Ci sono persone destinate a entrare nel nostro cuore e lì a restare, per l’eternità. Lo hanno fatto attori, cantati e artisti, e poi ancora scrittori e pittori. Lo hanno fatto con la loro personalità e con il loro carisma, con quelle conquiste che poi sono diventate anche le nostre. Lo hanno fatto ogni giorno tenendoci compagnia, facendoci sognare, ridere ed emozionare.
Lo ha fatto anche lui, Corrado Mantoni. Il grande conduttore televisivo che per anni è apparso sul piccolo schermo, quello stesso schermo che aveva conquistato e che aveva trasformato in un luogo in cui tutti potessimo sentirci a casa.
Lui, Corrado, è stato uno dei personaggi televisivi più amati di sempre, nonché il volto dei programmi più iconici che ci hanno tenuto compagnia dagli anni ’50 in poi, diventando una presenza fissa, e anche un po’ familiare, del piccolo schermo e della nostra vita.
Corrado Mantoni
Sono passati anni dalla sua scomparsa, da quel giorno di giugno del 1999 in cui il grande presentatore moriva a causa di carcinoma del polmone lasciandoci, eppure nessuno lo ha mai dimenticato. Farlo è impossibile perché grande è l’eredità che ci ha lasciato, a partire dal suo sorriso, dal carisma e dalla spontaneità che hanno sempre caratterizzato ogni sua conduzione.
Lui, considerato il padre fondatore della televisione italiana, è stato anche autore televisivo e conduttore radiofonico. Un uomo devoto al suo lavoro, nato per quel mondo dello spettacolo come conferma anche l’attività di attore e doppiatore. Del resto la sua passione lo aveva portato fin da giovanissimo a muovere i passi in questo settore.
Nato a Roma il 2 agosto del 1924, Corrado manifesta sin da adolescente una certa passione per il mondo dello spettacolo. Per inseguire il suo sogno di calcare i palcoscenici, e seguire le orme di suo fratello maggiore Riccardo, sceglie di lasciare gli studi di giurisprudenza per trasformare i suoi desideri in realtà.
Negli anni ’40 ci riesce, ma quello è solo l’inizio. Corrado Mantoni inizia a lavorare per la radio americana in Italia e poi ottiene un contratto nell’Ente italiano per le audizioni radiofoniche come annunciatore. Viene scelto per la voce decisa e l’ottima dialettica, inizia così a occuparsi di notizie storiche e di attualità. Ma tanta è la sua voglia di esplorare e indagare quel settore che inizia a collaborare con i cinegiornali del tempo.
Parallelamente al lavoro in radio, inizia a lavorare come attore e doppiatore scegliendo il suo nome d’arte. Da quel momento, e per sempre, resterà Corrado.
In pochi anni raggiunge una popolarità tale che viene scelto come presentatore. Non uno qualsiasi, ma il primo, quello di un programma sperimentale dalla durata di pochi minuti. Era il 1949 e Corrado si preparava a entrare per sempre nelle case e nei cuori del pubblico italiano.
Il padre della televisione italiana
Negli anni ’50 Corrado aveva conquistato, ufficialmente, la radio italiana in veste di presentatore ufficiale. Ogni suo programma era un successo, dovuto soprattutto al suo carisma e a quell’ironia colta e brillante.
È il decennio successivo, invece, a consacrarlo come uno dei migliori presentatori della televisione italiana. Esordisce con Un due tre nel 1955, ma quello è solo l’inizio di una serie di programmi di successi che hanno fatto la storia.
Presenta Canzonissima nel 1970 e nel 1971 dove esordisce una giovanissima Raffaella Carrà con la quale si troverà a lavorare nel varietà Fantastico. Nei primi anni ’80, Corrado lascia la Rai per approdare nel futuro gruppo Mediaset, e anche qui i suoi programmi si rivelano un successo.
Oltre al programma di successo Il pranzo è servito, Corrado diventa il volto della Corrida, trasposizione televisiva dell’omonima trasmissione radiofonica che lui stesso aveva ideato su Rai Radio 2, che diventa in pochissimo tempo un successo iconico.
Ha continuato a lavorare fino al 1997, anno in cui, durante l’ultima puntata della Corrida, ha annunciato il suo ritiro dalle scene davanti a migliaia di spettatori commossi.
L’8 giugno del 1999, all’età di 74 anni, Corrado si è spento a causa di un carcinoma del polmone, eppure nessuno lo ha mai dimenticato. Rivive nei suoi programmi iconici, nella sua irriverenza, nelle risate e nelle emozioni che ci ha regalato, e in quella via che la città di Roma gli ha dedicato.