Ansia e attacchi d’ansia: i sintomi e come intervenire

Scopri tutti i sintomi di un attacco d’ansia e cosa fare se soffri di ansia. Con i consigli della psicologa

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Serena Allevi

Editor specializzata in Salute & Benessere

Da sempre innamorata della scrittura e dei libri, lavora come editor e copywriter da circa vent’anni nel mondo del benessere a tutto tondo.

L’ansia colpisce un numero crescente di persone, di base trasversalmente anche se pare sussistere una sorta di prevalenza di genere. Con la pandemia, poi, gli attacchi d’ansia e le manifestazioni legate a sindromi ansiose hanno registrato un aumento. Abbiamo scandagliato questo universo insieme alla dottoressa Chiara Alfano, Psicologa Sistemico Relazionale.

Ansia: cos’è

Ne parliamo spesso, a volte anche associandola a manifestazioni banali. Non è raro quindi che il termine “ansia” rientri a pieno titolo nelle nostre conversazioni quotidiane. “Che ansia!” è forse una delle frasi più pronunciate al mondo. Ma cos’è realmente l’ansia?

«Il termine “ansia” indica una risposta fisiologica a situazioni potenzialmente pericolose, un campanello d’allarme che ha permesso (e permette oggi, anche se in modo dissimile) la sopravvivenza della specie umana: lo stimolo ansioso, infatti, innesca il meccanismo di attacco/fuga e comporta il potenziamento delle risorse individuali  – spiega l’esperta – Pensiamo ad esempio a situazioni come un esame o un colloquio di lavoro: la giusta quota d’ansia ci stimola a prepararci al meglio ed aumenta i livelli di attenzione e concentrazione. Quando diventa patologica, però, l’ansia comporta al contrario una perdita dei livelli di prestazione, genera pensieri del tipo “non supererò mai l’esame”, “non ci riesco”, bloccandoci e impedendoci di affrontare la prova».

L’ansia dunque fa parte inevitabilmente del nostro vissuto, consentendoci (ora come allora) di sopravvivere ed affrontare molte difficoltà in modo costruttivo. Quando diventa patologica, però, l’ansia può portare ad una sorta di blocco emotivo e intellettivo, oltre che fisico.

Pare esistere, inoltre, una sorta di predisposizione di genere legata all’ansia. A esserne colpite sono, infatti, soprattutto le donne: «In Italia, 1 persona su 6 soffre di ansia o ne ha sofferto. Le donne sembrano esserne più colpite sia a causa di fattori biologici legati alle fluttuazioni ormonali sia a causa della maggiore probabilità di essere vittime di abusi fisici e psicologici» afferma la dottoressa Alfano.

E a proposito di abusi sulle donne e di violenza di genere, proprio i Centri Anti Violenza (CAV) hanno confermato che, con la pandemia e i lockdown, le richieste d’aiuto sono diminuite in modo preoccupante ma sono aumentati gli abusi di ogni tipo, abusi che spesso hanno palesato la loro esistenza attraverso sindromi di tipo ansioso e attacchi di panico.

Sintomi di un attacco d’ansia

In molti sperimentano almeno una volta nella vita la sintomatologia fisica che caratterizza un attacco d’ansia, episodi che possono avere un’intensità variabile, da lieve fino ad arrivare a un vero e proprio attacco di panico.

«I principali sintomi dell’ansia sono palpitazioni tremori, sudorazione, sensazione di soffocamento, irrequietezza, sensazione di impazzire o addirittura di morire» spiega la dottoressa Alfano. D’altro canto, esistono anche alcune patologie che si manifestano con una sintomatologia molto simile a quella della sindrome ansiosa. Infatti, «cardiopatie, patologie ormonali e respiratorie sono condizioni che possono avere sintomi riferibili come attacchi d’ansia» specifica l’esperta.

Possibili cause

L’ansia patologica è talmente insidiosa che è pratica comune cercarne le cause per allontanarla dalla propria esistenza il più rapidamente possibile. Ma non è così semplice.

«Non è possibile definire l’ansia in termini lineari di causa-effetto. Certamente, oltre a fattori genetici, contribuiscono al suo sviluppo anche l’educazione ricevuta, i cambiamenti, i traumi ed una scarsa autostima – spiega la psicologa – L’ansia può rappresentare quindi l’espressione di un conflitto tra l’immagine che abbiamo di noi stessi e qualcosa che mette in pericolo quell’immagine, oppure può essere letta come una difficoltà relazionale connessa alle tematiche del controllo e della dipendenza. In quest’ottica, l’ansia è una potenziale alleata in quanto fa parlare il nostro corpo, costringendoci ad affrontare il malessere e a non negarlo, offrendo dunque un’opportunità di crescita ed evoluzione».

Cosa fare e come comportarsi

Quando l’ansia assale portandosi dietro i suoi sintomi, spesso acuti e invalidanti, il primo pensiero è come fare per liberarsene. La buona notizia è che è certamente possibile farcela, ma prendendosi tempo e cura di sé.

«La sensazione di essere completamente immobilizzati dall’ansia, la tendenza a evitare tutte le situazioni nelle quali temiamo di star male può creare un forte stato di malessere e isolamento. In questi casi, può essere molto utile rivolgersi a un terapeuta per poterla trasformare in una risorsa» spiega la dottoressa Alfano.

Rivolgersi ad un esperto può quindi rivelarsi un’efficace soluzione, legata a doppio filo alla buona pratica del prendersi cura di sé e dell’altro. Non esiste, infatti, una terapia universale per l’ansia efficace allo stesso modo e per tutti.

Come conferma l’esperta, «non ritengo ci siano terapie più o meno efficaci. Personalmente lavoro adottando un approccio sistemico relazionale, mettendo dunque in connessione il sintomo ansioso con il contesto relazionale della persona e con la sua storia personale».

Ansia e Covid-19

La pandemia ha portato ad un aumento esponenziale delle manifestazioni ansiose, dai sintomi più o meno acuti agli attacchi di panico veri e propri, anche in coloro che non hanno mai sofferto di ansia patologica.

«Certamente la pandemia favorisce una costante preoccupazione per la salute, connessa spesso a situazioni di precarietà lavorativa e isolamento sociale che possono generare stati ansiosi anche in coloro i quali non ne hanno mai sofferto – spiega la dottoressa Alfano – È molto importante seguire le regole e le indicazioni di prevenzione dal contagio focalizzando la propria attenzione sulle soluzioni e non sul problema, sulle azioni che possiamo mettere in campo e non su ciò che non è sotto il nostro controllo».

«Il mio consiglio è di non eccedere soprattutto rispetto alla quantità di informazioni provenienti da tv, giornali e social: è bene essere informati ma focalizzare tutta la nostra attenzione sulle notizie che generano ansia non la aiuterà a sparire. Può essere invece molto utile richiedere una consulenza psicologica per imparare a sostare nell’incertezza che caratterizza questo momento storico, anche per prevenire e non necessariamente per curare» conclude l’esperta.