Non tutti sono entusiasti della visita ufficiale di Re Carlo e della Regina Camilla in Australia. Un evento tutt’altro che canonico, considerando come un monarca britannico mancasse a questo appuntamento da più di 10 anni. Al di là di quella che è stata l’accoglienza ufficiale, calorosa e degna del rango degli ospiti, la loro presenza ha ridestato gli animi dei repubblicani, che chiedono con forza un distacco dalla famiglia Reale.
Carlo è in Australia è un caso
L’Australia vuole davvero dire addio alla monarchia costituzionale? C’è di certo un forte movimento repubblicano che mira a raggiungere questo risultato. Un tentativo è stato già fatto in passato e ora quella voce torna a farsi sentire con forza.
Il Movimento della Repubblica australiana ha condannato con forza il tour reale. Di fatto questo viaggio è stato paragonato all’arrivo nel Paese di una band. Una breve tappa che non ha nulla da offrire, se non un certo tipo di show per le masse.
La co-presidente Esther Anatolitis ha sottolineato quanto questa visita di sei giorni dovrebbe rafforzare la necessità di sostituire il capo di Stato britannico con uno australiano. Tutto questo è “una sorta di spettacolo che arriva in città”.
Una condizione del genere, ha dichiarato, ricorda come il capo di Stato australiano, allo stato attuale, non è a tempo pieno perché non è australiano. “Si tratta di una figura part time, con sede all’estero, ed è il capo di Stato di numerosi luoghi”.
La voce dei repubblicani non si è mai placata, non davvero almeno. In questa fase però certe dichiarazioni ottengono maggior copertura, arrivando fino a noi dall’altra parte del mondo. Il movimento repubblicano sogna che questo sia il “tour d’addio” della monarchia.
Il pensiero di Carlo
Lo scorso anno uno dei segretari privati di Carlo aveva così risposto a una lettera del movimento (ARM): “Vi assicuriamo che le vostre opinioni in merito sono state prese in considerazione con attenzione. Sua Maestà, in quanto monarca costituzionale, agisce sulla base dei consigli ricevuti dai suoi ministri. Se l’Australia diventerà una Repubblica è, quindi, una questione che spetta al popolo australiano decidere”.
Parole che sono tornate in auge in questi giorni, scatenando gli antimonarchici online. Stando a quanto riportato dal dottor Craig Prescott, esperto di diritto costituzionale presso la Royal Holloway, University of London, di fatto il sovrano non aveva grandi alternative.
La Famiglia Reale non ha voce in capitolo sotto l’aspetto costituzionale. L’Australia dovrà decidere il proprio futuro. È già accaduto nel 1999, quando il Paese ha optato per un referendum, scegliendo di fatto di proseguire con la monarchia costituzionale federale, che è ancora vigente. Da allora di tempo ne è trascorso e tutto lascia pensare che ci sarà una nuova espressione popolare. La morte della Regina Elisabetta II, che ha segnato la fine di un’epoca, potrebbe giocare un ruolo cruciale in questo fragile equilibrio politico.
Proprio la defunta sovrana si era così espressa nel 2000, parlando alla Sydney Opera House: “Ho sempre detto chiaramente che il futuro della monarchia in Australia è una questione che spetta a voi, il popolo australiano. Non dovrebbe essere altrimenti”.