Che fine ha fatto Dori Ghezzi

Scopriamo che fine ha fatto Dori Ghezzi, cantante degli anni Settanta e moglie di Fabrizio De André, uno dei più grandi cantautori italiani

Foto di Virginia Leoni

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Un’icona, con quel capello biondo tenuto con la lunghezza sempre alle spalle e la frangetta, con quella voce che ha dato vita a brani senza tempo e con quell’amore che l’ha legata per tantissimi anni a uno dei cantautori più apprezzati della musica italiana: Fabrizio De André.

Dori Ghezzi, classe 1946, è nata a Lentate sul Seveso nella provincia di Monza e nel corso della sua vita ha costruito una carriera bellissima, sempre legata alla musica di cui si è iniziata a interessare già da bambina. Dalla morte del marito, sopraggiunta nel 1999, gestisce il suo patrimonio artistico.

La vita e la carriera di Dori Ghezzi

L’amore per la musica è arrivato presto a bussare alla vita di Dori Ghezzi, ma la carriera vera e propria ha preso il via più tardi: era il 1966. Da quel momento è stato un susseguirsi di passi importanti che l’hanno portata in poco tempo a prendere parte a Canzonissima e al Festival di Sanremo. Una data importante, del suo percorso artistico e professionale, è quella del 1972 quando ha iniziato una lunga collaborazione con il cantante americano Wess. I due hanno partecipato a Sanremo e anche all’Eurofestival datato 1975: il sodalizio artistico si è sciolto nel 1979.

E poi è stato nel 1983 che si è piazzata al terzo posto della classifica del Festival con Margherita non lo sa. È nel 1990, infine, che si è dovuta ritirare dalle scene a causa di una problematica alle corde vocali. Sono sei gli album che ha registrato in studio nel corso dei suoi anni come cantante, una carriera che è stata costellata di successi, di brani che sono rimasti nell’immaginario collettivo e che fanno parte della storia della musica italiana.

Dopo l’addio alle scene, però va detto che non si è tirata indietro, in qualche occasione, per collaborare con il marito Fabrizio De André.

Dalla morte di lui, l’11 gennaio 1999, Dori Ghezzi si occupa della tutela e dell’amministrazione del suo patrimonio artistico e gestisce la Fondazione De André.

L’amore tra Fabrizio De André e Dori Ghezzi

L’amore che ha legato Dori Ghezzi a Fabrizio De André è stato lungo e tenace, capace di superare prove difficili come un rapimento. Un amore potente, che è nato da un primo sguardo e che li ha accompagnati per circa 25 anni della loro esistenza.

La data che ha cambiato per sempre la loro vita è quella del 1975, quando inziano a stare insieme. Il cantante, che si era da poco separato con la moglie Enrica Puni Rignon, da cui aveva avuto Cristiano, si è innamorato perdutamente di lei, riconoscendola come la sua anima gemella. Acuta, intelligente e mai eccessiva, Dori Ghezzi ha imparato a conoscere nel profondo Fabrizio De André come artista e come uomo.

In verità i due, però, si erano già incrociati. Era accaduto anni prima, proprio a Genova, come lei stessa ha raccontato a Sette del Corriere della Sera: il loro primo incontro avviene nel 1969 quando Dori riceve il premio Caravella d’oro al Lido di Genova «A me premiavano per Casatschok – ha raccontato al giornale -, ma c’era anche Fabrizio che era premiato per Tutti morimmo a stento, bella differenza fra le due canzoni e a me veniva un po’ da ridere. Non ci siamo presentati ma c’è stato un intenso gioco di sguardi, così lontani così vicini, lì c’è stata la promessa, anche se poi ci siamo conosciuti e presentati solo nel 1974”.

Nei primi anni della loro vita insieme hanno anche vissuto in Sardegna, dove Dori ha dato alla luce nel 1977 la figlia Luvi, Luisa Vittoria De André. Due anni dopo, ad agosto del 1979, sono stati rapiti dall’Anonima sequestri e rilasciati a dicembre, a un giorno di distanza uno dall’altra. Per liberarli era stato versato un cospicuo riscatto.

E delle tante canzoni che Faber ha scritto, quali erano dedicate a Dori Ghezzi? La cantante lo aveva rivelato in un’intervista rilasciata a Io Donna, alla rivista aveva detto: “Lui ha sempre detto di avermi dedicato solo Hotel Supramonte. Aggiungeva che ce n’erano altre, ma non gli ho mai chiesto quali. Forse non era vero, ma per me non era importante”.

Un amore forte, durato a lungo: le nozze sono arrivate nel 1989 a Tempio Pausania. Un amore lungo il loro, di quelli potenti e finito solo a causa della morte di Faber a gennaio del 1999, quando aveva solo 58 anni.

In merito alla decisione di sposarsi dopo così tanti anni insieme, Dori Ghezzi aveva detto a Vanity Fair: “Non è che ne sentissimo la necessità, tanto che ci siamo dimenticati di comprare le fedi. Però a lui sembrava giusto, e me l’ha proposto. Io non gli ho mai chiesto nulla: doveva venire da sé, anche se desideri una cosa non puoi forzare una persona a fare ciò in cui non crede, bisogna avere fiducia”.

Nel tempo la cantante ha rivelato in diverse interviste qualcosa del loro legame, del fatto che tra di loro ci sia stato un vero e proprio colpo di fulmine. “I suoi testi li abbiamo, la sua voce la sentiamo cantare. Quello che mi manca di lui è la voce con cui parlava a me, però”, aveva detto durante un’intervista rilasciata sulla Rai.

In occasione dell’uscita del film Fabrizio De André – Principe Libero – invece – era stata ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio. In quell’occasione Dori Ghezzi aveva ricordato quando si sono incontrati alla Caravella d’oro e il fatto che dopo alcuni anni si sono rivisti. E poi aveva ricordato che la definizione di poeta, che molti hanno usato per rappresentarlo, lo imbarazzava.

Oggi Dori continua a tenere viva la memoria di De André. Del resto, grazie alla sua arte è come se lui ci fosse ancora, senza dubbio è nel cuore delle tante persone che hanno amato e amano ancora i suoi brani. La cantante – come riporta un articolo di qualche tempo fa di SkyTg24 – aveva spiegato: “Per me quella con Fabrizio è una convivenza ancora quotidiana e mi rincuora molto, mi aiuta molto. È sempre molto bello e piacevole occuparsi di lui e continuare questa storia e non vederla come nostalgica e passata. Anzi, guardando un po’ avanti”.