Tecnicamente si definiscono sintomi vasomotori. Ma più in pratica, sono la realtà quotidiana per molte donne che si trovano nella fase di passaggio, più o meno delicata, tra la vita fertile e la menopausa. Stiamo parlando delle vampate di calore: possono durare da uno a cinque minuti e sono il sintomo più comunemente riportato durante la transizione menopausale.
Sono in grado di determinare sensazioni improvvise e intense di calore al viso, al collo e al torace, e possono essere accompagnati da sudorazione, arrossamento della pelle, brividi e battito cardiaco accelerato. Anche le sudorazioni notturne, in pratica, sono vampate di calore che si verificano durante il sonno. Questi disturbi si possono accompagnare anche ad altri sintomi come mal di testa, secchezza vaginale, dolore alle articolazioni, aumento di peso, diradamento dei capelli e pelle secca.
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Come si caratterizzano le vampate di calore
Il “peso” del quadro varia ovviamente da donna a donna. Si va da lievi sensazioni di calore senza sudorazione fino a disturbi moderati con sudorazione, che consentono comunque di continuare l’attività che si sta svolgendo. A volte però i fastidi sono severi: la sensazione di calore è intensa, così come la sudorazione, che interferisce con il proseguimento di un’attività.
“Le vampate di calore, chiamate sintomi vasomotori si manifestano diversi anni prima della menopausa e possono perdurare a lungo dopo – spiega Rossella Nappi, Presidente della Società Internazionale della Menopausa e ordinaria di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Pavia. La durata media è di circa 7,4 anni ma in alcuni casi possono persistere oltre 10 anni. La tempesta vasomotoria si presenta in qualunque momento del giorno e della notte, con una frequenza e intensità variabili da donna a donna”.
Quanto pesano sulla donna le caldane
Purtroppo, queste condizioni sono molto frequenti. Secondo gli studi circa l’80% delle donne in menopausa accusa vampate di calore e in circa il 40% dei casi esse possono essere di intensità da moderata a molto severa e interferiscono sulle attività quotidiane, sul lavoro e sulla qualità di vita della donna.
“In particolare, le sudorazioni notturne influenzano in modo negativo il sonno che è un fattore fondamentale del nostro benessere – riprende l’esperta. Svegliarsi di notte ripetutamente, bagnate fradicie, comporta nel tempo un’usura psico-fisico e mentale molto elevata. È stato calcolato, infatti, che i disturbi del sonno impattano moltissimo sul tono dell’umore, sullo stato di veglia diurno, sull’efficienza psico-fisica e comportano un senso di stanchezza generalizzata. Il sonno è l’ottavo pilastro del rischio cardiovascolare.
Le donne con vampate di calore producono più ormoni dello stress, i vasi sanguigni subiscono una vasocostrizione e si accumula un maggior rischio a carico del microcircolo cerebrale e del sistema nervoso centrale, oltre che a livello cardiaco. Oltre a questi sintomi fisici, inoltre, purtroppo pesa sulla menopausa uno stigma e una percezione alterata, per cui viene considerata un evento naturale che riguarda tutte le donne da sempre e che le donne debbano sapere accettare. Questo approccio deve cambiare, oggi la donna a 50 anni è ancora attiva e ha davanti a sé una lunga aspettativa di vita”.
Perché si verificano le vampate di calore
Si è sempre creduto che la menopausa e i sintomi vasomotori fossero il risultato della sola diminuzione degli estrogeni. Tuttavia, i progressi scientifici hanno migliorato la comprensione del ruolo di specifiche vie neuronali nell’ipotalamo, la parte del cervello che regola la temperatura corporea, nel causare queste condizioni.
In particolare prima della menopausa, il corpo di una donna ha un equilibrio di estrogeni – ormoni prodotti principalmente dalle ovaie – e neurochinina B (NKB), una molecola segnale cerebrale e vasodilatatore. Il corpo si basa in parte su questo equilibrio per mantenere sotto controllo il suo termostato interno. Durante la menopausa, i livelli di estrogeni e NKB diventano sbilanciati, facendo sì che l’ipotalamo segnali al corpo che è caldo anche quando non lo è, scatenando vampate di calore e sudorazioni notturne per raffreddarsi.
Cosa si può fare per limitare il peso dei sintomi vasomotori della menopausa
I trattamenti ed i consigli vanno sempre indicati dal ginecologo, per ogni singolo caso. Tra le novità c’è da registra la disponibilità di una nuova terapia, Fezolinetant. “Per la prima volta noi clinici abbiamo una molecola per la gestione delle vampate di calore, che non è un ormone, non è uno psicofarmaco, ma è mirato al meccanismo cerebrale che “accende” l’insorgenza della vampata di calore – riprende l’esperta.
In passato, si credeva che la menopausa e i sintomi vasomotori associati fossero il risultato della sola diminuzione degli estrogeni; le ricerche in questo campo hanno fatto conoscere il ruolo di specifiche vie neuronali situate nell’ipotalamo, l’area del cervello che regola la temperatura corporea, nel causare le vampate di calore. Uno dei motivi per cui le donne non se la sentono di gestire le vampate di calore è che non vogliono o non possono assumere ormoni; a ciò si aggiunge il fatto che la donna percepisce la menopausa come un evento ineluttabile che non deve essere manipolato.
Per questo il farmaco rappresenta per tutte le donne una opzione terapeutica in più, una opportunità, una possibilità di trattare un sintomo senza influire sul fenomeno menopausa dal punto di vista ormonale, perché agisce in modo mirato sulle neurochinine B, molecole che regolano la temperatura corporea a livello cerebrale”. Il farmaco agisce come antagonista del recettore della neurochinina B, proteina implicata nella regolazione della temperatura corporea a livello cerebrale.