Mangiare pasta di sera non fa ingrassare. Cosa dice l’esperto

Mangiare la pasta a cena, di sera, non solo non incide sulla dieta, ma può addirittura aiutare a riposare meglio. Il nutrizionista svela i più comuni falsi miti legati a questo alimento

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

La pasta di sera fa ingrassare?

Pasta: l’alimento più amato dagli italiani. Eppure tanti rimangono ancora i pregiudizi su questo cibo, al punto che molte persone rinunciano a mangiarla per paura di ingrassare. Secondo una ricerca Eumetra-Unione Italiana Food condotta su 3.000 persone, se da un lato è il primo alimento consumato a pranzo (lo fa l’85% del campione), dall’altro è quello meno scelto a cena: con il 17% delle preferenze finisce addirittura dietro a yogurt e panini. Un falso mito duro a morire, quello che faccia prendere peso se assunta nell’ultimo pasto della giornata, che oggi è stato sfatato dalle ricerche.

L’opinione comune, diffusa soprattutto tra gli sportivi, di non assumere carboidrati a cena, nasce principalmente dall’errata convinzione che se assunti prima di andare a dormire e in assenza di grosse attività fisiche, questi aumentino le probabilità di essere trasformati in grasso.
È bene sottolineare che il consumo energetico durante il sonno non è poi così diverso da quello di un’attività mattiniera sedentaria, come lo stare seduti ad una scrivania davanti a un computer. Ad affermarlo è l’Istituto superiore di sanità nella rubrica “Falsi miti e bufale” pubblicata nel sito web istituzionale, in cui viene dedicata una pagina proprio a questo argomento.

Gli esperti dell’Iss aggiungono che più che porre attenzione al “quando” si mangia è importante pensare al “come” e “cosa” mangiamo, stando attenti a seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata.

Secondo i nutrizionisti, poi, c’è una vasta letteratura scientifica che sostiene quanto pasta e carboidrati siano nutrienti importanti che il corpo utilizza per ottenere energia e possono essere tranquillamente consumati la sera. Per chi la notte ha difficoltà a dormire, una cena a base di carboidrati, poi, potrebbe addirittura favorire il riposo notturno, stimolando la produzione di serotonina (l’ormone del benessere) utile per andare a dormire più rilassati e sazi.

Il parere dell’esperto

“La pasta è un toccasana per la nostra salute”, ha affermato il prof. Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione (S.I.S.A.) – in occasione del World Pasta Day, manifestazione ideata e curata da Unione Italiana Food e IPO (International Pasta Organisation), che ogni 25 ottobre celebra il piatto simbolo della Dieta Mediterranea. “E a cena – continua l’esperto – è in grado di garantire gusto, salute, umore, sonno. Il consumo di sera può addirittura essere maggiormente indicato se si arriva al termine di una giornata piuttosto pesante e stressante, se si soffre di insonnia o si è preda di vampate e sindrome premestruale. E il motivo è semplice: la pasta è infatti ricca di triptofano, aminoacido precursore della serotonina e della melatonina, permettendo dunque un miglior relax e favorendo il sonno. Il triptofano della pasta viene più facilmente assorbito rispetto a quello contenuto in altri alimenti perché l’insulina stimolata dai carboidrati della pasta facilita l’ingresso di questo aminoacido nell’organismo. Il relax a sua volta favorisce la riduzione degli ormoni dello stress (tra cui il cortisolo), che favoriscono l’incremento di peso”. 

Il consiglio in più

Poi, “Se consumata, al dente, come siamo abituati a mangiarla noi italiani – spiega il prof. Piretta – fornisce una maggiore sensazione di sazietà e un indice glicemico più basso”. Oltre a risultare più digeribile, perché la rete di glutine trattiene al proprio interno i granuli di amido, rendendolo assimilabile in modo graduale. Inoltre, la giusta cottura preserva le caratteristiche dell’alimento, evitando che si disperdano le sue proprietà nutritive. Al contrario, se la pasta cuoce troppo a lungo, vi è un progressivo rilascio nell’acqua dell’amido che rende l’acqua torbida. La pasta molto cotta (o scotta) risulta collosa e difficilmente digeribile, in quanto viene deglutita senza un’adeguata masticazione”.