Le ragazzine di Campovolo sono il fenomeno nazionale del momento. Se ne parla sui social, al bar e persino al telegiornale. Giovanissime donne accampate da una settimana fuori dell’aeroporto di Reggio Emilia, disposte a sfidare il caldo rovente, la noia, le prese in giro e la mancanza di un bagno nelle vicinanze pur di avere la possibilità di accaparrarsi un posto in prima fila al concerto di Harry Styles.
Ma chi è questo Harry Styles e come ha fatto a farsi amare così tanto da convincere le sue fan di valere più di una settimana in tenda sull’asfalto rovente? Ripercorriamo la strabiliante ascesa di questo giovane divo del pop che, arrivato da un reality come migliaia di altri talenti di belle speranze, è diventato, secondo Rolling Stone, l’uomo più desiderato del mondo.
L’ex boy band che è riuscito a farsi prendere sul serio
Prima di lui soltanto Robbie Williams e Justin Timberlake. Far parte di una boy band non porta fortuna nel mondo della musica e, dopo anni di successo causa adolescenti adoranti, gli artisti idoli delle teenager difficilmente riescono a farsi prendere sul serio. Harry Styles ce l’ha fatta, e nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo.
Tutto comincia nel 2010, anno in cui Styles si presenta – assieme ad altre migliaia di sognatori – alle audizioni di X Factor in Inghilterra. La sua voce da sola non basta e i giudici gli offrono il posto in gara, a patto di condividerlo con altri quattro come lui. Nascono i One Direction, che al talent condotto in Italia da Francesca Michielin, arrivano appena terzi. Ma concorrono con i Beatles come band più ascoltata della storia. Un’esibizione alle Olimpiadi, la benedizione di Sir Paul McCartney, ascolti record e un patrimonio di oltre 50 milioni di sterline. La boy band diventa un fenomeno mondiale. Ma uno dei membri se ne va, e il sogno finisce.
Per tutti, ma non per Harry Styles. Il performer dal faccino angelico non è disposto a fermarsi e, salutati i compagni di viaggio, punta alla carriera da solista. Nel 2017 debutta con il suo album da solista, modestamente intitolato Harry Styles e ottiene le stesse cifre da capogiro cui l’aveva abituato la boy band: in top ten nella classifica più paesi di quanti abbia fatto in tempo a visitare, riconoscimenti Billboard e – quel che più sorprende – il plauso della critica musicale “seria”. Non pago, si posta al cinema e, anche lì, solo ovazioni per lui.
Perché tutti amano Harry Styles
Il talento come compositore, le influenze britpop e la vicinanza al rock psichedelico degli anni ’70 (che Harry sia un fan di David Bowie è a dir poco palese) non bastano a giustificare il successo di Styles. Di artisti di valore ce ne sono tanti, ma non tutti hanno gente accampata ad aspettare il loro passaggio. Il successo della popstar inglese si base su tre pilastri, nessuno dei quali ha nulla a che fare con le sue canzoni.
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Paladino arcobaleno
Harry Styles è stato il primo maschio a comparire sulla copertina di Vogue e Gq lo ha definito l’uomo più elegante del mondo. Anche e soprattutto perché Styles – così come il collega coetaneo Timothée Chalamet – si veste a dispetto delle norme di genere. Paillettes, piume di struzzo, top scollati e ombelico in vista. Nel suo vocabolario non esiste il concetto di “abito maschile”, si mette tutto quello che gli piace: il gender fluid applicato all’abbigliamento.
E se è vero che qualcuno lo ha tacciato di rainbow washing, perché è facile osare con la gonna forti di appartenere alla privilegiata categoria del maschio bianco e virile, è altrettanto vero che Styles si è sempre espresso pubblicamente e senza timori a favore della comunità Lgbtqia+. Ai suoi concerti espone sempre la bandiera arcobaleno e, quando non canta, utilizza la voce per ricordare a tutti che l’amore è uno e nessuno dovrebbe essere discriminato per il modo in cui lo declina.
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L’ex impossibile da odiare
È bello, giovane, ricco, famoso. Ci si stupirebbe se non fosse anche un latin lover d’eccezione, ed Harry Styles lo è, ma in un modo tutto suo. Rubacuori sì: tra le sue conquiste vanta Miley Cyrus (che gli dedicò una canzone d’addio al vetriolo), Taylor Swift (che nei suoi album non ne ha parlato affatto bene) e persino Emily Ratajkowski. Tante storie, quasi tutte finite maluccio. Eppure la sua aria da bravo ragazzo è intatta: con quel visino lì, con le foto con la mamma e la famiglia e l’affetto sbandierato per gli altri One Directions, può spezzare il cuore a chiunque ma nessuno darebbe la colpa a lui.
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Predicatore della gentilezza
“Treat people with kindness”, tratta le persone con gentilezza, è questo il motto di Harry Styles e della comunità di fan. Il divo si impegna affinché ai suoi concerti si respiri un’atmosfera serena e benevola, dove tutti possano trovare il proprio posto e sentirsi liberi di esprimersi. E sentirsi anche ascoltati: duranti i concerti Harry legge i cartelloni, interpreta le urla, raccoglie al volo i regali lanciatigli e chiacchera persino con chi lo adora da sotto il palco. Per non parlare della sua presenza social, dove risponde a ogni tag, ogni commento, come se gli importasse davvero.