L’avventura di Achille Lauro come Big in gara a Sanremo 2025 procede a gonfie vele: il cantante di Incoscienti giovani continua a regalare grandi emozioni tra performance intense e outfit ricercati, portando sul palco un racconto d’amore tanto romantico quanto tormentato.
Nel corso della settimana sanremese, il cantante ha deciso di approfondire ulteriormente il significato del brano inviando lettere ai giornalisti. Questi scritti offrono una prospettiva più intima sulla canzone, attraverso le parole di persone che hanno avuto un ruolo significativo nella sua vita. Per la seconda serata, la lettera è stata scritta da sua madre.
Achille Lauro, la lettera scritta da sua mamma
Achille Lauro è tra i favoriti di Sanremo 2025: con Incoscienti giovani, una canzone intensa e profondamente personale, continua a portare in scena una storia che sembra toccarlo nel profondo, restituendo un vissuto autentico e denso di emozioni.
Per dare ulteriore profondità al significato del suo brano, durante la settimana del Festival Lauro ha scelto di condividere una serie di lettere scritte da persone a lui care: testimonianze che ripercorrono frammenti della sua vita e svelano dettagli inediti che si intrecciano con la narrazione della canzone.
La seconda lettera divulgata è firmata dalla madre del cantante, che racconta: “Lauro ha sempre avuto una fissazione per la scrittura. La mattina, quando mi svegliavo, entravo in camera sua e lo trovavo ancora sveglio a scrivere. Lo sgridavo perché non dormiva mai. Aveva solo 11 anni. Si imbarazzava, nascondeva i fogli. Non ha mai detto ‘scrivo canzoni’ o ‘voglio fare il cantante’, ma ho capito presto che per lui scrivere era un modo per superare momenti difficili”.
“In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto” ha poi proseguito la madre all’interno della lettera: “Ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore, convinta che chi impara a seguire quel faro, presto o tardi, riconosca la strada. E così è stato. Lauro è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali. Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte, restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro. Li conosco tutti. Sono stati come figli anche per me. Giovani incoscienti, ma con un grande cuore“.
“Oggi Lauro è adulto – conclude la lettera – e insieme cerchiamo di sostenere tutti quei posti dove ci sono ragazzi che hanno bisogno: dagli ospedali, alle comunità e ovunque ci sia necessità. Sono grata di tutto questo e di vedere che oggi lui non si dimentica di chi ha bisogno e di chi era come lui. Nonostante tutto quello che abbiamo passato, Lauro ha riconosciuto quel faro e ha imparato l’unica cosa che conta realmente: l’importanza di amare e il bisogno di tutti noi di essere amati. Se quei ragazzi non avessero conosciuto l’amore, incluso mio figlio, forse si sarebbero persi in cerca di quell’amore che non avrebbero mai trovato”.
Achille Lauro, le lettere che raccontano momenti difficili
La lettera scritta dalla madre di Achille Lauro è la seconda di una serie che apre una finestra su un passato travagliato, un racconto che si intreccia con la forte componente autobiografica di Incoscienti giovani. Il primo scritto diffuso proveniva da una misteriosa ragazza, indicata con l’iniziale “S”.
Nel testo, la giovane ha rievocato frammenti della loro adolescenza: “Un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati”.
La lettera prosegue svelando un lato più fragile del cantante e il suo modo di affrontare il dolore: “Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. È forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio”. Un passato segnato da notti trascorse in macchina o in hotel di fortuna: “Ricordo che mentiva pur di non pesare su di me e sui suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: ‘Tranquilli, sto da un amico’. Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio”.
Nonostante le difficoltà, Achille è riuscito a incanalare il suo dolore in qualcosa che gli permette, oggi, di scrivere e cantare canzoni come Incoscienti giovani: testi intimi e riflessivi che, forse, gli permetteranno di salire tra le posizioni più alte di questo Festival.