Sanremo 2024, la seconda serata verrà ricordata non tanto per la presenza luminosa di Giorgia che ha incantato con la sua voce, non solo per la ri-esibizione di 15 dei 30 cantanti in gara che hanno riproposto e permesso di ascoltare con maggiore interesse i loro brani; non tanto per Dargen, che ha sottolineato come il suo appello al “cessate il fuoco” non fosse politico, ma semplicemente umano. E non solo, infine, e per fortuna che c’è stato, per quel momento di altissima poesia che è stato il monologo di Giovanni Allevi, che ha commosso parlando della malattia e di come un evento terribile, spietato, gli abbia comunque offerto dei doni inaspettati (qui il discorso integrale, da riascoltare mille volte e farlo rimbombare nelle case, nelle scuole).
La seconda serata del Festival di Sanremo 2024 sarà ricordata soprattutto, ahimé, per la grande occasione mancata di John Travolta. Un mito di Hollywood, un ex sex symbol che ha fatto sognare intere generazioni, che ha segnato la storia del Cinema degli anni ’70 e ’90. Un uomo passato attraverso l’inferno più volte (lo stop della carriera a metà anni ’80, la morte del figlio, poi della moglie) e capace ogni volta di risorgere più forte di prima. Un pezzo da novanta costretto a ballare Il Ballo del Qua Qua.
Un momento di imbarazzo indicibile, e non bastano le scuse di Fiorello, consapevole della grandissima figura di m*, non bastano le critiche piovute da ogni parte, perché davvero questa è stata una enorme occasione mancata. Che ha fatto rimpiangere (e mai lo avremmo immaginato) l’intervista sempre a a Sanremo della Cabello nel 2006, in cui si fece massaggiare i piedi in diretta. Cosa potrà mai pensare Travolta di Sanremo e di noi italiani, costretto ogni volta a questi tristi teatrini?
Gli si poteva chiedere di tutto: dei suoi ricordi di La febbre del sabato sera, di Urban cowboy, di Grease e della meravigliosa Olivia Newton John, scomparsa nel 2022; di cosa significhi sentirsi a fine carriera e poi rinascere grazie ad un solo film (Pulp Fiction), più forte di prima; di come il ricordo della moglie e del figlio lo aiutino ad andare avanti. Gli si poteva chiedere della situazione a Hollywood, con gli scioperi degli attori, degli Oscar imminenti, se c’è un regista italiano con cui desidererebbe lavorare. Delle sue origini, se c’è un po’ di italiano dentro di lui (anche se dopo ‘sto siparietto è probabile che cambi cognome). E invece no: costretto a ballare il Ballo del Qua Qua ad ancheggiare come il Gabibbo a Paperisisma Spint. Per fortuna che si è rifiutato di indossare il ridicolo copricapo offerto a Fiorello e gentilmente gettato per terra, o l’apoteosi del cringe sarebbe stata conclusa.
È pur vero che avrà pure stretto i denti pensano al cachet stellare. Che si sarà prestato pensando a quanto siamo scemi noi italiani (d’altronde una carrellata di cantanti blasonati che si presta alla cretinata del Fantasanremo), ma il senso di disagio e vergogna provato dai telespettatori è stato pari se non superiore al suo.
John perdonali, se puoi. Di due cose siamo certi: 1. Che “John’altra volta cor cavolo che torna a Sanremo” 2. Che Sinner ha fatto benissimo. Fiorello aveva già in mente di ricreare con lui la scena di Fantozzi per potergli dire “Batti lei” (cit. Twitter).