Prove di disgelo tra Serena Bortone e la Rai. Stando alle ultime indiscrezioni pare che la tv di Stato abbia deciso di optare per un dietrofront nei confronti della giornalista 53enne. Nessuna rottura definitiva con la conduttrice dopo il caso Scurati e la presunta cancellazione del suo programma Che sarà. Entrambe le parti starebbero lavorando per trovare un accordo in vista della prossima stagione televisiva in partenza a settembre.
Serena Bortone resta in Rai dopo il caso Scurati
Secondo quanto riporta Dagospia, “la giornalista che la Rai vorrebbe silurare ha incontrato a Viale Mazzini il direttore intrattenimento daytime Angelo Mellone. Ridimensionamento (solo una serata) o un programma non politico? Rebus da risolvere…”. Dunque molto probabilmente nessun addio di Serena Bortone alla Rai bensì un ridimensionamento in seguito alle polemiche degli ultimi mesi.
E così Che Sarà potrebbe anche rimanere in palinsesto ma avrebbe una sola puntata a settimana e non due come nella scorsa stagione. E non è esclusa l’eventualità che la giornalista finisca a condurre uno show non politico (e quindi al di là delle proprie competenze). Ovviamente sempre se Serena Bortone accetterà tali condizioni.
E Maria Latella, tirata in ballo come sostituta di Serena Bortone? Davanti a questa prospettiva la situazione cambierebbe: “Inizialmente destinata all’access del sabato su Rai3 potrebbe approdare al martedì sera in seconda serata“, spiffera sempre il portale di Roberto D’Agostino.
Serena Bortone doveva essere licenziata dalla Rai?
Di recente ha fatto discutere un duro sfogo dell’ad Roberto Sergio contro Serena Bortone. “Doveva essere licenziata per quello che ha fatto e non è stata licenziata. Non è stata punita”, ha detto Sergio alla Festa dell’Innovazione del Foglio a Venezia. Il riferimento è al post social nel quale Serena Bortone esprimeva il suo disappunto per la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati nella sua trasmissione su Rai3 con un monologo sul 25 aprile.
La questione ha portato all’avvio di un procedimento nei confronti della giornalista romana: “Certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l’azienda in cui lavora. Lei questo ha fatto, e non è stata punita”, ha continuato Sergio. Ha inoltre aggiunto di aver mandato “un WhatsApp alla Bortone” invitandola “a mandare in onda il monologo”, solo che Scurati avrebbe scelto di non partecipare al programma solo perché “non veniva pagato” (versione questa già smentita dallo stesso Scurati).
Non solo, durante lo stesso intervento l’Ad Rai ha negato l’esistenza di TeleMeloni, così come è stata ribattezzata la Rai da quando Giorgia Meloni è diventata premier, parlando piuttosto di “TeleOpposizioni”. Serena Bortone non ha mai replicato a tali dichiarazioni. In passato però ha affermato con convinzione di “essere onorata di lavorare in Rai”.
E all’ultima puntata di Che sarà Serena Bortone si è tolta qualche sassolino dalla scarpa, riflettendo il clima teso che ha caratterizzato le ultime puntate della trasmissione: “Nessuno di noi parlerebbe di fascismo se evitassero di inneggiare alla Decima Mas, fare francobolli sui fascisti, picchiare un deputato in Aula. Signorelli, l’ex portavoce di Lollobrigida, che parlava utilizzando un linguaggio orrendo”.