Ci siamo. Cominciano le gite fuori porta, prendono il via gli stravizi delle feste, si punta sui picnic. Se aggiungete a questi fattori piacevoli l’aumento orami acclarato dei disturbi di stomaco nelle stagioni di passaggio, come appunto la primavera, ecco che compare chiaramente come occorra fare attenzione a gonfiore, pesantezza o acidità di stomaco, oltre ad alterazioni dei ritmi intestinali.
Quasi due persone su tre ne soffrono, stando ad uno studio condotto da Human Highway per Assosalute. Dall’analisi emerge che il 50% di chi soffre di disturbi digestivi sperimenta addirittura tre o più sintomi, e tra le cause principali troviamo lo stress, le cattive abitudini alimentari e i falsi miti a tavola, ancora oggi molto diffusi. Come comportarsi? Ecco qualche semplice regola.
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Donne più a rischio
Dai dati raccolti da Human Highway emerge come i disturbi gastrointestinali, soprattutto quelli legati a una cattiva digestione, siano sempre più diffusi. Tra i sintomi più comuni spiccano gonfiore addominale e meteorismo, segnalati con maggiore frequenza: oltre il 30% degli italiani riferisce di avvertirli “abbastanza spesso” e il 7,2% quasi sempre. Seguono, a ruota, pesantezza di stomaco e acidità, confermando quanto l’apparato digerente sia frequentemente l’origine di disturbi di varia natura ed entità.
“I disturbi legati al gonfiore e ad altri problemi gastrointestinali sono sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani adulti e la popolazione femminile – commenta Attilio Giacosa, Gastroenterologo presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano e già Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica presso l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul cancro di Genova.
Sono il segnale di una particolare condizione come la sindrome dell’intestino irritabile, una malattia funzionale in cui l’intestino appare strutturalmente sano, ma non funziona correttamente. Ciò può causare stipsi, diarrea e fermentazioni anomale, con il gonfiore e il meteorismo come sintomi comuni. Molti di questi problemi sono legati alla disbiosi, uno squilibrio della flora batterica intestinale”.
Le donne risultano maggiormente colpite da tutti i sintomi considerati, con differenze significative rispetto alla popolazione maschile. In particolare, il dato sulla stitichezza evidenzia un divario marcato: a soffrirne è il 31,4% delle donne, contro il 16,6% degli uomini, un’incidenza quasi doppia. Le differenze più evidenti si riscontrano però in caso di gonfiore e meteorismo, che interessano quasi una donna su due, a fronte di circa un terzo degli uomini.
Il reflusso gastroesofageo è l’unico che, invece, presenta una certa uniformità tra i sessi, con una differenza di soli 2 punti percentuali poiché ne soffre il 27% delle donne e poco meno del 25% degli uomini.
Sotto accusa lo stress
Dalla ricerca Human Highway emerge che il 40% italiani attribuisce allo stress la causa principale dei disturbi a stomaco e intestino. E questo sarebbe vero soprattutto per le donne. “Lo stress – riprende l’esperto – altera il normale funzionamento dell’apparato gastrointestinale, favorendo infiammazioni e disturbi funzionali come colon irritabile e reflusso”.
Non solo: “anche l’abitudine di consumare pasti in modo frettoloso compromette la digestione, aumentando il rischio di gonfiore e pesantezza. Durante la vita, poi, eventi come stress intensi (traumi emotivi e affettivi, o difficoltà prima scolastiche e poi lavorative), diete squilibrate, malattie o l’uso prolungato di antibiotici possono alterare il microbiota intestinale, innescando un processo pro-infiammatorio”. Attenzione va posta anche alle abitudini: mangiare a gran velocità. Specie se i cibi sono ricchi di grassi, non fa che peggiorare i problemi digestivi.
Dieta variata e schema mediterraneo
“Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un incremento eccessivo del consumo di zuccheri e grassi animali, con effetti negativi sulla salute metabolica e intestinale – fa sapere Giacosa”. Demonizzare i singoli alimenti, però, non è la soluzione. “Ciò che conta davvero è capire che alcuni cibi possono risultare più difficili da digerire, come il lattosio o il glutine, la cui tolleranza può cambiare con l’età o per predisposizioni individuali”.
Anche stili alimentari più restrittivi, come vegetarianismo, veganismo o regimi plant-based, possono rivelarsi utili, purché affrontati con consapevolezza. “L’eccesso di legumi, ad esempio, può causare fermentazioni intestinali e gonfiore, soprattutto tra le donne – precisa Giacosa”.
Come comportarsi? Per l’esperto è sempre più apprezzato è il modello della Green-Med Diet, una versione potenziata della dieta mediterranea classica, con un minore apporto di carne rossa e una maggiore attenzione alle proteine vegetali e alla sostenibilità. Un esempio virtuoso è il Mankai, una microalga ricca di proteine, ferro e vitamina B12: “Noto anche come lenticchia d’acqua, è un alimento innovativo e sostenibile, utile per integrare le carenze dei regimi vegetariani – fa sapere. Il Mankai è anche un prodotto sostenibile: può svilupparsi tramite la coltivazione idroponica, ovvero sostituendo la presenza del terreno con un substrato di acqua ricco di nutrienti”.
In un’epoca di alimenti ultra-processati, l’invito è alla semplicità e alla varietà: scegliere cibi freschi, seguire la stagionalità e privilegiare prodotti poco raffinati. “La dieta mediterranea, se ben bilanciata, resta il miglior modello alimentare che abbiamo: gustosa, sostenibile e protettiva – conclude Giacosa”.
Ricordiamo di mangiare in calma (e in compagnia)
Di fronte a disturbi gastrointestinali, gli italiani si orientano verso soluzioni differenti. Una buona parte della popolazione (34%) preferisce fare affidamento sulla propria esperienza, ricorrendo all’automedicazione con l’uso farmaci da banco già noti, mentre il 32% sceglie di rivolgersi al medico di famiglia. Il 16,8% si affida ai consigli del farmacista, il 20% sceglie di attendere che il disturbo si risolva spontaneamente e il 9% cerca informazioni sul web.
Detto questo Giacosa consiglia cinque semplici regole: seguire un regime alimentare sano: l’alimentazione mediterranea è la base di un regime sano, bere molti liquidi fuori pasto, fare attività fisica, in generale e soprattutto dopo i pasti, dormire almeno sette ore a notte: il riposo è fondamentale per il benessere fisico e mentale e riscoprire la socialità durante i pasti.
Un aspetto fondamentale dell’alimentazione, che tutti dovrebbero considerare, è infine il valore di mangiare in compagnia. “Sarebbe bello – conclude Giacosa – “riscoprire il piacere di condividere i pasti, dando importanza all’aspetto sociale dell’alimentazione, dalla ‘ritualità’ dell’acquisto dei prodotti, che sia al mercato o al supermercato, e ai benefici che ne derivano”.