Emorroidi: tipologia, sintomi, cause e cura

Le emorroidi sono vene gonfie e infiammate nel retto e nell'ano che causano disagio, prurito e, talvolta, sanguinamento

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Comunemente con il termine emorroidi si indica un prolasso dei tre cuscinetti situati nel canale anale, accompagnato da una congestione venosa. In realtà, le emorroidi sono strutture anatomiche che tutte le persone hanno: in presenza di questo prolasso, si dovrebbe parlare più correttamente di malattia emorroidaria.

La congestione può svilupparsi sia all’interno del retto (si parla allora di emorroidi interne) sia sotto la pelle intorno all’ano (si parla di emorroidi esterne). Questa problematica è molto diffusa e spesso la causa è sconosciuta. Fortunatamente, sono disponibili opzioni efficaci per trattarla quando necessario.

Definizione di emorroidi

Come anticipato, sebbene il termine emorroidi venga usato per identificare un disturbo fastidioso e molto diffuso, in realtà le emorroidi (dette anche gavoccioli) sono strutture anatomiche che tutte le persone hanno. Si tratta, più precisamente, di tre cuscinetti situati nel canale anale: solitamente due a destra e uno a sinistra. Sono formati da un insieme di vene e sono fissati alla parete anale da alcuni legamenti fibrosi.

In termini medici, il disturbo identificato comunemente con il termine “emorroidi” è chiamato malattia emorroidaria. Essa subentra quando i legamenti fibrosi che ancorano le emorroidi all’ano si rompono, e i cuscinetti prolassano, cioè fuoriescono verso l’esterno, provocando congestione venosa.

Emorroidi esterne

Perché si parla di emorroidi esterne? Perché la malattia emorroidaria può essere di due tipi. È interna se le emorroidi prolassate si posizionano al di sopra della “linea dentata”, una sorta di confine che separa la pelle dell’ano dalla mucosa che riveste internamente l’intestino. È esterna se le emorroidi si posizionano al di sotto della linea dentata.

La malattia emorroidaria è di I e II grado quando è asintomatica o è caratterizzata da sintomi lievi, come dolore e prurito. È di III e IV grado, invece, quando causa il prolasso dei cuscinetti: nel primo caso, il prolasso è temporaneo, nel senso che i gavoccioli rientrano spontaneamente, nel secondo è definitivo.

Le cause delle emorroidi

Le cause alla base della malattia emorroidaria non sono sempre note. È certo, però, che il disturbo dipenda quasi sempre da un insieme di fattori. Sembra ci sia una predisposizione di base, che si combina con altri elementi.

Sicuramente le vene intorno all’ano tendono ad allungarsi e gonfiarsi quando sono sotto pressione. L’aumento della pressione nel retto potrebbe dipendere da:

  • sforzi durante i movimenti intestinali e la defecazione;
  • stipsi;
  • posizione seduta sul water mantenuta a lungo;
  • diarrea cronica o costipazione;
  • obesità e sovrappeso;
  • gravidanza (il peso del bambino esercita una pressione sulla regione anale);
  • stile di vita sedentario;
  • dieta povera di fibre; 
  • sollevamento regolare di pesi;
  • stress e ansia
  • alterata consistenza di feci per tanto tempo (soprattutto con feci non abbastanza morbidi da deidratazione o costipazione)

Occorre tenere presente poi che con l’avanzare dell’età, il rischio di emorroidi aumenta. Questo perché i tessuti che supportano le vene nel retto e nell’ano possono indebolirsi e allungarsi.

Sintomi delle emorroidi

La malattia emorroidaria non sempre causa fastidi e anche quando si manifesta può alternare fasi di remissione a fasi acute. In genere, i segni e i sintomi dipendono dal tipo di emorroidi.

Le emorroidi esterne possono manifestarsi con: prurito o irritazione nella regione anale; dolore o disagio locali; gonfiore intorno all’ano; sanguinamento.

