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Cause e sintomi della stitichezza
La stipsi è uno dei disturbi più frequenti tra la popolazione e consiste in nella difficoltà a eliminare le feci completamente o con regolarità. Nota anche come stitichezza o costipazione, la stipsi è caratterizzata da un eccessivo sforzo durante le evacuazioni a causa di una ridotta motilità intestinale o di anomalie che riguardano il volume o la consistenza del materiale fecale.Quando si soffre di stitichezza, infatti, il volume delle feci può essere inferiore al normale, e questo può impedire che si verifichi lo stimolo che porta all’evacuazione. Nell’intestino, infatti, si trovano recettori che percepiscono il contenuto nel lume intestinale: quando le feci raggiungono un determinato volume, tali recettori lo “sentono” e l’intestino risponde con la peristalsi, cioè con movimenti della muscolatura intestinale che spingono in avanti il contenuto, così che venga espulso. Un altro motivo per cui si può soffrire di stitichezza è legato alla consistenza delle feci, che possono essere eccessivamente solide e di conseguenza difficili da espellere. Spesso la stipsi non riguarda solo la difficoltà ad andare di corpo ma è associata a una serie di altri sintomi che includono mal di testa, nervosismo e accumulo di gas a livello intestinale, che a loro volta provocano gonfiore addominale, tensione e meteorismo. Quando poi la stitichezza è provocata da feci troppo dure, la stipsi può essere accompagnata da infiammazione delle emorroidi.
Normalmente un intestino regolare consente di andare di corpo una volta al giorno, ma se questo non avviene non è detto che si soffra di stitichezza o stipsi. Infatti, si parla di stipsi quando il numero di evacuazioni settimanali è inferiore a tre e se questa condizione rappresenta la norma. La stipsi può poi essere acuta o cronica. Nel primo caso, si può soffrire di stitichezza in modo o sporadico e transitorio, magari in seguito all’assunzione di determinati alimenti o farmaci o a una ridotta attività fisica, ad esempio dopo un’operazione chirurgica che costringe a rimanere a riposo. A volte, si può soffrire di una leggera stipsi nel periodo che precede la comparsa di mestruazioni o durante i primi giorni del ciclo mestruale. Non è raro poi soffrire di stitichezza in gravidanza, un disturbo molto comune che può comparire già dal primo trimestre e che è legato ai cambiamenti ormonali tipici di questo periodo, che rallentano il normale transito intestinale.
Nella stitichezza cronica, invece, il disturbo dura per più di tre mesi e, in questo caso, la frequenza dei sintomi può portare a problemi secondari come l’infiammazione delle emorroidi, l’insorgenza di diverticoli o, nei casi più gravi, a occlusione intestinale. Le cause della stitichezza cronica possono essere diverse, ma generalmente sono legate a una dieta inadeguata e da uno stile di vita scorretto o all’utilizzo prolungato di lassativi che rendono l’intestino pigro. Spesso infatti la costipazione è dovuta da un’alimentazione povera di frutta, verdura, legumi e cereali integrali che apportano fibre o da una scarsa idratazione dell’organismo, oltre che da sedentarietà e da una ridotta attività fisica, nota per migliorare la motilità intestinale. Altre cause della stitichezza cronica possono essere il sovrappeso e l’obesità, perché il tessuto adiposo può comprimere l’addome e rallentare il transito intestinale.
Come combattere la stitichezza
Per poter risolvere la stipsi è necessario agire prima di tutto sulle cause. Dato che nella maggior parte dei casi la stitichezza è dovuta da un’alimentazione scorretta, la prima cosa da fare è sicuramente migliorare la propria dieta. In particolare, per combattere la stitichezza è importante assicurare all’organismo il giusto apporto di fibre. Le fibre alimentari si trovano negli alimenti di origine vegetale, dunque nella verdura, nella frutta, nei legumi e nei cereali, meglio se integrali. Il fabbisogno di fibre per una persona adulta è stimato in circa 25 grammi al giorno e, per raggiungere questa quantità è sufficiente consumare cinque porzioni al giorno tra verdura cruda o cotta e frutta fresca, oltre a una o due porzione di cereali integrali al giorno e legumi tre o più volte a settimana. Le fibre alimentari non vengono digerite e assorbite all’interno dell’intestino e quindi aumentano il volume intestinale. Il contenuto intestinale viene percepito da recettori presenti nel tratto gastrointestinale e, in risposta, l’intestino avvia la peristalsi. È chiaro quindi che se l’alimentazione non fornisce sufficienti fibre, il transito intestinale risulterà rallentato e di conseguenza si potrà soffrire di stitichezza acuta o cronica, in base a quanto viene protratta nel tempo un’alimentazione inadeguata. Se alla base della stitichezza non ci sono patologie, l’alimentazione può essere sufficiente a normalizzare la regolarità dell’intestino o comunque ridurre notevolmente la stipsi.
Oltre alle fibre, per andare di corpo regolarmente è importante anche mantenere l’organismo idratato. Una scarsa idratazione, infatti, può aumentare la consistenza delle feci rendendone difficile l’evacuazione e aumentando la probabilità di infiammazioni alle emorroidi. Il bisogno di acqua è abbastanza soggettivo perché dipende dal proprio peso corporeo, da come viene regolato il bilancio idrico e dalle altre fonti da cui si ricava acqua. In linea generale, si consiglia di bere un litro e mezzo circa di acqua al giorno, ma la quantità può aumentare o diminuire in base al proprio peso e alle proprie abitudini, ad esempio se si pratica molto sport, se si ha una sudorazione eccessiva, quando si ha la febbre o se si consumano o meno tisane, zuppe e minestre.
Quando si soffre di stitichezza, attenzione anche alla sedentarietà: per migliorare la funzionalità dell’intestino, è utile svolgere un costante esercizio fisico, così da allenare la muscolatura addominale e stimolare il transito intestinale. L’ideale sarebbe praticare uno sport due o tre volte alla settimana e muoversi regolarmente ogni giorno: camminare, ballare, spostarsi in bicicletta e abituarsi a fare le scale e svolgere le proprie commissioni a piedi sono ottimi modi per incrementare l’attività fisica oltre lo sport. Migliorare la propria alimentazione e sfuggire alla sedentarietà aiutano anche a raggiungere e mantenere il proprio peso ideale; come abbiamo visto, sovrappeso e obesità possono portare a soffrire di stitichezza, dunque perdere il peso in eccesso può aiutare a combattere questo disturbo.
Alle correzioni della dieta e dello stile di vita è possibile associare rimedi naturali contro la stitichezza. È importante tenere però conto del fatto che preparati erboristici possono essere d’aiuto ma non risolvono la causa della stipsi e dovrebbero essere assunti solo dopo aver consultato il proprio medico. I rimedi naturali possono quindi dare una mano in caso di stipsi acuta e occasionale oppure mentre si lavora sulle cause per combattere la stipsi cronica.
Se i sintomi della stitichezza durano da oltre tre mesi o se si presentano con frequenza, è bene in ogni caso rivolgersi al medico per una diagnosi e una terapia adeguate a trattare le cause, che possono essere di natura fisica, patologica, legate all’assunzione di farmaci o all’uso prolungato di purganti o anche di natura emotiva.
Quali sono i rimedi naturali per la stitichezza
I rimedi naturali per combattere la stipsi si dividono sostanzialmente quattro categorie in base al loro meccanismo d’azione: lassativi emollienti, lassativi di massa, lassativi osmotici e lassativi antrachinonici. Alcuni lassativi naturali sono utili per aumentare la peristalsi, altri per ammorbidire le feci e, in base al tipo di lassativo naturale si avrà un’azione più o meno forte. Il rimedio naturale giusto contro la stitichezza va quindi scelto in base alle cause della stipsi e in relazione alla propria situazione, tenendo conto che alcuni rimedi non possono essere utilizzati in gravidanza, sui bambini o se si hanno infiammazioni a carico dell’intestino. Ribadiamo inoltre che se il disturbo si protrae a lungo è fondamentale indagare sulle cause del disturbo per escludere eventuali patologie e per risolverlo con i rimedi più adatti. In ogni caso occorre migliorare la propria alimentazione e il proprio stile di vita in generale per liberarsi in modo definitivo della stitichezza, poiché i rimedi naturali possono dare sicuramente una mano ma se si soffre di stipsi cronica, non risolvono il problema alla radice.
Lassativi per ammoribidire le feci
I lassativi emollienti hanno lo scopo di ammorbidire il contenuto intestinale per favorirne lo svuotamento ed includono sostanzialmente gli oli vegetali come l’olio extravergine di oliva o l’olio di mandorle dolci a uso alimentare, da assumere al dosaggio di uno o due cucchiaini. Queste sostanze, lubrificando il lume intestinale e ammorbidendo le feci, favoriscono l’evacuazione. Si tratta dunque di rimedi contro la stipsi causata dall’aumento della consistenza delle feci, utili anche per ammorbidire le feci quando si soffre di infiammazione in gravidanza. Il vantaggio dell’uso di oli vegetali contro la stitichezza è che, trattandosi di alimenti, non presentano particolari rischi o effetti collaterali e sono adatti anche contro la stipsi nei bambini e contro la stitichezza in gravidanza. Sono però rimedi da assumere in piccole quantità e adatti alla stipsi lieve e che si verifica sporadicamente; somministrati in quantità eccessive possono infatti avere un effetto purgante e aumentare notevolmente le calorie assunte durante la giornata.
Lassativi che aumentano il contenuto intestinale
Tra i lassativi più utilizzati troviamo quelli che aumentano il contenuto intestinale, noti come lassativi di massa. Questi rimedi naturali contro la stitichezza includono prodotti ricchi di fibre come la crusca, o sostanze naturali che contengono mucillagini, tra cui la malva, l’altea e, in misura maggiore i semi di lino e i semi di psillio. Altri lassativi di massa sono rappresentati dall’agar-agar – un rimedio ottenuto da varie specie di alghe rosse – e alcune gomme come la gomma guar. Questo tipo di lassativi sono indicati quando non si riesce ad aumentare il volume delle feci con la sola alimentazione e, aumentando la massa fecale, stimolano la peristalsi. Inoltre, malva, l’altea e i semi di lino e psillio, inoltre, ammorbidiscono le feci favorendone l’evacuazione. Malva e altea si assumono sotto forma di tisana o sciroppo, mentre i semi vanno somministrati con abbondante acqua, altrimenti danno effetto contrario. Tutti questi rimedi sono considerati sicuri ma non vanno mai somministrati in caso di occlusione intestinale e, in alcune persone, possono portare a gonfiore addominale, meteorismo e flatulenza. Per evitare questi fastidiosi effetti collaterali, è bene associarli piante dall’azione carminativa come i semi di finocchio o anice verde.
Altri lassativi che aumentano il contenuto intestinale e ammorbidiscono le feci sono i lassativi osmotici, come la manna. La manna è un essudato che si ricava da incisioni del tronco di alcune specie di frassino, che contiene mannitolo, uno zucchero. La presenza di mannitolo nell’intestino richiama acqua nel lume intestinale aumentando così la massa fecale e, contemporaneamente, ammorbidendo le feci. La manna si trova sotto forma di stalattiti che si sciolgono nel latte; la sua azione è abbastanza delicata e si può utilizzare per combattere la stipsi occasionale nei bambini, nelle donne in gravidanza e nelle persone anziane.
Lassativi forti
Tra i lassativi naturali più forti troviamo i lassativi antrachinonici. Si tratta di piante come la senna, la frangola, cascara e il rabarbaro, che contengono una classe di molecole – gli antrachinoni – con una forte azione irritante sull’intestino. Queste sostanze, irritando la mucosa intestinale, aumentano la peristalsi e la motilità, provocando l’evacuazione. Le piante che contengono antrachinoni si assumono da sole o in associazione tra loro, sotto forma di tisana o preparazioni come capsule e compresse, reperibili facilmente in erboristeria. Questi lassativi sono probabilmente i più utilizzati tra i rimedi naturali lassativi e vengono ampiamente consigliati per risvegliare l’intestino pigro ma hanno un’azione purgante abbastanza drastica. Il loro utilizzo è sconsigliato nei bambini e nelle donne in gravidanza e può presentare effetti collaterali soprattutto se protratto per lunghi periodi. L’ideale sarebbe dunque ricorrere senna, frangola, rabarbaro e cascara in caso di stitichezza occasionale o in situazioni particolari, ad esempio prima di un intervento chirurgico per svuotare l’intestino, o dopo un’operazione per favorire l’evacuazione.
Non sono invece consigliati per la somministrazione prolungata nella stipsi cronica, perché l’uso eccessivo può portare effetti collaterali che includono coliche, dolori addominali e diarrea. Inoltre, se usati per lunghi periodi possono causare assuefazione peggiorando la stipsi e compromettere la funzionalità intestinale. Quando si soffre di stitichezza cronica, occorre lavorare su alimentazione e stile di vita: se questo non fosse sufficiente, ci si può aiutare con rimedi naturali lassativi più delicati come la manna, la malva, l’altea, i semi ricchi di mucillagini o gli oli vegetali. Ovviamente se la stipsi non si risolve è necessario consultare il medico per indagare sulle cause e decidere come intervenire in modo opportuno.