Medicina estetica, cosa chiedere nella visita che precede i trattamenti

Prima di sottoporsi a un trattamento di medicina estetica, la diagnosi esatta è fondamentale: come interviene lo specialista e cosa fare

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Sentirsi bene con se stesse. Certo. Ma non richiedete trasformazioni che non hanno significato e possono snaturare. E soprattutto, non dimenticate che si tratta sempre e comunque di un atto medico. Che va eseguito con cura perché è importante che la medicina estetica “restituisca” e non trasformi. A partire dalle condizioni generali del paziente. A ricordarlo è il presidente della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) Emanuele Bartoletti.

Si parte dalla diagnosi

Non puntate solamente sull’immagine che può venire da un confronto sui social. Anche nella medicina estetica i passaggi chiave dell’approccio e del conseguente trattamento, se necessario, sono fondamentali. A partire dalla diagnosi esatta. “L’approccio diagnostico della medicina estetica – spiega Bartoletti – è proprio una visita che inizia con una anamnesi tradizionale per controllare lo stato di salute generale del paziente, durante le quali non è strano riscontrare pre diabete, ipertensione o altre patologie. Seguono tutta una serie di valutazioni morfo-antropometriche che vanno fatte a cominciare dalla valutazione posturale, importantissima anche nei soggetti giovani”.

Insomma, non pensate solamente all’età. Ma ricordate che  il medico, proprio perché medico, può diventare per chi è giovane una sorta di “filtro” che va oltre i semplici problemi di estetica. Un esempio?  Intercettare un’alterazione posturale in età giovane, può evitare problemi più gravi con l’andare avanti degli anni. Un’altra ipotesi è quella che permette di intercettare nelle ragazze una positività per malattie circolatorie, agli arti inferiori, cellulite ad esempio ecc.

“In questo modo, anche se ad esempio dalla cellulite non si guarisce, possiamo insegnare a chi ne soffre uno stile di vita corretto e consigliare degli integratori o anche delle terapie, perché comunque va trattata al fine di evitare che nel tempo possa dare problemi di deambulazione a causa di gambe pesanti, gonfie, che fanno male e tanto altro – ricorda Bartoletti. Ancora: facciamo una valutazione ecografica del tessuto adiposo e una valutazione angiologica degli arti inferiori per cercare di capire, appunto, se il grasso della paziente è ammalato di pannicolopatia oppure no. E poi il check-up cutaneo che ci permette di inquadrare il paziente da questo punto di vista, cercando di capire quali sono i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e cercare di correggere le cattive abitudini (dall’esposizione solare all’utilizzo cosmetico) che possano deteriorare la qualità della cute velocemente”.

La medicina estetica si basa sulla prevenzione

Insomma: la medicina estetica è soprattutto preventiva. Il medico estetico non è uno specialista in tutto, ma indaga la fisiologia, quindi se riscontra qualcosa di deviato in questa consiglia subito al paziente di andare dallo specialista di riferimento, altrettanto per la cute.

“Se c’è un sospetto di un epitelioma basocellulare, quindi un tumore della pelle, oppure un sospetto di un neo che non ci convince, mandiamo subito il paziente dal dermatologo per avere una conferma diagnostica – ricorda il presidente SIME”. Quindi si capisce quanto la medicina estetica possa essere utile nella prevenzione delle patologie, quindi prevenzione dei tumori cutanei, prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, prevenzione di patologie correlate e di patologie anche a livello di altri apparati.

“Ecco il pieno significato e l’importanza di quella che intendiamo come medicina estetica sociale – spiega Emanuele Bartoletti – Questa è la medicina estetica, cioè tutto quello che non prevede un approccio di questo tipo non è medicina estetica. Labbra, zigomi e botulino in eccesso non hanno nulla a che vedere con la medicina estetica. Una volta fatta questa visita, infatti, si fa un programma di prevenzione, un programma di manutenzione e poi un programma di restituzione. Non bisogna modificare il viso dei pazienti, bisogna esclusivamente correggere alterazioni estetiche costituzionali, come per esempio asimmetrie o malformazioni, quello che non va più bene o quello che sta invecchiando in maniera eccessiva, oppure quello che sta invecchiando senza riportarlo però a trent’anni prima. Ma l’aspetto deve essere di una paziente curata, che porta bene la propria età. Ma soprattutto ricordiamoci sempre che se un intervento di medicina estetica è ben fatto, nessuno se ne deve accorgere altrimenti vuol dire che è malfatto”.

La medicina estetica anche dopo una cura antitumorale

Infine, un altro aspetto importante della medicina estetica è quello di essere di supporto in pazienti che hanno avuto un trauma, oppure pazienti oncologici. “Su questo, negli ultimi anni, stiamo cercando di lavorare per sviluppare in maniera concreta un buon metodo. Tanto che abbiamo fatto dei corsi di medicina estetica in oncologia per preparare i colleghi ad affiancare il paziente oncologico nella prevenzione, oltre che nella gestione, delle complicanze della chemioradioterapia – ricorda Bartoletti riportando l’esperienza del Centro presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Roma.

Ci siamo resi conto che il paziente, seguito da un punto di vista cosmetico, semplicemente con il check-up cutaneo  e la prescrizione cosmetica mirata e cosmetico, prima e durante i cicli di chemio e radioterapia, sviluppa meno le complicanze a livello cutaneo e soprattutto riesce a finire il ciclo di terapia ed ha quindi una maggiore adesione al ciclo terapeutico e questo non è poco. Inoltre, il paziente che si sente seguito da un medico estetico sa che ha sicuramente la possibilità di tornare ad una vita sociale più normale, il più presto possibile”.