Dipendenza da smartphone: cause e come contrastarla

Come contrastare la dipendenza da smartphone e individuarne le principali cause scatenanti

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cause

A tavola prima di mangiare si fa una foto per condividerla. Si parla con qualcuno e si guarda l’ultimo aggiornamento di status di un amico. Si passa una serata con gli amici e si tiene lo smartphone sempre in mano per aggiornare con un post o una story un qualsiasi social.

Queste circostanze si verificano con sempre maggiore frequenza e diventa difficile vivere la vita per come si manifesta. Soprattutto, diventa molto facile disconnettersi dal proprio sentire profondo collegato al momento che si sta vivendo. A volte si vorrebbe fare a meno di postare o condividere, ma il clic prevale e la voglia di mostrarsi trionfa. Vogliamo far vedere agli altri che stiamo bene e, in qualche altro caso, ogni cosa che condividiamo vorremmo andasse direttamente sotto gli occhi di qualcuno cui vogliamo far invidia o in cui vogliamo scatenare un qualsiasi altro tipo di reazione.

La forza dimostrativa assume caratteri punitivi, dimostrativi, esagerati e intanto la vera comunicazione sfuma e si impoverisce anche la risorsa che sta nel creare contatto vero con chi abbiamo davanti. Molto spesso, poi, sono i più giovani a sviluppare questo tipo di dipendenza andando a perdere la grande occasione di dare valore al tempo trascorso con nonni o genitori, tempo che non torna.

Individuiamo le principali cause da dipendenza da Smartphone, fenomeno dilagante che ci fa perdere la “bussola interiore” e ci rende schiavi del restare sempre informati su fatti e vicende altrui o su aggiornamenti riguardo il nostro status e quel che avviene nella nostra vita.

Noia

La noia rappresenta una grande risorsa, se usata bene. Se concepita come qualcosa di spaventoso e di temibile, viene evitata, scansata, annullata a tutti i costi. Oppure viene depauperata e si passa il tempo in modi ben poco fruttuosi, come ad esempio andando a sbirciare i profili degli altri. In questo modo, un tempo che potrebbe essere utilizzato per imparare, apprendere, leggere, studiare, approfondire o anche solo per rilassarsi in silenzio diventa un tempo per “ficcare il naso” negli affari degli altri, senza un vero scopo, perdendo a tutti gli effetti del tempo.

Paragone

Nel momento in cui osserviamo la vita degli altri, la mente si proietta verso un paragone, ma la mente, quando paragona, soffre. Possiamo solo guardare indietro a chi eravamo e come ci comportavamo con lo scopo di fare sempre meglio, questa costituisce l’unica forma di paragone possibile che sia anche in qualche modo utile. Il vero pericolo nel fare il paragone con la vita degli altri sta anche nel fatto che perdiamo il centro e trascuriamo i nostri talenti.

Insicurezza

Quando abbiamo bisogno di paragonarci al prossimo, non stiamo davvero nel pieno del nostro centro, nel potere della nostra essenza. Quando ci confrontiamo con gli altri stiamo forse cedendo a cali della nostra sicurezza personale. L’insicurezza purtroppo aumenta, mettendoci a paragone e quindi il confronto rischia di diventare una vera e propria trappola.

Perdita di contatto con se stessi/e

Bassa autostima e scarsa fiducia vengono alimentate dal confronto continuo. Restando concentrati sulla valutazione del comportamento e delle condivisioni degli altri, ci svalutiamo e dimentichiamo che molto spesso quel che gli altri mostrano non corrisponde al reale. Restare concentrati sulla porzione di reale che gli altri ci sottopongono determina a lungo andare una difficoltà ad ascoltarsi e a individuare obiettivi realistici e coerenti con i propri desideri.

Bisogno di approvazione

Guardiamo qualcuno che posta qualcosa per cui riceve like e lodi e ci chiediamo cosa potremmo fare noi per ottenere lo stesso consenso, ma dimentichiamo che molto spesso il benessere non c’entra nulla col bisogno di approvazione altrui. Cercare il consenso altrui danneggia in modo importante il nostro spirito di iniziativa e la spinta creativa.

Come contrastarla

Per prima cosa occorre fare silenzio mentale, togliere dalle mani il cellulare quando si passa del tempo prezioso con altri e riabituarsi a stare con se stessi/e. In questo senso, un grande aiuto arriva da piccole abitudini quotidiane: mangiare lentamente e gustare la presenza altrui, decidere quando stare soli/e e imparare a starci veramente, meditare, passare del tempo in natura, scrivere su un foglio le nostre passioni. Alimentare il proprio progetto di vita personale rende incredibilmente attraenti e assolutamente non bisognosi di confronto costante. I tempi di ozio andrebbero rispettati come tali e in quei momenti dovremmo imparare a fare a meno del cellulare. Occorre ricordarsi che, prima di tutto, il cellulare serve per comunicare quando necessario, possibile e urgente.

Quando vi accorgete di essere riusciti a limitare il tempo passato davanti allo smartphone dovreste gratificarvi in qualche modo. Cercate di non stare attaccati/e al cellulare prima di andare a dormire e dedicatevi invece a utili esercizi di respirazione. Usate lo sport come un momento sacro e continuate a nutrire il dialogo con il o la partner. Scegliete impostazioni sul cellulare che vi permettano di non essere sempre reperibili; con l’avvento della messaggistica immediata le persone scrivono in qualsiasi momento e dobbiamo sempre ricordarci che il nostro tempo viene prima di tutto e che non siamo tenuti a rispondere quando siamo a cena o pranzo o quando stiamo per coricarci. Fate qualcosa di piacevole, tenetevi impegnati, imparate qualcosa di nuovo. Date la preferenza ad azioni costruttive come una passeggiata, la preparazione del vostro piatto preferito, la scrittura, la musica, il ballo e il riposo.