Re Carlo, i dettagli che (quasi) nessuno ha notato nell’incontro con Zelensky

Re Carlo rompe il protocollo accogliendo Zelensky a Sandringham. Un gesto di vicinanza che rafforza il soft power della monarchia britannica

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 3 Marzo 2025 07:00

Un Re che rompe gli schemi: Carlo III ha accolto Volodymyr Zelensky con un gesto che ha sorpreso tutti. Nessuna rigida etichetta di corte, nessun palazzo austero, ma la sua residenza più intima, Sandringham. In un momento in cui la politica si muove tra freddezza e calcoli strategici, il Sovrano britannico ha scelto di usare il soft power della monarchia per inviare un messaggio chiaro: il sostegno del Regno Unito all’Ucraina non è solo diplomatico, ma umano.

Sandringham, il rifugio privato scelto per Zelensky

Re Carlo non ha voluto accogliere Zelensky a Buckingham Palace o a Windsor, luoghi simbolo del potere monarchico. Ha invece aperto le porte di Sandringham, la sua residenza privata nel Norfolk, legata ai ricordi più personali della famiglia reale. Qui, dove la Regina Elisabetta trascorreva i Natali e dove il Re si ritira lontano dai riflettori, l’incontro ha assunto un tono raccolto, quasi confidenziale.

Un dettaglio non da poco: Carlo ha atteso Zelensky all’esterno, rompendo la tradizione che prevede l’accoglienza nelle sale interne. Un gesto di calore e di rispetto che ha dato subito il tono alla visita. Intorno alla residenza, lo staff e alcuni abitanti locali sventolavano bandiere ucraine, segno che la vicinanza del Re non era solo simbolica, ma sentita.

Il linguaggio dei simboli: il Re e la resilienza della monarchia

Carlo ha sempre saputo usare i dettagli per trasmettere messaggi senza bisogno di proclami. Durante l’incontro, avvenuto in un salotto accogliente con camino acceso, spiccava una fotografia della Regina Madre accanto a Re Giorgio VI. Un richiamo potente alla resistenza britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, quasi a suggerire un parallelo con la lotta dell’Ucraina.

Zelensky, fedele al suo look da comandante in guerra, si è presentato con la divisa verde militare. Nessun problema di etichetta: Carlo, che conosce bene il valore delle uniformi, non ha battuto ciglio. Anzi, la sua reazione ha sottolineato che l’attenzione era rivolta al contenuto dell’incontro, non alla forma.

La stretta di mano tra Re Carlo e Zelensky è stata uno dei momenti più simbolici dell’incontro e ha detto molto sul tono dell’udienza. Carlo ha accolto Zelensky con una stretta di mano calorosa, aggiungendo un dettaglio significativo: ha posato l’altra mano sul braccio del Presidente ucraino. Questo gesto non è casuale e rientra nella comunicazione non verbale tipica del Re, che spesso usa il contatto fisico per trasmettere vicinanza e calore umano.

Un dialogo fuori protocollo, tra stima e battute

Re Carlo e Zelensky si erano già incontrati a Buckingham Palace nel 2023, quando il Re aveva espresso la sua preoccupazione per la guerra con parole sentite: “Ci sta molto a cuore il vostro Paese”. Durante questo nuovo incontro, il tono è stato altrettanto sincero.

L’incontro, previsto come breve, si è protratto per quasi un’ora. Un tempo che, nella rigida agenda reale, è un chiaro segnale di quanto Carlo abbia voluto dare spazio a Zelensky. L’intesa tra i due si è consolidata anche con una battuta del presidente ucraino che ha fatto sorridere il Re: “In Gran Bretagna il Re è un pilota, in Ucraina ogni pilota è un re”. Una frase che ha colpito Carlo, lui stesso ex aviatore, e che ha rafforzato il legame tra i due leader.

Il soft power di Re Carlo: una monarchia che si adatta ai tempi

Carlo III sa che la monarchia non può essere solo un’istituzione simbolica, ma deve sapersi reinventare. Il suo ruolo non è politico, ma il potere della Corona sta proprio nella capacità di influenzare in modo discreto, senza proclami ufficiali.
Ospitando Zelensky a Sandringham, Carlo ha mandato un segnale potente: il Regno Unito non è solo un alleato dell’Ucraina sul piano militare e diplomatico, ma offre anche il peso della sua storia e della sua monarchia. Questo approccio si riflette nell’azione di tutta la famiglia reale: dalla regina Camilla, che ha incontrato Olena Zelenska più volte, fino a William e Kate, che hanno espresso sostegno pubblico al presidente ucraino.