Le donne parlano più degli uomini? Solo a certe età, lo dice la scienza

Secondo un recente studio le donne parlano di più degli uomini, ma solo in età adulta. Mentre in adolescenza e nella vecchiaia non ci sono differenze

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 12 Febbraio 2025 11:33

“Quanto ci piace chiacchierare”, recitava uno spot di qualche anno fa. E non ci sono dubbi che spesso la tendenza femminile a parlare in compagnia sia considerata una realtà. Ma alla fine, davvero le donne sono più ciarliere dei coetanei maschi? Forse è più uno stereotipo che una realtà. Almeno se non si considerano le età dell’adolescenza e la vecchiaia.

Nel mezzo dell’età adulta, invece, pare proprio che il gentil sesso tenda ad emettere più parole, giorno dopo giorno, rispetto al genere maschile. A dipingere questo quadro, in una realtà che è sempre più intrisa di rapporti virtuali dettati dai social media e dai sistemi di messaggistica, con evidente calo generalizzato della parola detta, è un’originale ricerca apparsa su Journal of Personality and Social Psychology.

Le donne superano gli uomini nell’età adulta

Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università dell’Arizona e coordinato da Matthias Mehl dell’Università dell’Alabama, ha preso il via da una precedente ricerca dello stesso psicologo, che era andata a calcolare il numero delle parole delle donne rispetto agli uomini nel 2007, giungendo alla conclusione che in media la quantità di parole è simile, intorno ai 16.000 fonemi al giorno. Attenzione però. In quell’epoca l’indagine apparsa su Science ha indotto diverse critiche, visto che si parlava solamente di giovani in molti casi provenienti da un’unica area in Texas.

Questa ricerca va oltre. O meglio. Segnala come esistano precise fasce d’età (sono state considerate registrazione di persone tra i 10 e i 94 anni) in cui la prevalenza del parlato femminile si fa maggiore.

In termini generali, prendendo tutta la popolazione in esame negli uomini le parole quotidiane sono poche meno di 12.000, contro le 13..349 delle donne. Ma il “sorpasso” vero e proprio, parlando ovviamente in termini generali e non su realtà soggettive, vede il gentil sesso superare i maschi nella fascia d’età 25-65 anni, con una media di 3.000 parole al giorno in più.

Al contrario, sia nell’adolescenza sia negli over-65 non ci sarebbero sostanziali differenze di genere. La ricerca ha preso in esame 630.000 registrazioni EAR da 22 studi separati condotti in quattro paesi, con partecipanti di età compresa tra 10 e 94 anni. Lo studio ha quindi preso in esame quasi 2.200 persone. Come detto, la differenza di genere è apparsa significativa tra i 25 e i 65 anni. mediamente in questa fascia d’età arrivano quasi a raggiungere le 22.000 parole al giorno, contro le 18.570 dei maschi coetanei.

Le ipotesi per spiegare il fenomeno

Come riporta una nota dell’Università dell’Arizona, per spiegare la discrepanza nel numero di parole nella mezza età potrebbe essere importante si potrebbe pensare alla presenza dei figli e l’impegno in genere maggiore per le donne rispetto agli uomini nel parlare con bimbi e ragazzi. Ma è solo un’ipotesi.

Così come non si può fare di ogni erba un fascio. Nella sola popolazione maschile, lo studio rivela come ci siano soggetti estremamente taciturni (si arriva a un centinaio di parole al giorno, e altri che invece superano quotidianamente le 100.000 parole.

Attenzione, parliamo meno

La ricerca rivela però un’altra realtà su cui riflettere. Parliamo sempre di meno. I dati analizzati nella ricerca vanno dal 2005 al 2018. E in questo periodo, come segnala sempre la nota per la stampa dell’Università, il numero medio di parole pronunciate al giorno è sceso da circa 16.000 a circa 13.000. il motivo? al momento non ci sono certezze, ma occorre sicuramente considerare l’impatto crescente di messaggistica e social media. Alla fine, scrivendo o attraverso altri mezzi, si ridurrebbe il rapporto diretto tra le persone. E di conseguenza anche le parole dette si fanno meno frequenti. Il che, forse, non è un bene.