirà dall’ascolto della storia della paziente, fino ad arrivare alla rilevazione dei sintomi accusati e all’eventuale preesistenza di altre patologie. La sindrome dell’ovaio policistico viene diagnosticata quando sono presenti almeno due dei seguenti criteri:

  • ovaie policistiche rilevate a seguito di un’ecografia;
  • cicli mestruali assenti o irregolari, dopo aver escluso altri motivi;
  • segni di livelli alti di androgeni, dunque perdita di capelli, acne, peli sul viso o sul corpo, dopo che altre cause sono state escluse.

Per rilevare livelli di specifici ormoni sono utili gli esami del sangue. Nel dettaglio, quelli relativi a:

  • insulina;
  • testosterone, che influenza la crescita dei capelli;
  • l’ormone LH (o luteinizzante), prodotto dall’ipofisi e che influenza la produzione ormonale delle ovaie;
  • estrogeni, che stimola la crescita dell’endometrio;
  • ormone antimulleriano (AMH), una glicoproteina utile per rilevare la regolazione della maturazione dei follicoli ovarici.

Al momento della diagnosi, il ginecologo terrà conto anche di altri fattori, ovvero che le pazienti con una storia familiare di sindrome dell’ovaio policistico o di diabete di tipo 2 possono contrarre questa sindrome con maggiori probabilità; o anche che un ciclo irregolare è consueto durante la menopausa e la pubertà.

Quali sono le complicazioni dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è associata a diversi problemi di salute nella donna che a lungo andare possono influire sul suo benessere psicofisico. Provoca difatti squilibri ormonali che si traducono in:

  • sviluppo di cisti ovariche;
  • cicli mestruali irregolari;
  • livelli eccessivi di androgeni.

I cicli mestruali irregolari con mancata ovulazione possono rendere più difficile la possibilità di restare incinta; infatti, la sindrome dell’ovaio policistico è una delle principali cause di infertilità. Inoltre, oltre ad aumentare il rischio di insulino-resistenza, questa sindrome può provocare con più facilità:

  • problemi di natura cardiovascolare. Le pazienti possono dunque andare incontro facilmente allo sviluppo di ipertensione, colesterolo alto, cardiopatia;
  • steatosi epatica non alcolica;
  • apnea ostruttiva del sonno;
  • diabete mellito di tipo 2;
  • cancro dell’endometrio, ovvero il rivestimento interno dell’utero;
  • obesità;
  • depressione;
  • ansia.

In particolare, la sindrome dell’ovaio policistico può portare a sviluppare un’immagine del proprio corpo negativa a causa del sovrappeso, come anche per la presenza di peli superflui sul viso o su altre parti del corpo e per la perdita dei capelli. Di conseguenza, la paziente può manifestare sintomi dell’ansia e della depressione, e presentare delle difficoltà nelle relazioni interpersonali, tra cui quelle familiari e all’interno dell’ambiente lavorativo.

Ovaio policistico e gravidanza

Come accennato, la sindrome dell’ovaio policistico può comportare infertilità. Questo però non significa che una donna con questa sindrome non potrà concepire un bambino. Le pazienti che desiderano o hanno in programma una gravidanza devono però essere seguite preferibilmente da specialisti dell’infertilità.

In questi casi, vengono somministrati farmaci, come il clomifene, per il trattamento dell’infertilità. Nello specifico, questa tipologia di medicinali induce l’ovulazione. Quando i farmaci non restituiscono i risultati sperati, è possibile prendere in considerazione l’opzione della fecondazione in vitro (IVF). In questo caso, l’ovulo viene fecondato con lo sperma del proprio partner, ma in laboratorio, per poi essere trasferito nell’utero.

Ad ogni modo, il trattamento per trattare l’infertilità e aiutarti a concepire un bambino sarà personalizzato e dovrà tenere conto delle tue condizioni generali di salute.

In presenza di sovrappeso, sarà opportuno effettuare una valutazione del proprio indice di massa corporea, valutare i livelli di zuccheri e la pressione del sangue. Perdere peso può infatti essere una buona strategia, poiché l’obesità associata a questa sindrome comporta maggiori rischi di complicazioni durante la gravidanza. Alcuni esempi sono:

  • il parto prematuro;
  • il diabete gestazionale;
  • la preeclampsia;
  • parto cesareo per obesità, ipertensione, diabete.

Quali sono i trattamenti dell’ovaio policistico

«Si agisce prima di tutto seguendo e mantenendo uno stile di vita adeguato che comprenda una dieta specifica, la pratica di sport e smettere di fumare. Poi bisogna cercare di tenere a bada l’insulino-resistenza curandola con una terapia idonea. Dal punto di vista ginecologico invece, bisogna aiutare le pazienti a ripristinare l’equilibrio ormonale con una pillola che generalmente ha un effetto anche antiandrogeno. Generalmente, la pillola estroprogestinica è una buona terapia. Se la donna cerca un bambino, la cura sarà diversa e non sarà la pillola. Piuttosto, si cercherà di indurre l’ovulazione. Ci sono diversi metodi ormonali tra cui il monitoraggio dell’ovulazione e in seguito, si può passare alla fecondazione assistita. Ci sono anche delle terapie integrative di acido folico e inositolo che danno una grossissima mano», conclude l’esperta.

I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico possono mutare nel corso del tempo, e puoi imparare a gestirli al meglio grazie ai trattamenti disponibili.

Differenze tra sindrome dell’ovaio policistico e endometriosi

Si tratta di due condizioni differenti, che però possono causare entrambe infertilità e lo sviluppo di cisti ovariche. L’endometriosi, diversamente dalla sindrome dell’ovaio policistico, è caratterizzata dalla crescita dell’endometrio in luoghi diversi dall’utero, come la vagina, le ovaie, le tube di Falloppio.

In generale quindi, è sempre bene eseguire un controllo ginecologico di routine per monitorare la salute generale dell’apparato riproduttivo, ovaie comprese. In più, in caso di sintomi sospetti, meglio parlarne il prima possibile con il proprio ginecologo di fiducia.

Fonti bibliografiche: