Sanremo, perché il teatro si chiama Ariston e da quando si fa il Festival

Dal 1977 il Festival di Sanremo si svolge presso il Teatro Ariston, un nome che non è stato scelto a caso

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Francesca Baranello

Giornalista e Lifestyle editor

Dopo aver frequentato un Master in Comunicazione Storica, si è appassionata al giornalismo trasformandolo da passione in professione. Per DiLei scrive di tendenze e guide all'acquisto.

La kermesse canora che ogni anno porta l’attenzione sulla città dei fiori per circa una settimana, è da sempre il trampolino di lancio o la conferma di artisti che non vedono l’ora di esibirsi e di presentare il loro nuovo successo nella speranza che diventi una hit suonata dalle radio. Quando si pensa a Sanremo, immancabilmente viene in mente il Teatro Ariston.

Anche se ormai l’associazione è automatica, il Festival non si è svolto sempre all’interno di questa struttura ma inizialmente era ospitato presso il salone delle feste del Casinò di Sanremo.

Le origini del teatro Ariston

Per scoprire le origini di uno dei teatri più famosi d’Italia bisogna andare indietro fino agli anni Cinquanta. All’epoca nella città dei fiori commendatore Aristide Vacchino voleva proseguire le orme della famiglia e fornire ai concittadini un luogo in cui potersi svagare.

Il padre di Aristide, nel 1908, aveva rilevato l’ex The American Cinematograph trasformandolo nel primo cinema della città ligure e dandogli il nome di Sanremese. Sfruttando il fiuto per gli affari del padre, il commendatore decise di acquistare un terreno a Sanremo su cui costruire un edifico in cui poter realizzare spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche.

Il progetto era ambizioso, qualcosa di mai visto prima in città, infatti ci vollero circa 10 anni per realizzarlo, fino all’attesissima inaugurazione avvenuta il 31 maggio del 1963.

I sanremesi da quel momento avrebbero avuto a disposizione un luogo in cui trascorrere una piacevole serata caratterizzata da eleganza e sontuosità. Il teatro contava ben 1960 posti a sedere, divisi tra platea, galleria e palchetti laterali.

Anche le compagnie teatrali avrebbero potuto esibirsi su un palcoscenico degno di nota profondo 15 metri e alto 24, con la possibilità di accogliere un’orchestra formata da 100 musicisti, tutti sistemati all’interno del golfo mistico. Se sul palco gli artisti potevano esibirsi al meglio, anche dietro le quinte lo spazio a loro dedicato di certo non mancava, perché avevano a disposizione 30 camerini e 3 cameroni.

Teatro Ariston di Sanremo: la scelta del nome

Il commendatore Vacchino aveva deciso di non badare a spese curando il teatro nei minimi dettagli con arredi raffinati e schierando in campo i migliori ingegneri per assicurare un’acustica impeccabile.

La magnificenza e la volontà di creare qualcosa di unico nel suo genere furono alla base della scelta del nome. Ariston in greco significa proprio migliore o eccellente, un nome che racchiudeva in sé la visione del suo committente, una struttura imponente e all’avanguardia.

Una struttura che, proprio data la sua eccellenza è diventata, almeno per una settimana all’anno un po’ anche la seconda casa degli italiani e di tutti coloro che, biglietti alla mano, hanno il privilegio di poter essere spettatori del Festival di Sanremo dal vivo.

L’arrivo del Festival di Sanremo al teatro Ariston

Anche la scelta del luogo in cui farlo sorgere non è stata casuale. I terreni acquistati dal commendatore erano al centro della città, una posizione ottima per i sanremesi che non perdevano occasione per assistere a un film o ad una rappresentazione teatrale.

Frequentato e amato dai cittadini, il teatro ebbe una svolta decisiva a fine anni ’70. La facilità nel raggiungerlo spinse gli organizzatori del Festival della Canzone Italiana (nato nel 1951 ) a trasferirsi e lasciare dopo 26 anni il salone delle Feste del Casinò Municipale della città di Sanremo, per scegliere nel 1977 proprio il Teatro dell’Ariston come sede della kermesse canora.

La maestosità e l’impatto visivo sono stati sempre marchi di fabbrica anche per quanto riguarda Sanremo, che ogni anno propone scenografie sempre sfarzose e indimenticabili rese uniche anche dall’ormai iconica scalinata, sempre diversa, che che fa paura a molti.

Nell’edizione scorsa del Festival, la prima post pandemia, la scenografia era stata realizzata da Gaetano Castelli e dalla figlia Maria Chiara e il concept  era incentrato tutto sulla luce, come quella in fondo al tunnel che tutti speravano, allora come ora, di raggiungere presto.

Per quanto riguarda il palco di Sanremo 2023 (che si terrà dal 7 all’11 febbraio prossimo), ancora non è stato rivelato nulla ma tutti non vediamo l’ora di scoprire la scenografia che farà da cornice alle performance dei 28 cantanti in gara, e alle sorprese che, sera dopo sera, Amadeus ha in serbo per noi.

Le origini del nome Teatro Ariston
Fonte: ANSA
Teatro Ariston, la scenografia di Sanremo per l’edizione 2022