Bagno in acqua fredda, perché fa bene e perché può far male alla salute

Doccia fredda e bagno in mare d'inverno possono avere molti benefici, anche nelle donne in menopausa. Ma bisogna fare attenzione a certi aspetti

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 3 Febbraio 2025 12:36

Nelle ultime settimane, più che i classici giorni della merla con temperature prossime allo zero stiamo sperimentando condizioni climatiche da inizio autunno, con piogge insistenti e temperature elevate. Ma a prescindere dalle bizzarrie climatiche, fin da inizio anno si ripetono i cosiddetti cimenti invernali, con le persone che sfidano le onde del mare e l’acqua non propriamente calda. Anche per chi va in palestra, peraltro, sta crescendo l’abitudine alla doccia fredda. Ma fa davvero bene sottoporre l’organismo ad uno stress termico?

Per la psiche probabilmente sì, per il corpo (ovviamente se si è in condizioni di sopportare il calo termico, quindi niente eroismi o emulazioni pericolose) l’effetto può essere “double-face” e dipende dal tempo che passa dopo la nuotata o comunque la permanenza in acqua a bassa temperatura. O almeno questa è la conclusione di una ricerca apparsa su PlosOne, condotta da esperti dell’Università dell’Australia Meridionale che sono andati ad analizzare valutando undici diversi studi quanto propone la letteratura scientifica sul tema.

Cosa accade nel corpo?

Partiamo dalla definizione. L’immersione parziale o completa del corpo in acqua fredda viene considerata per temperature che in genere vanno dai 10 ai 15 gradi. In questo studio i dati sono stati inclusi solo se l’esposizione era a livello del torace o superiore e per un tempo minimo di 30 secondi. Includeva docce fredde, bagni di ghiaccio e immersioni fredde.

Veniamo quindi agli effetti positivi. Immergersi nell’acqua fredda, stando ai risultati dell’analisi, emerge che aiuta a ridurre lo stress, favorisce il sonno e migliora il benessere. Ma attenzione. Come segnala in una nota dell’ateneo la ricercatrice Tara Cain, gli effetti dipenderebbero dal tempo delle rilevazioni di questi ed altri parametri.

Ad esempio si è scoperto che la potenziale azione positiva sullo stress sarebbe di durata limitata, non oltre le 12 ore. E che gli effetti sulla qualità di vita non si mantengono nel lungo termine. Non solo. Per quanto riguarda l’effetto sul sonno, questo sarebbe stato osservato solo nella popolazione maschile. Ci sono invece evidenze limitate che le immersioni in acqua fredda possano favorire l’azione del sistema immunitario ed agire come supporto all’umore.

Non solo. Anche se può sembrare strano, l’infiammazione almeno temporaneamente può salire come reazione del corpo allo stress indotto dal freddo. Grazie alla reazione infiammatoria quindi si verifica qualcosa di simile al modo in cui l’esercizio fisico può provocare danni muscolari prima di rafforzare i muscoli, in un meccanismo da superare durante l’allenamento. Per questo le persone dovrebbero sempre parlare con il medico prima di sottoporsi ad immersioni in acqua fredda, per la reazione iniziale che può creare problemi al benessere.

Il valore per le donne in menopausa

Una volta ottenuto il via libera dal medico, invece, le donne che soffrono dei classici disturbi della menopausa, dalle vampate di calore (le classiche caldane) fino agli sbalzi d’umore e all’ansia potrebbero trarre vantaggio dalle nuotate, anche nel mare d’inverno.

Lo fa pensare una ricerca apparsa su Post Reproductive Health, che ha coinvolto oltre 1100 donne (quasi 800 in menopausa). Stando ai risultati, il nuoto in acqua fredda sarebbe in grado di migliorare il benessere psicofisico: in quasi un caso su due un netto miglioramento dello stato d’ansia. Per gli sbalzi d’umore così come per la tendenza a vedere grigio i miglioramenti ci sono stati in quasi una donna su tre. Ed anche per le vampate di calore la situazione sarebbe migliorata, con risultati percepiti dal 30,3% delle nuotatrici che hanno scelto di fare ampie bracciate nelle acque fredde.

Va detto, per completezza, che nella maggior parte dei casi le donne avevano una vera e propria passione per movimenti a stile libero, rana o dorso ed anche in estate, con l’acqua a temperatura non proprio rigida, amavano muoversi in questo ambiente. Tuttavia il dato è interessante e associa l’azione termica dell’acqua con il movimento armonico del nuoto.

Lo conferma, in una nota dell’University College di Londra, la coordinatrice dello studio Joyce Harper, che rileva come si tratti di una conferma importante. “È stato precedentemente scoperto che l’acqua fredda migliora l’umore e riduce lo stress nei nuotatori all’aperto – rivela l’esperta. Inoltre i bagni di ghiaccio sono stati a lungo utilizzati per aiutare la riparazione e il recupero muscolare degli atleti. Lo studio supporta queste affermazioni e queste prove aneddotiche evidenziano anche come l’attività possa essere utilizzata dalle donne per alleviare i sintomi fisici, come vampate di calore e dolori”.

Come prepararsi

Se nuotare fa bene, bisogna fare attenzione a non correre rischi e a prepararsi bene al bagno fuori stagione. Perché soprattutto se si ha una certa età, i meccanismi di controllo della temperatura corporea non sono più quelli di una volta e quindi l’organismo reagisce con maggior fatica agli sbalzi improvvisi di temperatura.

L’uomo infatti è un animale omeotermo, cioè ha bisogno di mantenere la temperatura corporea intorno ai 37 gradi. Se sale di qualche grado, arriva la febbre. E se scende, anche di poco, si comincia subito a tremare, come accade a chi entra nell’acqua fredda del mare e ci rimane per qualche minuto. Si tratta di una reazione del tutto normale, che ha lo scopo di produrre calore perché con i brividi i muscoli si contraggono ripetutamente producendo energia termica.

Non solo. Se la temperatura interna si abbassa, il diametro dei capillari si restringe per ridurre la perdita di calore. Poi arriva  la pelle d’oca, cioè l’erezione dei peli dovuto al calo del sangue alla pelle. Nel frattempo, il cuore batte più velocemente, per assicurare il calore del sangue all’organismo.

Quindi evitate sforzi improvvisi, fate qualche esercizio di riscaldamento che consenta di avere i muscoli più pronti al contatto con le basse temperature e a evitare sbalzi termici potenzialmente dannosi. E poi, una volta in acqua, nuotate con movimenti lenti che “muoversi” senza senso, con sforzi anaerobici che non sono indicati. In ultimo ricordate di coprire il capo: quasi il venticinque per cento del calore perduto dal corpo passa attraverso la testa. Meglio indossare la cuffia!