Attività sessuale dopo la menopausa, combatte la sindrome genitourinaria

L'attività sessuale dopo la menopausa aiuta il benessere vulvare e vaginale e diminuisce il rischio di sindrome genitourinaria: lo studio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 1 Luglio 2025 10:16

Dolore, irritazione, secchezza vaginale. Non ci sono dubbi che con i mutamenti ormonali che accompagnano il termine della vita fertile e il progressivo calo di interesse per il sesso questi disturbi tendano ad aumentare. Ma non bisogna cadere nella trappola di considerare questi fastidi come indissolubilmente legati all’attività sessuale.

Al contrario, stando almeno ad una ricerca appena pubblicata online su Menopause, la rivista scientifica della Menopause society, sarebbe vero esattamente il contrario. L’attività sessuale regolare potrebbe fare da contrappeso ai fastidi, con un’azione protettiva, soprattutto considerando che orgasmo e soddisfazione non diminuiscono significativamente con l’età.

Come cambia il corpo femminile e quanto pesa la menopausa sulla vita sessuale

La menopausa viene identificata tecnicamente con l’ultima mestruazione della donna e rappresenta lo spartiacque tra la pre- e la post-menopausa. La premenopausa è un periodo di durata variabile da donna a donna, compreso in genere tra i 3 e 5 anni ed è caratterizzata dalla progressiva riduzione della capacità dell’ovaio di produrre gli ormoni femminili, primi tra tutti gli estrogeni: la donna cessa di essere fertile e inizia ad avere alterazioni del ritmo mestruale.

La postmenopausa è invece caratterizzata dalla carenza stabile di ormoni estrogeni e da una precisa sintomatologia, che può già iniziare nella premenopausa, con vampate di calore, sudorazione, irritabilità, ansia, nervosismo, insonnia, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, cistiti ricorrenti, dolori alle ossa e alle articolazioni, stanchezza, fatica.

Venendo alla sfera sessuale, la menopausa incide su diversi aspetti. In primis quello biologico, perché la carenza di estrogeni comporta una serie di conseguenze che condizionano l’insorgenza, in un numero molto elevato di donne, di una condizione che noi chiamiamo atrofia vaginale, ovvero riduzione della naturale lubrificazione della mucosa vaginale con conseguente secchezza dei tessuti genitali e dolore nel rapporto sessuale; la vagina tende a diventare meno estensibile per la perdita del tessuto collagene ed elastico; si verifica anche un calo del desiderio, che deriva da quella modesta, ma per alcune donne significativa, carenza di ormoni maschili, i cosiddetti androgeni, che danno alla donna la pulsione sessuale.

La donna si trova a vivere un forte stress e il fatto di non parlarne con il partner può minare l’intimità della coppia. In questa fase diventa molto utile un dialogo aperto con il partner e con il proprio ginecologo sui cambiamenti che si stanno sperimentando nella sfera sessuale.

Cos’è la sindrome genitourinaria e cosa propone lo studio

La menopausa è una fase delicata e transitoria nella vita della donna. Ma è fondamentale che si conservi anche in questo periodo la qualità di vita. Come nell’adolescenza, il corpo cambia, ma ora in maniera involutiva. Conta molto, per ridurre i rischi, che non si attribuisca un significato negativo che la donna stessa generalmente alla menopausa, visto che questo spesso si accompagna ad una ridotta stima di sé stessa, ad un’insoddisfazione della vita attuale, all’ansia per il futuro.

In questo senso, la ricerca pubblicata negli USA punta l’attenzione su quanto anche una soddisfacente vita sessuale possa essere d’aiuto, tenendo presente soprattutto quella che viene considerata sindrome genitourinaria della menopausa (GSM).

Nel 2014, la GSM è stata definita come un insieme di sintomi e segni associati a una diminuzione dei livelli di estrogeni e steroidi sessuali. La GSM include sintomi genitali, sessuali e urinari, che possono influenzare la frequenza dell’attività sessuale nelle donne di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 900 donne di età compresa tra 40 e 79 anni, ha voluto esaminare l’associazione tra regolarità sessuale e sintomi problematici della menopausa associati al benessere vulvare, quindi ai genitali esterni, ed alla vagina. Il quadro tipico della sindrome comprende disturbi come prurito, bruciore, dolore, ridotta lubrificazione. A volte, esternamente si può avere anche un’alterazione dell’aspetto della pelle.

Come si cambia e quanto protegge il sesso

Nella ricerca, gli esperti hanno posto alcuni precisi parametri per definire l’attività sessuale e la sua frequenza. In particolare per definire l’attività sessuale regolare si è parlando di rapporti negli ultimi tre mesi, mentre i rapporti nell’ultimo anno ma non nell’ultimo trimestre hanno caratterizzato le donne considerate con attività sessuale ridotta.

In termini generali, va detto, con l’avanzare dell’età cala l’attività sessuale. Ma attenzione: sostanzialmente i punteggi per orgasmo e soddisfazione non sono cambiati con l’età. Sulla base dei risultati dello studio, i ricercatori hanno stabilito che alcune funzioni e sintomi sessuali cambiano con l’età, ma possono essere mantenuti nelle donne che praticano un’attività sessuale più regolare.

Lo studio ha inoltre rivelato che le donne con un’attività sessuale regolare presentavano una bassa prevalenza di sintomi correlati alla menopausa.

“I risultati evidenziano l’importanza di diagnosticare e trattare la menopausa gestazionale – commenta in una nota della società scientifica Monica Christmas, direttrice medica associata della Menopause Society. Solo il 2,9% delle partecipanti ha riferito di aver utilizzato la terapia ormonale. La terapia estrogenica vaginale locale a basso dosaggio è sicura e altamente efficace nell’alleviare i fastidiosi sintomi vulvovaginali che contribuiscono al dolore e all’astensione dai rapporti sessuali. E sebbene una salute sessuale ottimale sia parte integrante del benessere generale, è anche fondamentale riconoscere l’effetto che questi sintomi possono avere sulle donne che non sono sessualmente attive”.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.