I cibi che dialogano con il DNA per farti dimagrire. Scopri quali sono

I nuovi studi sulla genomica nutrizionale ci svelano le preziose proprietà delle molecole con azioni “sciogli-grasso” sul tessuto adiposo

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 7 Agosto 2019 09:16Aggiornato: 22 Novembre 2022 14:46

Modulatori genici e dimagrimento

Come mai alcune persone, pur mangiando molto, non ingrassano e altre accumulano peso e massa adiposa con più facilità? Perché, pur seguendo la stessa dieta, una donna dimagrisce e un’altra no?

Ogni individuo reagisce in maniera diversa e la risposta a queste domande è scritta nei geni, ma soprattutto nell’azione che le molecole introdotte nell’organismo attraverso il cibo che ogni giorno portiamo in tavola esercitano sul DNA di ciascuna persona. Sono i cosiddetti modulatori genici, ossia sostanze dotate di azione sul patrimonio genetico, capaci di intervenire sulla produzione di enzimi in grado di gestire e condizionare il metabolismo glucidico, lipidico e protidico delle cellule.

In altre parole, particolari gruppi di alimenti sono in grado di attivare i sistemi biologici cellulari di resistenza al sovrappeso e obesità facendoci dimagrire poiché intervengono sul patrimonio genetico degli adipociti, “magazzini” dove si accumula il grasso. Questa azione dimagrante viene esercitata solo attraverso la scelta di alimenti giusti, in grado di “dialogare” con le cellule grasse. Una carenza di modulatori genici positivi per la perdita di peso, al contrario, altera l’efficienza metabolica e ormonale nell’intero organismo, favorendo l’aumento di grasso e peso corporeo.

Cosa mangiare

Cosa portare in tavola, allora, per orientare l’organismo verso il dimagrimento?

Innanzitutto frutta e verdura di stagione, si legge nel libro del prof. Pier Luigi Rossi Dalle calorie alle molecole. Il nuovo orizzonte nel controllo del peso (Aboca). Grazie alle ricerche sulla nutrigenomica, la scienza che studia come le molecole contenute nei cibi siano in grado di “dialogare” con il DNA – attivando alcuni geni o, al contrario, regolandoli negativamente – si è scoperto che i vegetali sono considerati veri e propri alimenti dimagranti per gli effetti diretti delle loro molecole sul DNA delle cellule grasse, che con l’introduzione giornaliera di questi alimenti vengono svuotate dal loro grasso in eccesso.

I modulatori genici capaci di svolgere questa importante funzione perdi-peso sono gli isoflavoni, i flavonoli, le antocianine, i flavanoli e gli omega 3.

Gli isoflavoni sono contenuti in cipolla, mela, uva, broccoli, tè, limone, oliva, sedano, prezzemolo, arancia e agrumi in generale. I flavonoli sono presenti in tè, cipolle, broccoli, fagioli, cereali, mele, uva, indivia e broccoli. Uva nera e vino rosso, lamponi, fragola, melanzane sono invece ricchi di antocianine. Mele, tè verde, vino, cioccolata e uva nera hanno i flavanoli.

Infine, non far mai mancare in tavola il pesce e i prodotti del mare ricchi di omega 3, acidi grassi polinsaturi che agiscono nell’ambito della prevenzione delle patologie cardiovascolari riducendo i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue e contribuendo al dimagrimento, in quanto sono essenziali nella modulazione genica degli adipociti (le cellule grasse).

In particolare, il salmone contiene la massima dose di un essenziale omega 3, (docosaesaenoico – DHA). Questo nutriente ha un ruolo primario per il metabolismo cellulare, reali effetti nel far dimagrire e controllare la massa grassa corporea.

È tuttavia importante ricordare che gli omega 3 sono grassi molto delicati e non andrebbero sottoposti a temperature maggiori di 100 gradi per pochi minuti, soprattutto se in presenza di ossigeno. La cottura del salmone andrebbe dunque fatta solamente al vapore o con una leggera e lenta bollitura e per tempi brevi. Per evitare problemi igienici – raccomanda l’esperto – è sufficiente che la temperatura al cuore del trancio arrivi a 65 gradi.