La dieta per chi accumula il grasso nella parte superiore del corpo

In questi casi, le diete iperproteiche e addirittura fare troppa attività fisica possono risultare inefficaci. I menu da portare in tavola

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Non solo corpo a mela o corpo a pera. Esiste anche un terzo tipo di obesità chiamata “surrenalica” o cortisolemica, più frequente nel sesso maschile ma anche in moltissime donne sia in età fertile che nel periodo della menopausa. È quella che si sviluppa nelle persone che accumulano il grasso in modo particolare sulle braccia, sulle spalle, sul collo e sul torace, nonostante le gambe e i glutei rimangano relativamente sottili e magri. “In questi soggetti, l’incremento ponderale – spiega il dott. Fausto Aufiero, medico chirurgo e nutrizionista a Roma ed esperto in Bioterapia Nutrizionale – si localizza infatti nelle regioni superiori del corpo, tanto che spesso il diametro antero-posteriore del torace può avere un’estensione superiore alla media. Nei casi più eclatanti, risaltano le gambe e le cosce sottili, quasi dei trampoli che sorreggono un tronco massiccio, con le curve glutee ridotte o assenti per perdita della fisiologica lordosi lombare e spostamento in avanti del baricentro del bacino, tanto da configurare la classica forma a pera rovesciata”. 

Per queste persone dimagrire può essere molto difficile.

Le predisposizioni psico-costituzionali

Si tratta in genere di individui intraprendenti, dominanti, con tendenza all’ipertensione arteriosa e alle patologie cardiovascolari. Di solito esprimono un elevato tono adrenergico e le analisi del sangue potrebbero evidenziare alti valori di cortisolo, squilibri glicemici e diabete, tanto da configurare il quadro classico della sindrome metabolica.

Rimedi mirati

Nonostante queste persone presentino un tono muscolare elevato, a causa della loro tendenza anabolizzante può essere difficile ridurre peso e misure nella zona superiore del corpo. Inefficace, inoltre, possono essere anche l’attività fisica e l’adozione di stili di vita alimentari che prevedono un alto apporto di proteine (diete iperproteiche). La stimolazione del catabolismo organico dovrà quindi essere molto mirata, evitando quelle soluzioni nutrizionali che potrebbero incrementare ulteriormente la funzione surrenalica anabolizzante.

La dieta ideale

L’impostazione nutrizionale nei soggetti con iperfunzione surrenalica – spiega il dott. Fausto Aufiero nel suo libro “Principi di Bioterapia Nutrizionale” (Vis Sanatrix Naturae) – dovrà: 

  • innanzitutto contrastare l’anabolismo costituzionale con alimenti e associazioni “destrutturanti”; 
  • favorire costantemente la fluidificazione dei liquidi organici e del tessuto ematico; 
  • agevolare e proteggere la funzione del rene, a rischio per la frequente coesistenza di una pressione arteriosa diastolica ai limiti alti della norma; 
  • prestare attenzione all’indice glicemico complessivo dei pasti, in quanto oscillazioni non fisiologiche della secrezione di insulina potrebbero indirettamente provocare ulteriore innalzamento degli ormoni surrenalici; 
  • bilanciare l’iper-androgenismo con un impiego razionale di fitoestrogeni.

Cosa evitare e cosa portare in tavola

Poiché chi presenta questa costituzione ha una tendenza a produrre alte dosi di cortisolo, un ormone coinvolto anche nell’accumulo di grasso e peso corporeo, “in questo tipo di obesità sarà controproducente l’impiego di sostanze adrenergiche, come caffeina o teobromina, che potenzierebbero gli effetti di questo ormone”, spiega l’esperto. “Per la stessa ragione, sarà necessario ridurre o escludere alimenti ricchi di solanina biodisponibile, come melanzana o peperoni, o di clorofilla, presente nelle parti superficiali ed esterne (perciò più scure) di numerose verdure a foglia. Non sarà utile, inoltre, lo stimolo metabolico della vitamina C, per la sua azione eccitante neurologica. Sarà comunque possibile un impiego moderato dell’acido citrico del limone, del pompelmo o dei mandarini, ad esclusione dell’arancia, ricca anche di sali e di zuccheri. Via libera, invece, alle verdure appartenenti alla famiglia delle “Asteracee” o “Cicorie”, per il loro potere di drenaggio tessutale e di facilitazione della funzione renale, sempre a rischio in questo tipo di pazienti”.

Esempi di pasti

COLAZIONI

  • Da bere: 200 cc circa di latte intero fresco Alta Qualità (in assenza di intolleranze al lattosio o di allergie alla caseina) con cacao o orzo. In alternativa, camomilla calda o fredda al limone, oppure latte di mandorla o tè “bancha”, quasi del tutto privo di teina e quindi non eccitante per il surrene.

Il commento dell’esperto: “Salvo specifiche controindicazioni, la scelta del latte sarà quella più idonea a contrastare l’iperfunzione surrenalica di questi soggetti. Il perfetto equilibrio fra calcio, lipidi, proteine e lattosio presenti in quest’alimento garantirà una prolungata stabilità glicemica nelle ore successive. Qualora non fosse possibile proporlo come prima scelta, si ricorrerà alla camomilla o al latte di mandorla. Persino il latte di soia potrebbe avere una qualche indicazione, ma in Bioterapia Nutrizionale se ne fa un uso molto limitato a causa delle numerose problematiche secondarie all’impiego della soia e derivati. Una scelta alternativa a colazione, ma anche durante la giornata o prima di andare a dormire può essere quella di una tisana di valeriana, facilmente reperibile in erboristeria”. 

  • Da mangiare: Pane (tostato per abbattere l’eventuale presenza di lievito in eccesso nella mollica) o fette biscottate con ricotta e pinoli o con burro di ottima qualità e marmellata. Possibile alternare anche con pane e olio extravergine d’oliva, mentre sarà meno utile e perciò di impiego solo saltuario quello con affettati crudi (prosciutto, bresaola, speck o lonza), che troverebbero la loro giustificazione solo quando si renda necessario un maggiore controllo dell’equilibrio glicemico.

Il commento dell’esperto: “Soluzioni ad elevato carico glicemico, come il pane, le fette biscottate o delle brioches con sola marmellata o miele potrebbero indurre una secondaria ipoglicemia a distanza dal pasto con conseguente attivazione dell’adrenalina e del cortisolo. Un frutto ricco di potassio come la banana costituirà un’aggiunta ideale alla colazione e, nei casi più severi, si proporrà anche della frutta secca, in particolare le mandorle, ricche di potassio, calcio e magnesio”.

 

MERENDE 

L’indicazione per eventuali merende ripeterà le scelte fatte a colazione, ovviamente alternando le varie soluzioni. Uno yogurt intero con frutta secca costituirà un’efficace soluzione alternativa, oppure solamente della frutta secca durante il giorno, in particolare le mandorle secche, senza superarne la quantità complessiva di 15-20. 

 

PRANZO N. 1

Patate al forno con olio extravergine d’oliva, spicchio d’aglio, qualche foglia di salvia, un rametto di rosmarino e sale fino non iodato alla fine in quantità moderata, poi petto di pollo o tacchino o vitello in padella con olio, aglio e salvia, radicchio o belghe crude condite o cetrioli. Poi fragole o 14 di ananas.

Il commento dell’esperto: “L’azione anti surrenalica verrà perseguita sia per l’assenza di glutine, sia per il potassio delle patate che per i fitoestrogeni della salvia. Si raccomanda l’esclusione del sale iodato, che avrebbe un’azione neuro-eccitante non richiesta. Sarà invece utile una quantità moderata di quello marino o del sale rosa dell’Himalaya, a basso contenuto di sodio. Un effetto diuretico sarà ottenuto con le verdure consigliate e con frutti come le fragole o l’ananas”. 

PRANZO N. 2 

Valeriana o lattuga o cappuccina o iceberg con olive, qualche foglia di basilico, olio extravergine d’oliva, poco sale, mandorle o pinoli e petto di pollo o tacchino alla piastra e a pezzetti. Poi 2 o 3 pesche saturnine o pesca a pasta bianca, oppure 2-3 mandarini o clementine.
Il commento dell’esperto: “La carne bianca del pollo o del tacchino sarà quella più adatta in questi pazienti. Nel caso specifico sarà cotta alla piastra e poi aggiunta a pezzetti nell’insalata. Le mandorle o i pinoli ridurranno l’iperattività surrenalica grazie al loro contenuto di calcio, potassio e magnesio, in modo sinergico alle verdure proposte. Anche il basilico, erba aromatica neuro-sedativa contribuirà allo scopo. Infine, a seconda della stagione, si completerà il pasto con frutti diuretici e drenanti come la pesca bianca o le clementine”. 

PRANZO N. 3 

2 patate lesse condite, pesce lesso, cavolfiore crudo condito, o puntarelle o indivia riccia, e melone o anguria, oppure frutti di bosco.
Il commento dell’esperto: “Nei casi in cui si renda necessaria una marcata azione diuretica (per esempio quando il paziente è anche iperteso), una soluzione di valido supporto alla terapia farmacologica potrà essere quella suggerita nel pasto precedente. Le patate, con la lessatura, rilasceranno nell’acqua di bollitura una parte del potassio e degli amidi. Il pesce, proposto nella stessa modalità di cottura, subirà una drastica riduzione della sua quota di sali. Il cavolfiore stimolerà il metabolismo per il suo contenuto di iodio ma, essendo anche ricco di calcio, avrà un effetto di rallentamento della funzione surrenalica e della iper-cortisolemia. In alternativa, si potranno proporre verdure diuretiche come le puntarelle o l’indivia riccia. Melone o anguria forniranno una quota abbondante di acqua di vegetazione. Nei pazienti surrenalici a rischio di diabete si preferiranno frutti di bosco, che avranno un minore indice glicemico e proteggeranno la microcircolazione capillare”. 

PRANZO N. 4

Bruschetta o patate al forno con olio, aglio, salvia e rosmarino, poi frittata con cicoria o con cipolla e insalata mista, sempre con cipolla cruda, se possibile. Infine uno dei frutti diuretici citati nei pasti precedenti.
Il commento dell’esperto: “Per continuare ad evitare, o almeno ridurre il glutine, (il che si tradurrà in una minore fatica renale e in un più basso stimolo del surrene), invece del comune pane sarebbe meglio optare per le patate al forno. La frittata con cicoria o con cipolla avrà lo scopo di mantenere attivo il metabolismo, ma anche di favorire la funzione renale. L’insalata mista fornirà acqua di vegetazione, insieme al frutto scelto, ma sempre in quantità non esagerata, in modo da non rischiare una iperglicemia nei soggetti a rischio”. 

PRANZO N. 5

Bruschetta, sogliola alle mandorle (con aggiunta di qualche foglia di salvia in cottura e prezzemolo tritato fresco alla fine), cavolfiore ripassato in aglio, olio, salvia e peperoncino con aggiunta di olive, prezzemolo tritato fresco e una manciata di pinoli, poi ananas o fragole o frutti di bosco o melagrana a chicchi.
Il commento dell’esperto: “La sogliola alle mandorle sarà cotta con la salvia per avere fito-estrogeni biodisponibili in funzione anti surrenalica, mentre il prezzemolo aggiunto alla fine avrà lo scopo di fluidificare il tessuto ematico. Il cavolfiore è una delle poche verdure appartenenti alla famiglia delle “Crucifere” ad essere ricco di calcio e sarà ben tollerato se proposto nella modalità soffritta in padella, aggiungendo solo a fine cottura il prezzemolo, per le ragioni citate prima, qualche oliva e una manciata di pinoli, in modo da non alterarne i principi nutrizionali con alte temperature. Come frutta si potranno scegliere l’ananas, il melone o le fragole per avere un’azione sinergica al prezzemolo nella fluidificazione del sangue, quasi sempre utile in questi pazienti. In alternativa si potrà decidere per i frutti di bosco o la melagrana, se il quadro clinico richiederà anche un aiuto alla microcircolazione”. 

 

CENA N. 1 

Pasta (senza glutine) o riso integrale con cavolfiore ripassato, valeriana condita con olio extravergine d’oliva, niente sale, tonno all’olio d’oliva sgocciolato bene, possibilmente cipolla cruda, qualche oliva e una manciata di pinoli.
Il commento dell’esperto: “Per una maggiore agevolazione renale si potrà scegliere il riso o una pasta senza glutine, come quella di mais o di grano saraceno. Il cavolfiore, associato alla quota di carboidrati, avrà il vantaggio di agire in senso anti surrenalico, grazie al suo contenuto di calcio e bromo. La modesta quantità di tonno all’olio d’oliva (evitare quello cosiddetto “al naturale”) aggiunto alla valeriana proteggerà dal rischio di eccesso glicemico. Nell’insalata non sarà necessario aggiungere sale, ma sarebbe utile integrare con olive di qualsiasi tipo e una manciata di pinoli. Se tollerata, sarà molto utile la cipolla cruda”. 

CENA N. 2

Riso integrale con radicchio o belghe trifolate e 70-100 g di ricotta mangiata da parte o aggiunta direttamente sul piatto, poi cetriolo o finocchio o carota in pinzimonio, oppure valeriana condita.
Il commento dell’esperto: “Il riso, privo di glutine, e perciò maggiormente diuretico, sarà scelto fra le numerose varietà integrali, che avranno un indice glicemico più basso rispetto al classico riso bianco. Esso sarà lessato e scolato (quindi non a risotto) per ridurre comunque una certa percentuale di amido nell’acqua di bollitura e si aggiungerà in padella al radicchio o alle belghe trifolate. Come modesta quota proteica si potrà aggiungere della ricotta, di cui si è già detto precedentemente. Infine, verdure anti-meteoriche come cetriolo, carota o finocchio saranno aggiunte nella quantità adeguata all’esigenza del paziente, oppure si potrà optare per un vegetale anti adrenergico come la valeriana. 

CENA N. 3

Riso, quinoa o miglio, aglio, olio, 2-3 foglie di salvia nel soffrittino e peperoncino alla fine con aggiunta di un trito di mandorle secche, poi una porzione sufficiente, ma non troppo abbondante di pesce lesso (sempre meglio pesci di scoglio o di fondale, a minore contenuto di iodio e fosforo) e lattuga, o cappuccina o iceberg condite.
Il commento dell’esperto: “L’aglio e la salvia, già ampiamente consigliati nelle preparazioni dei pranzi, saranno presenti anche di sera nel condimento del riso o della quinoa, arricchiti dal calcio, magnesio e potassio presenti nel trito di mandorle secche. Il pesce, proposto lesso per eliminare nell’acqua di bollitura la maggior parte dei sali minerali, sarà utile per bilanciare il carico glicemico complessivo del pasto, che sarà completato con verdure anti surrenaliche come la cappuccina, la lattuga o l’iceberg”. 

CENA N. 4

Riso alle erbe, zucchina trifolata o in pastella e 70-100 g di ricotta o di una delle molte varietà di formaggi teneri.
Il commento dell’esperto: “Altra soluzione ideale a base di riso (sempre sostituibile con la quinoa, ma anche con il sorgo) sarà il riso alle erbe che ridurrà l’attività surrenalica. La salvia, il basilico, il burro e un po’ di Parmigiano reggiano forniranno nutrienti miorilassanti e sedativi, mentre il prezzemolo fresco avrà un effetto fluidificante sul sangue, di cui questi soggetti hanno grande bisogno. Un potenziamento delle precedenti indicazioni si avrà con il potassio contenuto nelle zucchine, proposte nella modalità soffritta o fritta, a seconda di quanto si ritenga necessario stimolare il fegato. Trattandosi di solito di individui con elevato consumo energetico, potrà essere indicata una moderata quota proteica come 70-100 g di un formaggio tenero o della solita ricotta con pinoli”. 

CENA N. 5

2 patate al prezzemolo, sogliola o rombo lessi e conditi con olio extravergine d’oliva e prezzemolo tritato. Infine lattuga o cappuccina o iceberg conditi.
Il commento dell’esperto: Una cena senza glutine, bilanciata dal punto di vista glicemico e particolarmente diuretica sarà quella precedente. Le patate mitigheranno l’iperfunzione surrenalica in atto e, insieme alla tipologia di verdure crude scelte, avranno anche azione neuro-sedativa. Il prezzemolo contribuirà alla fluidificazione del sangue e quindi il rene sarà agevolato nell’eliminazione dei liquidi in eccesso, senza essere disturbato dalla presenza di proteine animali. Infine, si sceglieranno pesci ricchi di calcio e silicio e con poco iodio e fosforo come la sogliola o il rombo, lessati per ridurre al massimo la percentuale di sali minerali”.