Fibromi uterini: sintomi, cause e trattamento

Dolore pelvico, flusso del ciclo mestruale abbondante, minzione frequente, possono indicare la presenza di fibromi uterini. Con l’esperta vediamo quali sono le cause e i trattamenti possibili in questo caso.

Foto di Antonella Lobraico

Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

La presenza di fibromi uterini (o miomi) genera spesso preoccupazione e dubbi nella donna. Si tratta però di neoplasie benigne che si verificano di frequente, specialmente durante l’età fertile.

Nonostante non siano ancora del tutto conosciute le cause del loro sviluppo, i fibromi uterini possono essere trattati in modo differente in base a diversi fattori come le dimensioni, l’età della donna, la sintomatologia. Per una diagnosi accurata e un trattamento personalizzato è quanto mai indispensabile il parere del ginecologo.

Quali sono quindi le cause, i sintomi e i trattamenti possibili in caso di fibromi uterini? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Valentina Galiano, Medico Chirurgo, Specialista in Ginecologia e Ostetricia.

Cosa sono

«I fibromi (o leiomiomi) sono neoformazioni solide benigne che originano dal tessuto muscolare dell’utero. Rappresentano una delle patologie ginecologiche più frequenti. La loro prevalenza aumenta con l’età, essendo molto bassa prima dei 20 anni sino a raggiungere un picco in epoca pre-menopausale, tra i 40 e i 50 anni. Tali formazioni, generalmente nodulari, sono formate da tessuto muscolare e fibroso e possono variare molto in numero, posizione e dimensioni (da pochi millimetri a diversi centimetri)», spiega la dottoressa.

Può capitare di non rendersi conto della loro presenza in quanto la sintomatologia non è sempre presente. Il più delle volte vengono infatti rilevati nel corso di una visita ginecologica di routine.

Cause

«Le cause alla base del loro sviluppo non sono ancora ben note, ma si ritiene che un ruolo di una certa importanza possa essere giocato dalla predisposizione genetica e da una successiva suscettibilità alla stimolazione ormonale (estrogenica e progestinica o di fattori di crescita come l’EGF – Epidermal Growth Factor)».

Sintomi

«La sintomatologia dipende dalle dimensioni e in particolar modo dalla sede dei miomi. Spesso infatti sono asintomatici: in questi casi la loro identificazione non necessariamente implica dei trattamenti ed è sufficiente il monitoraggio periodico mediante visita specialistica ginecologica abbinata all’ecografia transvaginale e, se necessario, trans-addominale.

Quando sintomatici, possono inficiare anche significativamente la qualità della vita della donna in quanto possono causare:

Possono inoltre potenzialmente ostacolare l’impianto dell’embrione o rappresentare un rischio durante la gravidanza di aborto spontaneo, presentazione anomala del feto, parto pretermine o distacco di placenta. Dopo il parto possono anche essere causa di emorragia post-partum per la riduzione della capacità contrattile uterina», specifica l’esperta.

Quando diventano pericolosi?

«Se riscontrati, è sempre bene eseguire controlli regolari (di solito ogni 6-12 mesi) per verificarne l’eventuale aumento di volume, le tempistiche dell’aumento di volume e le caratteristiche della vascolarizzazione. Tali parametri clinici-ecografici consentono di stimare il rischio che si tratti di sarcomi (tumori maligni del corpo uterino), molto più rari fortunatamente. L’aumento di dimensioni dei fibromi, in particolare in post-menopausa quando non vi è più la produzione estrogenica ovarica, deve indurre ad approfondimenti diagnostici», continua la dottoressa Galiano.

Allo stesso modo è bene monitorarli durante la gravidanza, in quanto i fibromi uterini potrebbero crescere di volume per via della maggiore estrogenizzazione.

Trattamenti

«In caso di fibromi sintomatici, la terapia potrà essere medica o chirurgica (conservativa o demolitiva). È compito del ginecologo fornire alla donna informazioni dettagliate, illustrando i vantaggi e gli svantaggi di tutte le opzioni, scegliendo in accordo, il trattamento che più si adatta alle sue esigenze» conclude l’esperta.

Ogni caso è quindi a sé stante, per cui la terapia verrà individuata dal ginecologo in base al tipo, al numero e alla grandezza dei fibromi rilevati nell’utero della donna.

Per quanto riguarda la prevenzione invece, dal momento che le cause dell’insorgenza dei fibromi uterini non è ben nota, non ci sono comportamenti preventivi specifici da seguire per evitarne la comparsa. Il consiglio è però di svolgere almeno una volta all’anno (ma anche di più in base alle necessità) una visita ginecologica specialistica per assicurarsi che vada tutto bene.