Le chiacchiere di Carnevale a dieta. Sì o no? Chi ci legge sempre lo sa, siamo contrari ad ogni sentimento punitivo nei confronti del cibo, soprattutto se si parla di un qualcosa di tradizionale, nato per rallegrare un periodo e che spesso e volentieri rappresenta una bella occasione di socialità. Quindi la risposta è sì, si possono mangiare le chiacchiere di Carnevale anche se si è a dieta, ve lo diciamo subito. Ma con un po’ di moderazione e tanta, tantissima tattica. Ecco perché.
Indice
Cosa sono
Le chiacchiere di carnevale sono un dolce antichissimo che oggi si prepara in occasione del Carnevale, ma che ai tempi dell’Antica Roma veniva distribuito durante i Saturnali e aveva il nome di fritilia. E sui nomi di questo dolce potremmo dilungarci parecchio visto che se in Lombardia e Piemonte si chiamano chiacchiere, in Emilia Romagna hanno il nome di sfrappole, in Toscana sono i cenci in Veneto crostoli in Sicilia bugie e nel centro frappe. E questo ci interessa fino a un certo punto, perché in ogni caso, con delle piccole variazioni, sono di base preparate con un impasto di farina, uova, zucchero, burro (o olio o strutto) e liquore che poi viene steso, tagliato e fritto. Ultimamente si stanno diffondendo sempre di più anche le preparazioni al forno.
Calorie
Partiamo da qui per pensare a come inserire le chiacchiere nella nostra dieta e non perderci quel pizzico di follia carnevalesca che rende così divertente febbraio.
Versione fritta
Partiamo dalle cattive notizie: 100 g di chiacchiere fritte apportano dalle 450 alle 550 kcal in base alle ricette. Insomma, mica poco. Ma è un valore piuttosto coerente con tutta la categoria de cibi fritti che sono di fatto tra i più calorici che possiamo consumare. Se poi aggiungiamo il fatto che nell’impasto sono presenti anche burro e zucchero, è ovvio che non possiamo aspettarci di avere a che fare con dati diversi.
Versione al forno
Proseguiamo con le cattive notizie. Le chiacchiere al forno, non esistono. O meglio forse qualche pasticceria artigianale o industriale forse le produce, ma se pensiamo alla gran parte delle produzioni in circolazione, la realtà è che si tratta di prodotti prima fritti e poi ripassati in forno per ottenere quel sapore biscottato e la croccantezza che alcuni prefericono alla friabilità di quelle fritte. Questo per dire che stiamo sempre parlando di 450-550 kcal per 100 g di prodotto.
Valori nutrizionali
I dati che andiamo a riportare, sono ovviamente relativi a delle chiacchiere confezionate (quelle a cui abbiamo guardato sono quelle di MD) e che quindi saranno diversi da prodotto a prodotto, anche se ovviamente non possiamo aspettarci variazioni significative.
Nutriente | Per 100 g di chiacchiere MD |
Energia (kcal) | 515 |
Grassi (g) | 26 |
di cui saturi (g) | 3,5 |
Carboidrati (g) | 62 |
di cui zuccheri (g) | 16 |
Fibre (g) | 2,8 |
Proteine (g) | 6,1 |
Sale (g) | 0,46 |
Commentare questa tabella è piuttosto semplice. Abbiamo davanti a noi uno di quegli agglomerati di grassi, zuccheri e carbo che ci fanno sentire la cintura stretta solo a guardarli. Ma sotto sotto lo sapevamo già.
Come mangiare le chiacchiere a dieta
Detto questo, ci piace anche dire che non vogliamo rinunciare al tradizionale e scrocchiarello assaggio di chiacchiere carnebvalesche. Anche se siamo a dieta. Ecco le strategie da mettere in atto per godersi cotanta felicità scroccante senza troppi pentimenti.
La porzione
Questo è il tema centrale che vale per le chiacchiere così come per tutti gli altri cibi che non sono esattamente light, ma che vogliamo godere lo stesso. Stiamo attenti alle porzioni. Se siamo a dieta possiamo mangiare le chiacchiere, ma più che altro, pensiamo di assaggiarle. Per fortuna sono piuttosto leggere, proviamo a non superare i 50 g di peso, ovvero un paio di chiacchiere.
La frequenza
Sì, mangiamoci le chiacchiere che è Carnevale e abbiamo voglia di partecipare anche con la gola. Ma non tutti i giorni. Il periodo delle chiacchiere dura praticamente tutto il mese, evitiamo di pensare di poterle consumare di frequente e limitiamoci a consumarle nelle occasioni di festa. Se siamo da soli, compriamole in pasticceria e artigianali. Sono più buone, più sane e se possono comprare poche per volta.
Lo zucchero
Si usa mettere lo zucchero a velo sulle chiacchiere al forno mentre sulle quelle fritte è tradizione servire con una bella aggiuntina di zucchero bianco. Ma noi, se possiamo, evitiamo. La quota zuccherina è già piuttosto alta e non ne sentiremo la mancanza a livello di gusto.
Gli extra
Ci sono le chiacchiere classiche, quelle ricoperte di cioccolato e persino quelle farcite. Inutile dire che ogni ingrediente aggiunto va ad aumentare la quota calorica del prodotto. Quindi proviamo a fare la scelta più semplice e basic possibile, un suggerimento che torna utile anche in altri casi – pensiamo al classico panino con l’hamburger con o senza bacon, salse, formaggio fuso.
La strategia di compensazione
Chi sta seguendo una dieta, probabilmente sta cercando di essere in deficit calorico per dimagrire, a meno che non si stiano seguendo altri piani alimentari particolari che però solitamente non possono prevedere un alimento come le chiacchiere (vedi chetogenica). Ed è proprio per tentare di rimanere in deficit calorico che è fondamentale compensare con gli altri pasti. Se mangiamo le chiacchiere a merenda ad esempio, la sera possiamo puntare su una minestra di verdure con legumi oppure su un secondo piatto con proteine magre come carne bianca o pesce e verdure al vapore. Allo stesso modo se sappiamo che mangeremo le chiacchiere magari dopo il pranzo di familia, evitiamo di consumare dolciumi a colazione, magari prefendo la preparazione di un porridge con avena e frutta fresca, oppure una colazione all’inglese con uovo strapazzato e fettina di pane integrale.
Fonti bibliografiche
- Tabella nutrizionale chiacchiere, MD
- Fried-food consumption and risk of overweight/obesity, type 2 diabetes mellitus, and hypertension in adults: a meta-analysis of observational studies, PubMed
- Dietary sugar consumption and health: umbrella review, PubMed
- Effects of a six-day, whole-diet sweet taste intervention on pleasantness, desire for and intakes of sweet foods: a randomised controlled trial, PubMed