Le emorroidi interne, in genere, non possono essere viste né sentite. Raramente causano disagio. Tuttavia, lo sforzo o l’irritazione durante il passaggio delle feci possono causare sanguinamento indolore durante i movimenti intestinali e l’evacuazione. Si potrebbero anche notare piccole quantità di sangue rosso vivo sulla carta igienica o nel water.

Un’emorroide che spinge attraverso l’apertura anale (emorroide prolassata o sporgente) può provocare dolore e irritazione.

Se del sangue si accumula in un’emorroide esterna e forma un coagulo (trombo), può causare: dolore intenso; rigonfiamento; infiammazione; un nodulo duro vicino all’ano.

Rimedi alle emorroidi

Quando la malattia emorroidaria non è sintomatica e non provoca disagi particolari, non è necessario curarla. Quando i sintomi sono lievi è utile seguire una dieta più ricca di fibre, per facilitare l’evacuazione. Si possono provare poi le pomate da banco, che possono dare sollievo, ma che non garantiscono effetti a lungo termine. Attenzione: possono causare reazioni allergiche, spesso più difficili da curare della malattia emorroidaria stessa. Non applicare ghiaccio, che provoca uno spasmo dello sfintere (muscolo che circonda l’orifizio anale), strozzando le emorroidi e aggravando la situazione. Meglio applicare acqua calda che facilita il deflusso venoso e regala sollievo. Durante le crisi acute il medico potrebbe prescrivere farmaci cortisonici o antinfiammatori non steroidei, che curano l’edema e l’infiammazione.

Le bustine ammorbidenti delle feci, che contengono sostanze come la psillio o il metilcellulosa, possono essere utilizzate per ammorbidire le feci e facilitare il passaggio attraverso l’ano, riducendo così il rischio di irritazione delle emorroidi durante l’evacuazione. Inoltre, i farmaci per migliorare la circolazione venosa, noti come venotonici o flebotonici, possono essere prescritti per rinforzare le pareti dei vasi sanguigni e migliorare il flusso sanguigno nelle vene emorroidarie, riducendo così il gonfiore e l’irritazione delle emorroidi. È importante consultare un medico per determinare il trattamento più appropriato in base alla gravità e ai sintomi delle emorroidi.

Quando serve l’intervento 

Le emorroidi di III e IV grado, in genere, richiedono un intervento chirurgico.

Esistono anche tecniche mini-invasive per il trattamento di questa problematica, come la legatura con elastico, il bendaggio, la scleroterapia, il thd. La scelta della tecnica da utilizzare nei diversi casi va fatta dal medico, dopo aver valutato la situazione e analizzato tutti i pro e contro.

Le regole di prevenzione delle emorroidi

Il modo migliore per prevenire il disturbo è mantenere le feci morbide, in modo che transitino facilmente. Ecco perché è utile:

  • mangiare cibi ricchi di fibre, come frutta, verdura e cereali integrali. In questo modo, oltre ad ammorbidire le feci, se ne aumenta la massa, il che aiuterà a evitare lo sforzo che può causare le emorroidi. Si consiglia di aggiungere fibre alla dieta lentamente per evitare problemi di meteorismo;
  • bere molti liquidi, per mantenere le feci morbide;
  • non sforzare quando si evacua: sforzare e trattenere il respiro quando si tenta di evacuare le feci crea una maggiore pressione nelle vene nel retto inferiore;
  • andare in bagno non appena se ne sente il ​​bisogno: se si aspetta di evacuare e l’impulso scompare, le feci potrebbero seccarsi ed essere più difficili da evacuare;
  • muoversi e fare esercizio: lo stile di vita attivo aiuta a prevenire la stitichezza e a ridurre la pressione sulle vene che può verificarsi con lunghi periodi trascorsi in piedi o seduti. L’esercizio fisico può anche aiutare a perdere il peso in eccesso che potrebbe contribuire alla comparsa delle emorroidi;
  • non stare seduti a lungo, in particolare sul water, per non aumentare la pressione sulle vene nell’ano.

Fonti bibliografiche: