Neoplasie, come il tumore al seno, sono ad oggi non ancora del tutto sconfitte e anche se spaventano, possiamo contare sui notevoli progressi compiuti dalla ricerca, soprattutto negli ultimi anni.
Nel caso del tumore al seno poi, i dati non sono del tutto incoraggianti: stando infatti alle stime AIRTUM-AIOM-FONDAZIONE AIOM, solo nel nostro Paese, vengono diagnosticati ogni anno circa 55.000 nuovi casi. L’incidenza aumenta, ma di contro, cala la mortalità per cui l’87% delle donne vive a distanza di 5 anni dalla diagnosi, mentre l’80% vive dopo 10 anni dal momento della diagnosi.
Indice
Fattori di rischio
A concorrere allo sviluppo del tumore al seno ci sono diversi fattori: alcuni modificabili, altri no. Partiamo da ciò che possiamo modificare e migliorare a nostro beneficio, ovvero lo stile di vita, il quale comprende diversi comportamenti che sono parte integrante della quotidianità. Ad esempio, cosa e come mangiamo, se pratichiamo sport in modo costante o se conduciamo una vita sedentaria, se fumiamo, se beviamo spesso alcolici.
Ci sono poi altri fattori non modificabili, che possono aumentare il rischio di insorgenza di tumore al seno come:
- l’età (come indicato sul sito dell’AIRC, la maggior parte dei tumori al seno colpisce donne over 50);
- la vita riproduttiva. Soprattutto gli estrogeni (ormoni), hanno un ruolo chiave nella regolazione dei processi legati alla fertilità, a partire dall’arrivo del primo ciclo mestruale fino alla menopausa. Una gravidanza, portando a un blocco della produzione degli stessi estrogeni, può diminuire il rischio di sviluppo di tumore al seno. Durante la menopausa invece, gli estrogeni non vengono più prodotti e questo produce una minore esposizione agli estrogeni. Tuttavia, proprio per contrastare gli effetti provocati dalla menopausa, si può fare utilizzo della terapia ormonale a base di estrogeni che potrebbe rappresentare un rischio per lo sviluppo del tumore al seno. Per questo motivo, è sempre bene valutare con il proprio medico la terapia più adatta alle proprie condizioni di salute;
- la genetica. Stando ai dati riportati da AIRTUM-AIOM-Fondazione AIOM, circa il 5-7% dei tumori al seno è legato alla presenza di mutazioni genetiche legate ai geni BRCA1 e BRCA2.
Prima di tutto la prevenzione
Il principale scudo nei confronti del tumore al seno resta, ad oggi, la prevenzione. Questo significa affiancare ai controlli di screening anche uno stile di vita salutare, avendo un occhio di riguardo nei confronti dell’alimentazione e di altre abitudini quotidiane. Superati i 50 anni di età poi, è bene eseguire un controllo senologico da associare a una mammografia (da eseguire ogni 2 anni) o all’ecografia.
Con il supporto del Dottor Matteo Lambertini, Oncologo e Ricercatore AIRC, vediamo nel dettaglio cosa fare per prevenire il tumore al seno.
Cosa mangiare per prevenire il tumore al seno
«Il mantenimento di una dieta sana, oltre ad avere importanti benefici sullo stato di salute generale, svolge un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno, con una riduzione del rischio che va dal 10% al 33%.
Praticare un’alimentazione sana, significa:
- evitare le carni lavorate se conservate con nitriti;
- limitare la carne rossa e gli alimenti ad alto contenuto di sale;
- includere nei pasti giornalieri un minimo di cinque porzioni (circa 400g) di frutta e verdura, in quanto fonte di vitamine e antiossidanti;
- mangiare molti legumi, che forniscono proteine di buona qualità e rallentano la velocità di assorbimento del glucosio;
- oltre alla frutta fresca, introdurre quotidianamente una quota di frutta secca, caratterizzata da elevato contenuto di fibra, in grado di migliorare il profilo lipidico e la risposta glicemica;
- usare olio d’oliva per le cotture e il condimento di alimenti;
- mangiare pesce azzurro, ricco di acidi grassi polinsaturi, come l’omega-3;
- limitare i cibi ultra raffinati», spiega il dottore.
Un esempio di dieta sana e variegata è quella mediterranea, grazie alla quale è possibile consumare nelle giuste quantità tutti i principali alimenti, permettendo così all’organismo di assumere in modo naturale i macro e i micro nutrienti di cui ha bisogno.
Quando e come fare l’autopalpazione
«L’autopalpazione è un esame periodico del proprio seno, che permette alle donne di imparare a conoscerne l’aspetto e di notare qualsiasi anomalia. Si può eseguire da sole a partire dai 20 anni di età, circa una volta al mese, preferibilmente una settimana circa dalla fine del ciclo mestruale.
L’autopalpazione è costituita da due fasi:
- l’osservazione. Davanti ad uno specchio, prima con le braccia lungo i fianchi per osservare la forma del seno e del capezzolo, poi con le braccia alzate per ricercare eventuali irregolarità del profilo della mammella, e poi con le mani sui fianchi;
- la palpazione vera e propria, in cui la donna deve prestare attenzione a cambiamenti di forma e/o dimensione di una o entrambe le mammelle, presenza di noduli, anomalie a livello del capezzolo (che può presentare retrazione, o con secrezioni sierose o ematiche) e della cute (avvallamenti, pelle a buccia d’arancia, arrossamento). La palpazione della mammella deve essere eseguita in posizione eretta, con movimenti piccoli delle dita in senso circolare, con pressione via via crescente. Infine, si deve premere delicatamente il capezzolo tra indice e pollice per verificare eventuali perdite di liquido. In caso di riscontro di noduli o altre alterazioni, è consigliabile rivolgersi immediatamente al medico curante o ad un senologo per ricevere informazioni circa gli accertamenti diagnostici da intraprendere.
Importante: l’autopalpazione non deve sostituire in nessun modo la mammografia e l’ecografia», precisa il dottor Lambertini.
Ecografia mammaria: quando e ogni quanto farla
«L’ecografia mammaria è un esame radiologico che consente di analizzare le mammelle e i cavi ascellari mediante una sonda che emette ultrasuoni. L’ecografia mammaria non è raccomandata come esame di screening in sostituzione alla mammografia, ma riveste un ruolo importante in situazioni particolari, soprattutto nelle donne più giovani o nelle donne con tessuto mammario particolarmente denso in aggiunta alla mammografia», conclude l’esperto.
In generale quindi, il tumore al seno può essere contrastato attraverso una buona strategia preventiva che possiamo riassumere in:
- attenzione e miglioramento (quando necessario) del proprio stile di vita;
- uno screening costante.
In caso di dubbi o se si notano variazioni o modificazioni del seno, come descritto sopra, è bene consultare quanto prima il proprio medico di fiducia.