Babaco: che frutto è, proprietà e come si mangia

Avete mai sentito parlare del babaco? Si tratta di un frutto esotico decisamente particolare, da gustare soprattutto crudo per le sue proprietà

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cos’è

Il babaco è un frutto esotico prodotto da una pianta chiamata Carica pentagono. La specie, della famiglia delle Caricaceae, è un ibrido naturale di due varietà di papaya che crescono spontaneamente in Sud America. La pianta del babaco è dunque originaria della foresta pluviale di Ecuador e Colombia, anche se oggi la sua coltivazione si è diffusa anche altre zone del mondo, incluse le regioni del Sud del nostro Paese.

L’albero di babaco è eretto, può raggiungere altezze fino a dieci metri e può vivere mediamente otto anni. La chioma è costituita da foglie di grandi dimensioni caratterizzate da marcate nervature e da un bel verde brillante. I fiori sono a forma di campana mentre i frutti sono ovali e allungati e possono arrivare a misurare venti centimetri di lunghezza per un peso di oltre un chilo. Ogni pianta di babaco riesce a produrre 40-100 frutti nell’arco di un anno: inizialmente, quando il babaco è acerbo, la buccia appare verde ed è simile a un peperone, mentre a maturazione vira verso il giallo e somiglia più alla papaia. La polpa del babaco è invece bianca, priva di semi e con un aspetto “spumoso”, motivo per cui in alcune zone il babaco viene chiamato volgarmente “frutto dello champagne”.

A differenza della papaya cui siamo abituati, il babaco ha una forma molto particolare e, una volta tagliato, le fette di babaco assumono una caratteristica stella a cinque punte. Il sapore del babaco maturo è dolciastro e acidulo e ricorda vagamente una miscela di arancia, fragola, ananas e papaia.

Proprietà

Il frutto del babaco contiene poche calorie (circa venti per cento grammi di prodotto) ed è ricco di fibre, vitamina A, vitamina C e sali minerali come potassio, calcio, fosforo e ferro. Il babaco è soprattutto un’ottima fonte di vitamina C: due fette di questo frutto soddisfano il fabbisogno giornaliero di acido ascorbico. La vitamina C, insieme alla vitamina A, svolge un’importante azione antiossidante che aiuta a contrastare i radicali liberi, prevenendo malattie e invecchiamento precoce. Grazie alla presenza di fibra, vitamine e minerali, il babaco ha proprietà simili alla maggior parte dei frutti: si tratta di un alimento dotato di proprietà sazianti, regolatrici della funzionalità intestinale, antinfiammatorie. Il consumo di babaco può quindi contribuire a mantenere o raggiungere il peso ideale, combattere stitichezza e gonfiore addominale e prevenire numerose patologie, a cominciare dalle malattie cardiovascolari.

Ciò che però rende speciale il babaco rispetto ad altri frutti è la presenza di la papaina, un complesso enzimatico presente anche nella papaya. La papaina ha attività antinfiammatoria e proteolitica, è cioè in grado di scindere le proteine in amminoacidi, rendendole più digeribili.. Grazie a questa sua proprietà, la papaina viene consigliata per trattare disturbi digestivi e combattere la digestione lenta e difficoltosa, il senso di eccessiva pienezza dopo i pasti, l’acidità di stomaco e il reflusso. Oltre che per i problemi legati alla digestione, la papaina è anche un rimedio contro edema, ritenzione idrica e stasi venosa. I prodotti cosmetici contenenti papaina sono invece consigliati per esfoliare la pelle e velocizzare la guarigione di ulcere, eczemi e lesioni date dalla psoriasi.

Come si mangia

Il babaco è un frutto fresco e dissetante da mangiare crudo, senza sbucciarlo, dato che anche la buccia è commestibile. Poiché la polpa del babaco può risultare fibrosa, molte persone preferiscono frullarlo e addizionarlo con succo di limone o lime, zucchero o miele. Chi trova poco gradevole la consistenza della polpa, può usare il frutto per realizzare frullati, centrifugate, estratti e sorbetti oppure per preparare marmellate e dolci.

Il babaco si usa anche per preparare salse agrodolci per accompagnare verdure o secondi piatti a base di carne: una ricetta del chutney di babaco prevede di frullare la polpa di babaco con foglie di menta, peperoncino fresco, semi di sesamo e di cumino, sale e qualche cucchiaio di acqua.

Data però la forma particolare delle sezioni di questo frutto, l’ideale è ottenere fette di babaco non solo buone e benefiche, ma anche decorative. Dopo aver tagliato il babaco,  le “stelle” possono essere aggiunte alle macedonia di frutta fresca, alle crostate con crema e frutta di stagione, all’acqua aromatizzata, ai giaccioli o ai cocktail.

Dove si compra

Il babaco può essere acquistato nei supermercati e nei negozi ben forniti, dove si possono trovare sezioni dedicate ai frutti esotici. Quando si compra il babaco bisogna scegliere frutti la cui buccia è completamente gialla, senza macchie verdi. La buccia deve essere inoltre liscia e priva di ammaccature. Se si acquista un babaco non completamente maturo, lo si può tenere per alcuni giorni a temperatura ambiente prima di consumarlo. Il babaco maturo si conserva a lungo in un ambiente fresco ma è meglio tenerlo in frigorifero e mangiarlo entro tre giorni dalla completa maturazione per godere al massimo dei benefici.

Come si coltiva

Poiché il frutto del babaco è privo di semi, la pianta si può coltivare da talee di piante esistenti. Chi volesse cimentarsi nella coltivazione del babaco può farlo nelle regioni caratterizzate da clima caldo e umido e non soggette a gelate. Le piante del babaco, infatti, crescono bene a temperature superiori ai 6°C e, anche se tollerano temperature più fredde, potrebbero essere gravemente danneggiate dal gelo. Oltre a temere il gelo, la pianta di babaco non sopporta i ristagni d’acqua, che la rendono vulnerabile alle malattie fungine e al marciume radicale, quindi meglio evitare i ristagni d’acqua. Se si rispettano queste esigenze, la pianta di babaco può essere coltivata in modo abbastanza semplice, poiché si tratta di una specie resistente e poco suscettibile alle malattie.