Infuso, tisana, decotto: qual è la differenza?

Spesso le parole tisana, infuso e decotto sono usate come sinonimi, ma esistono delle differenze. Vediamo quali

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Pubblicato: 21 Giugno 2021 16:03

Cos’è una tisana

Che differenza c’è da una tisana e un infuso? E tra un decotto e un macerato? Spesso questi termini vengono utilizzati come fossero sinonimi, ma in realtà esistono alcune distinzioni tra le varie preparazioni erboristiche.

Con il nome di tisana si indicano infatti in modo generico tutte le estrazioni in acqua di erbe officinali. Secondo la definizione della Farmacopea ufficiale italiana, le tisane sono “preparazioni acquose ottenute estemporaneamente da più droghe vegetali e destinate a essere somministrate per via orale come tali a fini terapeutici o come veicoli di altri medicamenti. Possono essere leggermente edulcorate o aromatizzate e vanno, di preferenza, consumate al momento”.

Nelle tisane, l’acqua funge da solvente ed estrae i composti idrosolubili della droga vegetale, cioè la parte della pianta medicinale che presenta la quantità maggiore di costituenti attivi. In acqua si possono ad esempio estrarre facilmente acidi organici, carboidrati idrosolubili, amidi e mucillagini, saponine, svariati glucosidi, sostanze amare, tannini, sali minerali, vitamine idrosolubili e, parzialmente, oli essenziali.

Per estrarre meglio determinati principi attivi, in alcuni casi è conveniente sostituire l’acqua con il latte, oppure aggiungere vino o altre bevande alcoliche, sostanze acide come il succo di limone o ingredienti basici, come il bicarbonato di sodio.

Le droghe destinate alla realizzazione di tisane sono generalmente essiccate e ridotte in frammenti. In base alla natura delle droghe vegetali scelte si opterà per due modalità diverse di preparazione della tisana: l’infuso o il decotto.

Infuso e decotto: differenze

Le tisane possono essere preparate con diverse modalità che includono l’infusione e la decozione.

Per quanto riguarda l’infuso, questo si prepara versando acqua bollente sulle erbe officinali e si lascia poi la droga in infusione, sistemando un coperchio per evitare la perdita di composti volatili. Dopo un tempo variabile (di norma compreso tra i cinque e i quindici minuti), l’infuso di filtra e si consuma tiepido. Per comodità l’infuso può essere preparato all’interno di tazze munite di filtro e coperchio: in questo caso, le erbe si sistemano all’interno del filtro in dotazione, dopodiché si versa acqua bollente fino a coprire le erbe e si copre la tazza. Trascorso il tempo di infusione si estrae il filtro e si consuma l’infuso.In alternativa, per preparare un infuso si possono utilizzare filtri in tessuto, metallo o silicone, in cui inserire la miscela di erbe.

Il decotto si prepara invece sistemando circa 5 grammi di miscela di droghe vegetali ogni 100 millilitri di acqua fredda che viene poi portata a bollore. La droga può essere fatta bollire per cinque-10 minuti o per tempi anche più lunghi, in base alla durezza della parte della pianta da cui si vogliono estrarre i principi attivi.

La differenza tra infuso e decotto è dunque legata principalmente alla temperatura dell’acqua e al tempo di infusione, che incidono sulla qualità e sulla quantità di costituenti attivi estratti dalla pianta.

Quando è meglio scegliere un infuso e quando invece è preferibile usare il decotto? In linea generale si opta per l’infuso se la miscela di erbe è costituita da parti vegetali delicate come fiori, gemme e foglie. Inoltre, si ricorre all’infusione quando i composti da estrarre sono volatili o poco stabili al calore. Il decotto invece è più indicato per parti dure delle piante, dunque per legni, cortecce e radici, ma anche semi, alcuni frutti e nel caso di foglie dure come quelle di carciofo.

Nel caso di radici, semi, frutti, foglie coriacee che contengono oli essenziali, sebbene siano di consistenza dura, meglio evitare la decozione: in questi casi è meglio procedere con un’infusione, eventualmente preceduta da una macerazione lunga in acqua fredda.

Vantaggi e benefici delle tisane

La tisana è probabilmente la modalità di somministrazione più diffusa e utilizzata in erboristeria e nelle medicine tradizionali.

I motivi per cui la tisana ha da sempre riscosso un grande successo sono molteplici. Innanzitutto le miscele di erbe per tisane sono facilmente reperibili in erboristeria a prezzi convenienti. In secondo luogo, l’erborista può personalizzare la miscela modificando gli ingredienti sul momento. L’erborista, oltre a miscelare in modo corretto le varie erbe, è in grado di scegliere le piante migliori sia per le loro proprietà terapeutiche sia per assecondare le esigenze e i gusti del cliente, così che la tisana risulti gradevole oltre che benefica. Questo è un aspetto da non sottovalutare: il buon sapore che accomuna la maggior parte delle tisane, rende più facile seguire un’eventuale prescrizione e, di conseguenza, la possibilità di ottenere i benefici sperati.

Il fatto che nella maggioranza dei casi per preparare infusi e decotti si utilizzi l’acqua aggiunge ulteriori vantaggi alle tisane. L’acqua consente infatti una buona estrazione del fitocomplesso di numerose droghe vegetali, non presenta problemi di tossicità, non interferisce con i componenti della pianta e permette che i principi attivi vengano assorbiti e metabolizzati dall’organismo rapidamente.