Il kickboxing, l’arte marziale perfetta come antistress

Sport a metà strada tra arte marziale orientale e pugilato anglosassone, la kickboxing fa scaricare stress e chili di troppo. E ti aiuta nell'autodifesa.

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

Tirare calci, pugni e ginocchiate può essere un ottimo modo per combattere lo stress e controllare l’aggressività.

Gli esperti americani sostengono che gli sport da combattimento aiutano a bruciare calorie, modellano il corpo rendendolo tonico, scolpito e armonioso, migliorano l’autostima, il sonno e anche il tono dell’umore.

Il kickboxing è sì uno sport da combattimento ma anche un’attività divertente, aerobica, cardiovascolare e liberatoria che aiuta a perdere dalle 350 kcal in su per ogni ora di allenamento, a seconda del programma seguito.

Una disciplina americanizzata nata in Giappone circa cinquant’anni fa in aggiunta alle altre forme di combattimento tipiche dei nipponici, come il karate e il taekwondo.

La kickboxing unisce sapientemente le tecniche delle arti marziali provenienti dalle terre del Sol Levante, visibili nella parte dei calci, e la boxe occidentale percepibile nei pugni. Si può quindi affermare che sia l’espressione fitness di due culture differenti.

Basta infilarsi i guantoni da boxe e sotto le fascette di protezione, e partecipare a una lezione collettiva di kickboxing dopo essersi preparati con una corsa preliminare e il salto della corda per imparare a coordinarsi e a rafforzare i polpacci.

La pratica permette di rafforzare le spalle, il seno e le braccia, in particolare i tricipiti, punto dolente di molte donne. I calci, dai diretti ai circolari, sono utili per le cosce e i glutei che, uniti alle torsioni, fanno bene allo snellimento della vita. Si allena anche il cuore perché la frequenza sale e scende di continuo, aumenta la resistenza fisica e si bruciano i grassi, tanto che i risultati si vedono già in poco tempo. Permette di allenare anche i riflessi che acquistano velocemente maggiore prontezza soprattutto in un corpo già allenato. Anche la consapevolezza di essere pronti e capaci aiuta come un vero e proprio antidepressivo, scaricando ben presto tutto lo stress accumulato nella giornata e permettendo di sentirsi più leggeri anche nello spirito rendendo più sicuri di se stessi.

La fusione di pugni e calci aiuta a conquistare quindi sia la forza che l’agilità. Infatti, in questo caso, non conta la forza, ma la precisione del colpo e questo è il principale motivo per cui è perfetto non solo per gli uomini ma anche per le donne.

Per chi si avvicina a questa attività per la prima volta, di norma si consiglia di trascorrere una breve fase davanti allo specchio per acquisire i movimenti base di questo allenamento che, in alcune occasioni, diventa anche una vera e propria danza collettiva.

La storia della Kickboxing

Le origini della kickboxing risalgono molto prima al primo torneo ufficiale del 1974 negli Stati Uniti. Infatti, negli anni Sessanta in Giappone nuove tecniche sono state sperimentate e che si affiancavano a quella già conosciuta del karate. Prendendo spunto da diverse discipline presenti in un più ampio ambito geografico, i giapponesi ebbero l’idea di impreziosire la loro arte marziale consentendo il pieno contatto tra gli sfidanti. Ecco, quindi, che prese forma un nuovo sport che univa le tecniche di pugno tipiche della boxe con quelle di calcio che caratterizzavano il karate. Questa nuova tecnica è stata poi resa famosa negli Stati Uniti tra gli anni Ottanta e Novanta. L’evoluzione non ha subito alcun arresto tanto che ha fatto la sua comparsa ai Giochi Europei di Cracovia e la federazione internazionale vorrebbe che diventasse quanto prima anche uno sport olimpico.

La tecnica

I colpi che si possono sferrare nella kickboxing coinvolgono sia i pugni che i calci e le tecniche stabilite dal regolamento ufficiale sono molteplici.

Per quanto riguarda i pugni possono essere eseguiti diretti, con il braccio steso in avanti e con l’obiettivo di centrare il busto o il volto dell’avversario, i ganci (pugni sferrati mantenendo il braccio piegato, ruotando la spalla) e i montanti, ossia colpi dal basso verso l’alto per colpire il mento dell’avversario oppure il busto e addome.

I calci invece possono essere frontali e cioè colpendo l’avversario con l’avampiede o il tallone e portando la gamba prima al petto e poi avanti, quelli laterali sferrati dalla posizione laterale e ruotando la gamba d’appoggio di novanta gradi per colpire con l’altra usando il taglio del piede, i calci rotanti con i quali la gamba effettua proprio un movimento circolare per colpire con la tibia e può essere diretto alle gambe, al fianco o volto dell’avversario. Esiste poi la variante di calcio girato che si esegue con il corpo che compie una rotazione completa, quello incrociato che permette di colpire il volto dell’avversario con un movimento laterale, quello ad ascia che invece permette di sferrare l’attacco dall’alto verso il basso e lateralmente e viene usato per aprire la guardia avversaria e infine quello ad uncino che colpisce con la pianta o con il tallone e si effettua per colpire con una traiettoria, facendo ruotare il corpo di 90 gradi.

A queste tecniche basiche, si uniscono poi tutte le possibili varianti compresa l’esecuzione in volo.

L’allenamento si compone generalmente di due fasi: nella prima la preparazione avviene tramite esercizi mirati che contribuiscono ad aumentare la resistenza, la flessibilità muscolare e il potenziamento muscolare. La seconda fase prevede invece l’apprendimento della tecnica di base del combattimento che inizia con esercizi allo specchio. Solo in un secondo momento sono previsti esercizi insieme a compagni che fondono le singole tecniche di movimento.

Gli atleti della Kick boxing sono divisi in due categorie. I Juniores: di cui fanno parte gli atleti dai 16 anni ai 19 e i Seniores: che vanno dai 19 ai 40 anni.

I diversi stili e discipline

Ci sono diverse discipline che rimangono sempre nel campo della kickboxing e si dividono in versione da tatami a contatto leggero e stili da ring vero e proprio con pieno contatto. Il point fighting consiste in un sistema di punti che prevede il combattimento non continuato e che assomiglia molto al karate tradizionale in quanto su stretta discendente. Nel point-fighting non è previsto l’utilizzo dei ganci e dei montanti in quanto difficili da eseguirsi senza essere prima colpiti, mentre vengono predilette tutte le tecniche di calcio. Il Light-contact che va eseguito con una tecnica ed esecuzione pulita e con un combattimento continuato a punti. Il contatto deve essere limitato o controllato e privilegia la tecnica rispetto alla forza. In questo caso non è previsto il KO ma la vittoria si raggiunge soltanto accumulando più punti rispetto all’avversario, il kick-light include anche calci diretti alla porzione interna ed esterna della coscia.

Se si passa al ring invece c’è il full-contact che è una combinazione perfetta tra pugilato e tecniche di calcio e consiste in un combattimento continuativo a pieno contatto e necessita grande preparazione fisica, in quanto i colpi vanno eseguiti con forza e potenza. Esiste poi la low-kick con l’aggiunta dei calci circolari bassi e quindi nella parte interna o esterna del quadricipite, mente il K-1 Rules è considerata la disciplina più completa di tutte in quanto accomuna i regolamenti di karate, muay thai e taekwondo e permette di colpire con tutti i pugni della boxe: diretto, montante e gancio e con tutti i tipi di calcio. Sono anche consentiti colpi con le ginocchia.

I benefici

Come già anticipato, i benefici primari sono proprio quelli relativi alla forma fisica perché, combinando movimenti di braccia e gambe, è un’arte marziale veramente completa.

È una tecnica efficace di difesa personale che permette di stimolare tutti i distretti muscolari con un dispendio energetico non indifferente. Migliora la resistenza, la forza, la velocità, la reattività agli stimoli e le posizioni che si assumono, anche grazie all’equilibrio precario, permettono di rafforzare sia le articolazioni sia le caviglie, le ginocchia e le anche.

È un’ottima valvola di sfogo e permette di scaricare lo stress e le tensioni accumulate ottimizzando il benessere mentale e della psiche contribuendo a un abbassamento dei livelli di rabbia durante lo svolgimento degli esercizi.

È un ottimo modo per migliorare i riflessi, la coordinazione e l’equilibrio che vanno sfruttati contemporaneamente. Tramite i calci e pugni alternati, la mente accresce la propria coordinazione mano-occhio e piede-occhio a scapito dei movimenti impacciati in cui si può incorrere quando si è alle prime armi.

I riflessi e i tempi di reazione, infatti, sono migliorati in quanto l’obiettivo è quello di evitare di essere colpiti agendo in attacco. Anche l’equilibrio svolge un ruolo fondamentale in quanto è consuetudine spostare il peso su una sola gamba mentre si sferra l’attacco. Questo permette anche di ottenere un migliore funzionamento cognitivo e del cervello.

Essendo uno sport ad alta intensità permette di migliorare anche la circolazione sanguigna e la frequenza cardiaca.

Grazie alla connessione corpo-mente, la kickboxing è un’ottima alleata per rinforzare la propria autostima in quanto è una pratica gratificante e promuove la crescita personale e le capacità tecniche. È infatti assodato che superare gli ostacoli migliora e influenza l’opinione di se stessi.  La persona imparerà le tecniche di difesa personale che possono aumentare il senso di sicurezza personale e quindi diminuire le ansie e le paure. Anche i risultati ottenuti sul proprio fisico contribuiranno in questo senso. Permette di regolare l’umore perché, quando la mente è sovraccarica, per rilasciare la pressione, l’attività fisica è l’ideale in quanto aumenta la produzione di endorfine, sostanze chimiche che svolgono un ruolo nella regolazione dell’umore e nei sentimenti di felicità, euforia ed eccitazione e questo sport permette di canalizzare lo sfogo in un movimento esplosivo e allentare così lo stress.

Le diverse combinazioni complesse richiedono sforzo mentale e si deve memorizzare l’ordine e questo implica una grande concentrazione. La memoria è quindi sviluppata e anche la messa a fuoco e la nitidezza del pensiero.

La kickboxing è una disciplina sportiva che, come abbiamo visto, offre benefici sia fisici che psicologici e proprio per questo motivo se effettuata nella sua versione di allenamento a contatto leggero può essere adatta anche ai bambini che migliorano la coordinazione e allungano i muscoli molto rapidamente e in maniera efficace. Hanno anche la possibilità di incanalare l’eccessiva energia nello sport. Ovviamente l’allenamento a loro dedicato non deve essere incentrato sulle tecniche specifiche ma sull’aspetto ludico per sviluppare l’autocontrollo, la coordinazione e la consapevolezza del proprio corpo.