Sanremo 2025, i top e flop della settimana del Festival

I momenti migliori (e quelli peggiori) di Sanremo 2025. La lunga maratona di Carlo Conti che premia l'underdog

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Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 16 Febbraio 2025 12:04

Cala il sipario su Sanremo 2025. Una frase scontata per un Festival ordinario, che non ha concesso molto al pubblico ma che inevitabilmente ha spezzato quel legame col passato che fino a ieri sembrava impossibile. Grandi numeri, alcuni ritorni tra i Campioni, e tanti – tantissimi  – co-conduttori che hanno aperto questo nuovo corso sanremese capitanato da Carlo Conti, un arbitro perfetto che ritroveremo nel 2026 e che ci ha restituito l’essenza di questo tempo: la velocità.

I migliori momenti di Sanremo 2025

Cosa ricorderemo di questo Festival di Sanremo? Alcune cose ci sono piaciute davvero.

Bianca Balti

Non chiamiamola guerriera. Bianca Balti è una donna che sta affrontando le cure per arginare un tumore ovarico al terzo stadio e che è voluta (fortemente) tornare a lavorare. Dopotutto era stata lei a dirlo per prima: “Non vengo qui a fare la malata di cancro”. Proposito perfettamente rispettato, nonostante si continuasse a fare pressione sulla sua malattia, ma alla fine tutto è andato per il meglio.

La super top di Lodi è tornata sul palco del Teatro Ariston per la finale di Sanremo 2025 e per annunciare i premi collaterali, quelli dedicati a Sergio Bardotti e al paroliere Giancarlo Bigazzi. Una scelta veramente azzeccata, da parte di Carlo Conti, che la riporta al centro della scena dopo l’ottima prova della seconda serata. “Che divertimento”, aveva detto al momento della lettura della classifica. Ed è stato davvero così.

Le lacrime di Giorgia

Data per favorita dal pronostico, Giorgia forse sognava davvero di chiudere il cerchio sanremese conquistando la vittoria a 30 anni da quella in Come saprei. L’artista romana chiude in sesta posizione ma vince il Premio TIM, che le viene consegnato tra le lacrime. L’importante è partecipare e ricevere l’affetto del pubblico, ma probabilmente sollevare il premio sarebbe stata un’altra cosa. In tantissimi anni di carriera non l’avevamo mai vista così ed è stata una bella sorpresa. Un’emozione che mancava.

L’esibizione dei Duran Duran

Sono tornati a Sanremo dopo 40 anni e non poteva andare meglio di così. Su Simon Le Bon si è detto tutto e il contrario di tutto: che prepotente, che ha fatto impazzire gli albergatori della città, che è antipatico. Eppure quand’è sul palco fa davvero sul serio. Perfino quando si tratta di tenere a bada Katia Follesa, in sala vestita da sposa e con un grande cartello in cui gli chiedeva di sposarlo. Ci è scappato perfino un bacio, già restituito alla storia. E sì, è stato uno dei momenti che di certo ricorderemo di questo Festival tutto costruito sulla semplicità.

Il Premio ad Antonello Venditti

L’attesa di Antonello Venditti è stata ampiamente ripagata dai brani che ha portato sul palco del Teatro Ariston. Ricordati di me e Amici mai sono due brani che ormai si cantano da soli, che sono entrati di diritto nella storia della nostra musica. Lui con il Festival c’entra davvero poco ma sembrava felice di essere lì, insieme al suo pubblico e a Carlo Conti che ha dimostrato di ritenere un amico. Davvero strano riconciliarsi con certa musica dopo aver ascoltato alcune delle canzoni in gara. E, quindi, menomale che c’è stato il Premio alla Carriera.

Il momento Edoardo Bove

Il centrocampista della Fiorentina è stato ospite della finale per portare la sua testimonianza sul palco. Il 1° dicembre 2024, durante il match contro l’Inter, il giovane calciatore è stato trasportato all’Ospedale Careggi a seguito di un malore che poteva essergli fatale. “In questo momento mi sento incompleto, vuoto, come se mi mancasse qualcosa, so che ci vuole tempo, tanto coraggio, mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso”, ha spiegato sul palco.

“Vivo questa esperienza tra alti e bassi: il calcio è la mia forma di espressione, senza non mi sento lo stesso, sento che mi manca qualcosa, come credo accada per un cantante con la voce, è una situazione che può essere paragonata a quella di una persona che ha perso un grande amore”, ha spiegato, “Voglio ringraziare tutti voi, è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre. Mi ha fatto capire la gravità della situazione, mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo guardando le reazioni di familiari, amici, persone estranee che erano contente di vedermi mi sono reso conto che avevano avuto paura di perdermi”. Una delle ospitate più belle di questo Sanremo.

I flop della settimana del Festival

E, infine, i momenti che non ricorderemo.

I continui saluti ai figli, alle mamme, alle mogli

“Sei una mamma e adesso anche una guerriera”, dice Carlo Conti a Bianca Balti. La vera essenza del Festival di Sanremo 2025 si è racchiusa probabilmente in quest’affermazione del direttore artistico, che ha improntato la sua conduzione sulla famiglia, sui buoni sentimenti, sui figli nominati in continuazione, sulle mamme, sulle mogli in sala. Qualcosa che si è ripetuto anche sul Suzuki Stage con Ermal Meta: “Hai scritto tante canzoni bellissime ma, soprattutto sei diventato padre”, ha sottolineato il conduttore.

I fischi per Giorgia e Achille Lauro

Di certo una dimostrazione d’affetto, da parte del pubblico, che avrebbe voluto vedere Giorgia e Achille Lauro in una posizione più alta in classifica. I fischi si sono protratti per moltissimi minuti, un vero record all’Ariston. E, nonostante sia comunque un gesto positivo verso chi si sostiene, non sono mai piacevoli da sentire. Soprattutto per gli altri artisti che si sono piazzati più in alto e che non possono caricarsi di colpe che non sono loro. I fischi li ricorderemo, proprio come quelli di Geolier di un anno fa.

La co-conduzione di Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan

Sono due grandi professionisti e forse per questo da loro ci aspettavamo davvero di più. Alessandro Cattelan non si è visto praticamente mai mentre Alessia Marcuzzi si è persa un po’ troppo negli abbracci al pubblico, all’orchestra, ad Achille Lauro. Un vero peccato, dato che le co-conduzioni scelte per quest’anno sono andate tutte abbastanza bene – basti pensare a Bianca Balti ma anche a Geppi Cucciari, una delle preferite sul palco – e quindi è stata una vera occasione sprecata.