Re Carlo, la vita dietro le quinte secondo l’uomo che lo ha servito per 7 anni

Re Carlo come non lo avete mai visto: l’ex butler racconta sette anni dietro le quinte, tra scherzi, cene di famiglia e un ritratto lontano da Spare

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato:

Ci sono dettagli che i riflettori non mostrano e storie che solo chi vive accanto ai reali conosce davvero. Per sette anni Grant Harrold è stato al servizio di Re Carlo, quando era ancora Principe di Galles, e dei suoi figli William e Harry. Oggi, con un libro di memorie in uscita, l’ex butler apre uno spiraglio sulla vita dietro le quinte della Famiglia Reale, restituendo un ritratto intimo e sorprendente del sovrano, di Camilla e dei principi. Un racconto che contrasta in molti punti con quello offerto da Harry nel memoir Spare.

Re Carlo visto da vicino: un carattere gentile e lontano dagli stereotipi

Grant Harrold entrò a Palazzo nel 2004, restando fino al 2011. Anni intensi, durante i quali visse da vicino la quotidianità della famiglia reale. Di Re Carlo dice: “È un uomo molto gentile, non l’ho mai sentito alzare la voce”. Lo descrive come calmo, pacato, e sempre pronto a ridere con i figli.

Secondo Harrold, l’immagine di Carlo spesso percepita all’esterno – quella di un uomo distante, quasi freddo – non corrisponde alla realtà. Al contrario, racconta di un padre affettuoso che faceva scherzi a William e Harry per strappar loro un sorriso. Piccole scene familiari, cene e risate condivise, ben lontane dal ritratto drammatico di rapporti incrinati che emerge da Spare.

Camilla, William e Harry: un clima diverso da quello di Spare

Uno dei punti più spinosi del libro di Harry riguarda Camilla, oggi Regina, che lui definì “stratega” e pronta a giocare “una lunga partita” per arrivare a sposare Carlo. Harrold smentisce: “I quattro andavano d’accordo, li vedevo a cena insieme, a feste, a bere un bicchiere in compagnia”.

L’ex maggiordomo ricorda perfino il giorno delle nozze tra Carlo e Camilla, nell’aprile 2005: “Era il più felice che l’avessi mai visto”. A fine festa furono proprio William e Harry a decorare l’auto degli sposi con la scritta Just Married, correndo dietro la macchina tra risate e applausi. Un’immagine festosa e familiare che stride con il racconto del duca di Sussex.

Nei suoi ricordi, anche il rapporto tra William e Harry appare molto più solido: “Il loro legame era fortissimo. Si prendevano in giro, si nascondevano dietro gli angoli per spaventare il padre e farlo ridere. Era semplicemente una famiglia”. E racconta persino di momenti di complicità tra Harry e Kate Middleton, quando ancora era la fidanzata del fratello: uscite al pub, pomeriggi di shopping, una quotidianità insospettabile per due reali.

L’ex butler contro Spare: due versioni a confronto

Il contrasto tra i ricordi di Grant Harrold e le confessioni di Harry in Spare è evidente. Se nel memoir il duca descriveva la sua giovinezza come segnata da conflitti e sospetti verso Camilla, l’ex butler ribalta la narrazione: “Non capisco cosa abbia raccontato Harry, io li vedevo sereni e uniti”.

Il libro di Harrold, The Royal Butler: My Remarkable Life of Royal Service, in uscita a breve, promette di aggiungere nuovi tasselli a questo puzzle complesso fatto di memorie divergenti. Perché dietro le foto ufficiali e i titoli dei giornali, la vita di Re Carlo e della sua famiglia resta una miscela di realtà e percezione, in cui ogni voce – soprattutto quella di chi ha servito la Casa Reale da vicino – contribuisce a svelare un frammento di verità.