La magia della danza torna su Rai 1 con Viva la danza, l’evento firmato da Roberto Bolle in occasione della Giornata Internazionale della Danza. Tra passi a due iconici, incursioni nella grande arte italiana e momenti di racconto emozionante, la serata si dipana come un viaggio dentro la bellezza. Il programma è una fucina di arte, una lezione di bellezza della vita: danza, recitazione, canto, divulgazione. Ecco le nostre pagelle, protagonisti dopo protagonisti.
Roberto Bolle, il dio della danza – Voto 10
Padrone di casa, anima e cuore di Viva la danza. Roberto Bolle torna a incantare con il suo carisma naturale, la sua tecnica ineguagliabile e quella capacità rara di trasformare ogni passo in una narrazione emotiva. Dalle performance tra i capolavori di Caravaggio alla Venezia sospesa nella luce, fino al solo “Memories” attraverso i suoi personaggi più celebri come Apollo e Romeo, Roberto Bolle dimostra ancora una volta perché è considerato il dio della danza. Elegante, potente e sempre generoso con il pubblico.
Particolarmente toccante il passo a due danzato a Palazzo Barberini insieme a Timofej Andrijashenko, tra le opere originali di Caravaggio. Un’esperienza irripetibile, resa possibile grazie al supporto del Ministero della Cultura, che ha unito due forme d’arte – pittura e danza – in un unico gesto coreografico. “Ne ho vissute tante di emozioni, ma questa è davvero speciale”, dice Bolle prima di entrare in scena. E l’intensità dello sguardo, immerso nei chiaroscuri del maestro seicentesco, ne è conferma assoluta.
Serena Rossi, il messaggio contro i femminicidi – Voto 9
Con il suo sorriso caldo e la sua capacità di stare sulla scena senza mai prevaricare, Serena Rossi accompagna il pubblico in un viaggio sofisticato ma accessibile. Dalla presentazione istituzionale ai momenti più emotivi, come il ricordo di Mia Martini nella sua carriera, Serena si conferma la presentatrice perfetta: presente ma mai invadente, capace di accendere il racconto con naturalezza.
In uno dei passaggi più significativi, introduce la storia di Esmeralda con parole che risuonano ben oltre la scena e sono tremendamente attuali: “Anche Esmeralda ama, ma a differenza di Carmen, il suo amore la salverà, perché l’amore – se è davvero amore – non uccide mai“. Un messaggio chiaro, affidato al pubblico senza retorica, che rende omaggio a tutte le donne vittime di violenza, e inserisce nel cuore della serata una riflessione civile e davvero potente.
Geppi Cucciari, l’ironia che danza – Voto 8,5
La sua “safety demo” sul volo “Bolle Air” è uno dei momenti più riusciti della serata. Geppi Cucciari porta leggerezza aggiungendo poesia all’evento, con battute intelligenti che fanno sorridere senza stonare. Si inserisce nel contesto elegante di Viva la Danza con una comicità garbata e ben calibrata. I cameo di Geppi Cucciari sono la ciliegina sulla torta che rendono lo spettacolo (quasi) perfetto.
Nicoletta Manni, sensualità e perfezione – Voto 9
Insieme a Bolle, nel passo a due di Carmen, Nicoletta Manni incarna una sensualità raffinata e mai esibita. Il controllo tecnico impeccabile, la purezza delle linee e l’intensità dello sguardo costruiscono un’interpretazione potente. Il bacio finale suggella una chimica scenica autentica, capace di rendere palpabile l’amore e il conflitto raccontati in danza.
Claudio Santamaria, il cantastorie degli specchi – Voto 8,5
Tra citazioni letterarie e riflessioni sull’identità, Claudio Santamaria accompagna il pubblico in un viaggio tra Narciso, Dorian Gray e i personaggi scolpiti da Bolle. Evoca anche alcuni ruoli cruciali della sua carriera, come Rino Gaetano, Enzo Ceccotti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e Nicola Calipari, dimostrando come ogni interpretazione possa lasciare un segno profondo. Il tono è semplice ma incisivo, perfetto per introdurre la coreografia “Memories” senza appesantire il racconto.
Non solo: Santamaria torna in scena anche per raccontare la storia tormentata de Il lago dei cigni, ricordando come la musica di Cajkovskij, oggi simbolo della danza mondiale, nacque da un iniziale fallimento. Attraverso il parallelo con grandi artisti come Van Gogh, Monet e Walt Disney, lancia un messaggio universale: ogni caduta può trasformarsi in un volo.
Gianna Nannini, la voce che vibra nelle pietre – Voto 9
È l’ospite musicale più potente della serata. Con la sua voce graffiante e il suo spirito libero, Gianna Nannini porta sul palco l’energia del rock, ma anche l’intensità delle emozioni più profonde. Canta Amandoti accompagnata da Roberto Bolle e due ballerini, dando vita a uno dei momenti più coinvolgenti dello show. Poi arrivano le hit: America, Meravigliosa creatura, e tutto il repertorio che ha segnato intere generazioni.
Nel dialogo con Roberto Bolle rivela anche un lato più intimo e ironico: un’infanzia segnata da un trauma con la danza classica, un’insegnante troppo diretta, e una ribellione che ha trasformato la voce nel suo strumento di libertà. “Forse io sono la voce del mio corpo”, dice, spiegando come il canto sia diventato il suo modo di esprimersi. E quando Roberto Bolle le propone di iniziare a danzare ora, con lui come maestro, Gianna sorride: “Possiamo sempre ricominciare”.
Infine, la riflessione sui luoghi d’arte: dal Circo Massimo alla Reggia di Caserta, fino all’Arena di Verona, la Nannini racconta la magia di cantare tra le pietre, dove il suono si amplifica e si fa eco della storia. Un’esibizione carismatica, viva, perfettamente in sintonia con lo spirito del programma.
Maia Makhateli, la regina degli equilibri – Voto 9,5
In Esmeralda, Maia Makhateli sfida le leggi della gravità con una serie di equilibri e promenade eseguiti con una grazia disarmante. La sua tecnica è da manuale, ma è la capacità di rendere il gesto naturale che conquista. Accanto a lei, Motoki Kiyota è partner preciso ed elegante, valorizzando ogni passaggio.
Motoki Kiyota, la forza silenziosa – Voto 9
Con un’energia misurata e un sostegno perfetto, Motoki Kiyota accompagna Makhateli nel passo a due di Esmeralda con solidità e discrezione. Sa mettere in risalto la protagonista senza mai rinunciare alla propria presenza scenica, firmando un’interpretazione pulita e potente.