Cortisone e insonnia: qual è il legame e come tornare a dormire

I disturbi del sonno sono provocati da diversi fattori e uno di questi è proprio l'uso di alcuni farmaci, come il cortisone. Ecco perché e come rimediare.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

I disturbi del sonno possono essere causati da innumerevoli fattori. Tra questi, l’utilizzo di alcuni farmaci, come il cortisone, è piuttosto frequente. Sebbene questo farmaco, il più delle volte, sia insostituibile per il trattamento di determinate patologie, i suoi effetti collaterali non sono da sottovalutare. Ecco una breve spiegazione su come il cortisone influisce sulla qualità del sonno e sulle principali strategie per limitarne gli effetti.

Il cortisone, perché si usa e quali benefici porta

Prima di capire come e perché interferisce con il sonno, è utile partire da cos’è il cortisone e come agisce sull’organismo. Il cortisone è un ormone corticosteroideo, precursore del cortisolo, che viene prodotto naturalmente dalle ghiandole surrenali, nelle situazioni di stress.

I “cortisonici” sono farmaci sintetici che hanno una struttura chimica molto simile ai corticosteroidi fisiologicamente prodotti dall’organismo e, per questo, vengono utilizzati a scopo terapeutico, in particolare quando è necessario impostare una terapia antinfiammatoria o immunosoppressiva. Tale sostanza è in grado di ridurre i processi infiammatori e di inibire la risposta immunitaria dell’organismo a specifici stimoli.

In questa categoria di farmaci sono incluse numerose sostanze diverse ma simili nel funzionamento, come il cortisone, il prednisone, l’idrocortisone, il metilprednisolone, il desametasone e il betametasone.

Quando vengono assunti, i corticosteroidi sono in grado di ridurre i processi infiammatori, riproducendo l’effetto degli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali, bloccando la sintesi delle prostaglandine (mediatori responsabili di infiammazione e dolore).

L’azione di questi farmaci è anche quella di ridurre la risposta del sistema immunitario, offrendo un’azione preziosa nel contesto delle patologie autoimmuni, nelle quali il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti dell’organismo stesso.

Per questi motivi, tale classe di farmaci è ampiamente utilizzata per trattare una serie di patologie eterogenee e anche di grave entità, come le artriti, l’asma, la sclerosi multipla, il lupus eritematoso o le dermatiti.

I corticosteroidi sono disponibili in commercio sotto forma di:

  • creme a uso topico;
  • compresse o capsule,
  • polveri;
  • soluzioni per la somministrazione parenterale;
  • gocce per applicazioni locali (come quelle oftalmiche);
  • schiume per applicazioni rettali;
  • soluzioni per aerosol.

Gli effetti collaterali del cortisone

La terapia corticosteroidea, specie se prolungata nel tempo, può portare alla manifestazione di effetti avversi. Tra questi, è possibile includere:

  • mal di testa;
  • aumento di peso;
  • tachicardia;
  • bruciori gastrici;
  • danni alla flora intestinale, meteorismo e crampi addominali;
  • nausea, bruciore allo stomaco;
  • giramenti di testa o mal di testa;
  • aumento dell’appetito e difficoltà nella digestione;
  • nervosismo e agitazione;
  • aumento della sudorazione;
  • aumento della ritenzione idrica;
  • maggiore esposizione a sviluppare patologie infettive, per via dell’effetto immunosoppressore.

Inoltre, è indispensabile recarsi al pronto soccorso più vicino, se in concomitanza con l’assunzione del cortisone si verificano:

  • orticaria e rash cutaneo;
  • difficoltà respiratorie;
  • edemi alla lingua o alla gola;
  • senso di oppressione al petto;
  • convulsioni;
  • difficoltà nella visione.

È utile tenere monitorati (e riferire al medico curante) anche i seguenti sintomi:

  • febbre e brividi;
  • feci scure;
  • dolori alle ossa o articolari;
  • debolezza muscolare;
  • alterazioni del ciclo mestruale;
  • dolore alla regione perioculare o sensazione di pesantezza oculare;
  • mal di stomaco;
  • nausea o vomito gravi o persistenti
  • problemi di umore;
  • gonfiore agli arti inferiori;
  • cali ponderali o aumenti repentini di peso.

La lunga lista di controindicazioni comprende anche i disturbi del sonno, che possono portare allo sviluppo di sonnolenza diurna.

I disturbi del sonno da cortisone

Gli effetti di questa sostanza sono, infatti, contrastanti:

  • di sera il cortisone provoca insonnia;
  • durante il resto del giorno porta a una sonnolenza molto accentuata e, per questo motivo, quando si assume tale farmaco è sconsigliato svolgere attività che richiedano una buona soglia di vigilanza, come guidare o maneggiare macchinari.

Perché il cortisone provoca insonnia?

Il cortisone simula l’azione del cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, prodotto dal surrene, che agisce sul sistema nervoso come un eccitante e può indurre stati di veglia prolungati e di insonnia. Il rilascio di questo ormone da parte dell’organismo segue un ritmo circadiano. Il picco massimo è raggiunto intorno alle 7 del mattino, in concomitanza con il risveglio che il cortisolo contribuisce a indurre.

L’assunzione di questo ormone può alterare questo ciclo e, inoltre, ostacolare la funzione della melatonina. Questo secondo ormone, detto “ormone del sonno”, in condizioni fisiologiche aumenta nelle ore serali, ma in presenza di cortisone introdotto dall’esterno, viene ostacolata nelle sue funzioni, ossia rilassare il corpo e prepararlo al riposo notturno.

L’interferenza del cortisone sul ritmo sonno-veglia può condurre a stati di euforia, ansia, ma anche sindromi neuromotorie, che possono perdurare anche per diversi giorni dopo la fine della terapia. Gli effetti del cortisone, infatti, non si esauriscono a distanza di poche ore dall’ultima assunzione. Per far sì che l’organismo torni alle sue normali condizioni sono necessari diversi giorni dalla fine del trattamento, fino a due settimane.

Perché il cortisone provoca sonnolenza?

Il rovescio della medaglia per chi assume cortisone è la stanchezza cronica. Perché accade? Principalmente perché un livello di cortisolo cronicamente elevato porta l’organismo in una condizione di stress costante, capace di indurre un profondo senso di stanchezza.

A peggiorare la situazione è, senza dubbio anche la qualità del sonno, che risulta scarso e spesso discontinuo e che non consente al corpo di riposare e rigenerarsi.

Fattori di rischio

I possibili effetti collaterali derivanti dall’assunzione di cortisone possono aggravarsi in presenza di alcuni fattori, come:

  • l’età avanzata;
  • pregresse carenze nutrizionali;
  • la presenza di altre patologie acute o croniche (in particolare il diabete);
  • la concomitante assunzione di altri farmaci immunosoppressivi.

Inoltre, la possibilità di manifestare effetti collaterali varia anche in base alla tipologia di cortisone assunto, alla formulazione (gocce, compresse, spray, lozioni topiche, ecc.), alla dose introdotta nell’organismo, alla durata del trattamento e alla reattività specifica del soggetto.

Tuttavia, nel caso si renda necessaria una cura a base di cortisone, è bene ricordare che ogni effetto collaterale è da soppesare rispetto ai benefici che questo farmaco è in grado di apportare. Inoltre, non tutti i soggetti reagiscono nello stesso modo all’assunzione di farmaci cortisonici ed esistono diverse tipologie e diverse formulazioni di cortisone che è possibile testare, per trovare la soluzione più adatta alle proprie necessità. Se manifesti effetti collaterali della terapia steroidea, parlane con il medico che l’ha prescritta: sarà in grado di fornirti delucidazioni ed eventuali alternative specifiche per la tua patologia.

Come alleviare i disturbi del sonno da cortisone

È possibile tentare di alleviare i disturbi del sonno provocati dai cortisonici, mettendo in campo una serie di precauzioni in grado di riportare la qualità del riposo a livelli soddisfacenti. Innanzitutto, è opportuno parlare con il proprio medico riguardo le possibili scelte in merito a formulazione, dosi e durata della terapia, in modo da trovare il giusto compromesso tra l’efficacia della stessa e gli effetti indesiderati. Molti dei problemi legati al cortisone dipendono dalla tipologia del trattamento prescritto e dalle dosi del farmaco. Come procedere per far sì che il riposo notturno non sia disturbato o interrotto dall’assunzione di questa sostanza?

È stato rilevato che, solitamente, i disturbi del sonno e, più in generale, quelli di natura neurologica sono frequenti quando il cortisone è assunto ad alti dosaggi e più volte durante la giornata, specialmente se l’assunzione avviene per via orale oppure endovenosa. L’Insonnia da cortisone si verifica spesso nei pazienti ricoverati a cui vengono somministrate grandi quantità di cortisone per il trattamento di patologie di grave entità.

Se possibile, in base alla patologia da trattare, si consiglia di assumere il cortisone a bassi-medi dosaggi, preferibilmente al mattino in un’unica soluzione: ciò sembra interferire in maniera inferiore con la produzione di melatonina e, quindi, avere conseguenze limitate sui ritmi circadiani e sul ciclo sonno-veglia. Si tratta di una pratica oggi diffusa, sia per le assunzioni al domicilio, sia per i trattamenti in ospedale, dove si tende a utilizzare dosaggi ridotti e in un’unica somministrazione.

Il medico specialista che definisce il piano terapeutico dovrebbe sempre soppesare attentamente i benefici e i possibili effetti collaterali, cercando di ridurre al minimo la dose e la durata della terapia, compatibilmente con la condizione patologica da trattare.

È indispensabile prendere in considerazione le patologie pregresse e i fattori propri del paziente e verificare che siano compatibili con l’assunzione di cortisone, di quale tipo e a che dosaggio. Ovviamente, è indispensabile monitorare le reazioni del soggetto all’assunzione di corticosteroidi e agire tempestivamente nel caso
si verifichino problematiche. Anche la formulazione scelta può influire sulla qualità del sonno. Ove possibile, è preferibile utilizzare preparati per somministrazione locale o, ad esempio, per inalazione, piuttosto che un’assunzione per via orale o endovenosa che, però, in determinati casi è assolutamente necessaria.

Da parte del paziente è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni del medico, senza modificare i dosaggi, le tempistiche o la durata della terapia. Inoltre, è suo dovere segnalare qualsiasi effetto avverso, in modo da intervenire, con l’aiuto del medico, sulla terapia e su possibili soluzioni atte ad alleviare i sintomi.

Rimedi naturali per limitare gli effetti del cortisone sul sonno

In caso di insonnia da cortisone è del tutto sconsigliata l’assunzione di psicofarmaci, se non dietro stretta supervisione di uno specialista, poiché questa categoria di farmaci spesso interferisce con l’azione del cortisone, creando condizioni mediche difficili da gestire.

Tra i principali rimedi naturali, ma efficaci, all’insonnia provocata dal cortisone ci sono:

  • l’assunzione regolare di tisane rilassanti, la sera prima di coricarsi;
  • massaggi rilassanti, sempre nella fase pre-sonno;
  • gli integratori a base di melatonina;
  • l’eliminazione di ogni fattore che disturbi il sonno come rumori e luci intense. È possibile ricorrere all’uso di mascherine per gli occhi o tappi per le orecchie;
  • la creazione di condizioni favorevoli al riposo a livello di umidità e temperatura;
  • l’introduzione di pratiche di relax serale, come lo yoga, la meditazione o l’ascolto di musiche rilassanti o rumori bianchi.

Si rivela essenziale mantenere uno stile di vita sano e attivo durante la terapia con farmaci cortisonici. Ad esempio, è utile concentrarsi sulla formulazione di un regime alimentare equilibrato, che riduca l’apporto di calorie e aumenti quello di vitamine e sali minerali. La pratica di una regolare attività fisica favorisce il metabolismo e il mantenimento di ritmi sonno-veglia regolari, contribuendo, inoltre, al mantenimento di un corretto peso forma, della forza muscolare e della salute ossea. La terapia a base di cortisone può portare a un aumentato accumulo di lipidi, dando al volto un aspetto caratteristico detto “facies lunare”.

Per limitare i disturbi del sonno causati dal cortisone, è consigliabile anche controllare il consumo di sale durante l’arco della giornata e bere acqua a sufficienza ma con moderazione. Questa tipologia di farmaci, infatti, tende a provocare ritenzione idrica. Un eccessivo introito di liquidi potrebbe portare a un eccessivo gonfiore corporeo.

Anche se possono causare diversi effetti collaterali, i farmaci cortisonici sono spesso essenziali per contrastare l’infiammazione e gli stati dolorosi causati da un’ampia gamma di patologie. Con il supporto del proprio medico, è possibile assumere queste sostanze con serenità e beneficio.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Perché il cortisone non mi fa dormire?

Perché interferisce con la fisiologica alternanza tra la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) e quelle di melatonina (l’ormone del sonno), causando disequilibri nei ritmi sonno-veglia e rendendo difficoltoso il riposo notturno.

Qual è l'orario migliore per prendere il cortisone?

È consigliato assumere il cortisone nelle ore mattutine e in un’unica somministrazione. In questo modo il cortisone sembra avere meno effetti sulla produzione di melatonina e provocherebbe, quindi, meno disturbi di insonnia.

Quali sono i disturbi che può causare il cortisone?

Tra gli effetti indesiderati ci sono aumenti ponderali, gonfiori, problemi gastrici e danni alla flora intestinale, tachicardia, mal di testa e capogiri, nervosismo, ritenzione idrica, patologie infettive e, appunto, i problemi del sonno.

Come smaltire il cortisone velocemente?

Uno dei modi per facilitarne l'eliminazione è bere molta (ma non troppa) acqua che facilita lo smaltimento del farmaco attraverso le urine. Importante anche seguire una dieta equilibrata e tenere attivo il corpo attraverso l’attività fisica regolare.