Luna Park, la serie in cui il vero protagonista è il segreto

La nuova serie italiana Netflix è un concentrato di intrighi e misteri ambientati nell'epoca della Dolce Vita: abbiamo incontrato i protagonisti

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Redazione

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Contrasti, misteri e legami familiari: sono questi gli ingredienti di Luna Park, la nuova serie italiana Netflix che debutterà sulla piattaforma il 30 settembre contemporaneamente in 190 paesi.

Ideata e scritta da Isabella Aguilar, già ideatrice di Baby per Netflix, la serie mette insieme in 6 episodi una trama ricca di intrighi e segreti, che uniscono storie e personaggi diversi per ceto sociale, carattere e ideologie.

Luna Park, la trama e i protagonisti

Protagonista è Nora (Simona Tabasco, È arrivata la felicità, I Bastardi di Pizzofalcone, Doc – Nelle tue mani), giovane giostraia che dall’incontro fortuito con Rosa (Lia Grieco, al debutto in una serie), ragazza della Roma bene, vedrà stravolta la propria vita così come la conosce. Le due scopriranno di essere sorelle e che un antico segreto le ha tenute separate per oltre vent’anni.

“Secondo me Nora e Rosa hanno in comune l’impulsività, si scopriranno simili sotto quel punto di vista: la delicatezza di avere il coraggio di prendere le decisioni. Credo sia questo che le accomuna – spiega Simona Tabasco – Nora è imprevedibile, non capisci mai chi è. È un personaggio che cerca di scoprire tutto quello che può in maniera molto vivace”.

È così che la giovane giostraia entra a contatto con un mondo nuovo, fatto di ricchezza e sfarzo, quello in cui avrebbe potuto essere cresciuta e di cui fanno parte, oltre a Rosa, il fratello Giggi e gli amici Matteo e Simone.

“Per il personaggio di Rosa io ero molto preoccupata perché avendo poche scene a disposizione temevo di non riuscire a rendere questa ragazza profonda come meritava, venendo da una situazione sociale molto benestante e sfarzosa – dice Lia Grieco – Poi ovviamente lavorando sul testo sono emerse mille sfaccettature, quindi la sua ricchezza, agiatezza è passata in secondo piano perché tutto quello che la compone è più complesso. Non è quello il suo lato principale. In comune con lei forse ho una sensibilità, un’ingenuità che mi porta a fare degli errori”.

Luna Park serie
Fonte: Ufficio stampa Netflix
Luna Park, i protagonisti della serie

Luna Park, il conflitto interiore che accomuna tutti

“L’idea era mostrare come al di là delle classi sociali, dell’essere giostrai, comunisti o fascisti, contasse la determinazione dell’individuo – ci racconta la creatrice Isabella Aguilar – Scegliere se essere una persona egoriferita chiusa nel proprio sistema dei segreti, nella propria avidità emotiva o essere una persona aperta al prossimo, in grado di dare, di fare squadra per superare le differenze. Al di là del sistema sociale in cui puoi sentirti intrappolato, sta a te svincolarti ed essere ciò che vuoi. Tutti i personaggi di Luna Park, sia i giovani che gli adulti vivono questo stesso conflitto. In entrambi i mondi trovi il bene e il male, trovi il marcio e l’eroismo, sta a te scegliere da che parte stare al di là dell’appartenenza sociale. Questo è il senso profondo di Luna Park“.

E infatti è proprio questo eterno conflitto interiore tra realtà e menzogna, tra verità e mistero che accomuna tutti i personaggi. Ognuno ha un segreto, più o meno grande, più o meno soffocante, e ognuno deve convivere con le ripercussioni che lo svelamento di questo segreto può causare.

Luna Park nonna
Fonte: Ufficio Stampa Netflix
Milvia Marigliano, interprete di Miranda, la nonna di Nora

Luna Park e quell’Italia della Dolce Vita che non esiste più

A fare da sfondo alle vicende e ai misteri della serie la Roma degli anni Sessanta, quella della Dolce Vita, del cinema, degli inizi della tv, del boom economico dopo la ricostruzione. Un contesto che fa parte dell’immaginario collettivo, ma che viene reinterpretato in chiave a volte immaginifica altre disillusa.

“Nel momento in cui con Netflix si pensava di scrivere questa storia bella, positiva, è stato il primo periodo storico che mi è venuto in mente. Mi piaceva anche l’idea che fosse un periodo poco ri-raccontato, nel senso che essendo così forte e corposa la narrativa anche estetica di quegli anni dopo era diventato un po’ sacro e intoccabile. Sono stati raccontati tanto gli anni 70, 80 e 90 e i 60 rimanevano un po’ lì. Li abbiamo raccontati in una chiave divertita, ironica, citazionista, anche riprendendo l’estetica di quegli anni e giocandoci. Luna Park è un racconto degli anni 60 ma anche dell’immaginario degli anni 60: pieno di luci, ombre, anche politica”, prosegue Aguilar.

Luna Park
Fonte: Ufficio Stampa Netflix
Una scena tratta da Luna Park

Luna Park, due famiglie agli antipodi ma simili

Nella serie le due famiglie principali, Marini e Gabrielli, sono apparentemente opposte: la prima di giostrai, legata alle altre famiglie della comunità del Luna Park, silenziosa ma unita; l’altra sfarzosa, rumorosa, ma sola, accerchiata da altre persone solo per interesse e in cui i segreti non fanno che aumentare la solitudine dei singoli.

“Da una parte abbiamo una famiglia chiassosa, dall’altra una famiglia più silente, però il dilemma della verità, sul dirsi le cose, il conoscersi davvero, vale per entrambe. Sembra che entrambe vivano attraverso un vetro, vedendosi ma senza mai toccarsi davvero”, è il riassunto che ne fa Alessio Lapice, che interpreta Simone, amico di Rosa e Giggi e evidentemente infatuato di Nora. Simone è forse l’occhio più esterno, disincantato del gruppo, quello che riesce a vedere oltre le apparenze.

“Io credo che se chiedessimo a Simone se ognuno ha il diritto di avere dei segreti lui risponderebbe che li vuole sapere tutti, perché sicuramente lui è continuamente a caccia della verità, che cerca di mostrare attraverso la sua macchina fotografica. I momenti delle persone che riesce a rubare con l’obiettivo gli sembra che siano quelli che esprimono meglio la verità e i rapporti tra gli individui, lo aiutano a metterlo in contatto con la realtà”, spiega Alessio.

Ed è grazie anche a questa chiave di lettura che è possibile interpretare Giggi, uno dei personaggi forse meglio riusciti della serie, grazie anche alla capacità interpretativa di Guglielmo Poggi.

“Giggi è figlio di un segreto, di qualcosa che non si sa bene e si scoprirà. Se uno nasce così, è emblema del segreto e tutto quello che gli sta attorno è intriso di mistero di per sé, dal cinema alla televisione, all’ambito familiare”, è la descrizione che l’attore fa del suo personaggio, grazie al quale ha potuto approfondire aspetti caratteriali che non fanno parte del suo essere.

“Mi sono preso una vacanza dalla mia angoscia personale, mi sono fatto un bellissimo trip dentro la falsa leggerezza di questo ragazzo che poi ha un incredibile vuoto dentro, ma non sarei mai in grado di essere come lui”.