Sono passati ben 50 anni da quando Lo Squalo, il celebre thriller del 1975 diretto da Steven Spielberg, ha fatto il suo ingresso trionfale nelle sale cinematografiche segnando per sempre la storia del cinema.
Ancora oggi, questo film continua a farci saltare sulla sedia grazie a una tensione costruita magistralmente e a quell’iconico tema musicale firmato da John Williams che ormai tutti noi riconosciamo al primo secondo e che ci costringe a guardare con sospetto ogni onda in spiaggia. Ma cosa rende Lo Squalo un cult senza tempo? Ecco 5 curiosità sul set, il cast e la produzione che forse non conoscevi.
Indice
“Lo Squalo”, cinque curiosità sul film
I guasti dello squalo Bruce
Il protagonista assoluto del cult cinematografico di Spielberg è sicuramente Bruce, il gigantesco squalo meccanico costruito per il film che prende scherzosamente il nome dell’avvocato del regista.
La particolarità dello squalo è che, proprio perché meccanico, si guastava spesso, causando continui ritardi. Questa difficoltà obbligò Spielberg a farne costruire ben tre e reinventare il modo di girare il film suggerendo più volte di mostrare lo squalo solo attraverso dettagli o inquadrature parziali. Un escamotage indovinato che ha creato quella suspense che sarebbe diventata leggendaria.
“Lo Squalo”, pioniere dei cult estivi
Prima dell’uscita de Lo Squalo, i mesi estivi erano considerati un periodo morto per il mondo cinematografico. Il film, a causa dei ritardi nelle riprese, uscì a giugno del 1975 creando una vera e propria controtendenza.
Il successo clamoroso ottenuto dal film cambiò questa percezione, inaugurando la stagione dei Blockbuster estivi con film pensati proprio per attirare folle nelle calde giornate d’estate.
La tensione tra Roy Scheider e Robert Shaw
Non sempre lavorare insieme nella creazione di un capolavoro è sinonimo di serenità tra gli interpreti: sembra infatti che l’attore che interpretava il capo della polizia Martin Brody e quello che vestiva i panni del cacciatore di squali Quint avevano un rapporto un po’ difficile durante le riprese.
Fortunatamente, il loro scontro acceso sul set ha contribuito a dare più realismo e intensità alle loro scene insieme, arricchendo la dinamica tra i personaggi.
L’effetto “paura del mare”
Lo Squalo, oltre a essere uno tra i più grandi cult internazionali, è anche l’esempio di come un film possa influenzare il pubblico: dopo l’uscita della pellicola, infatti, si è registrato un vero e proprio aumento della paura verso gli squali e il mare aperto. Questa ansia collettiva ha trasformato il modo in cui parte del pubblico vive la spiaggia.

Ma non solo: a distanza di anni, ha acceso una sorta di senso di colpa in Spielberg: “Una delle cose che ancora temo non è essere mangiato da uno squalo, ma che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per la frenesia dei folli pescatori sportivi avvenuta dopo il 1975” ha raccontato in un’intervista.
La musica di John Williams: il cuore pulsante del terrore
Il tema musicale di Lo Squalo, composto da John Williams, è diventato uno dei motivi più iconici e riconoscibili nella storia del cinema. Quel semplice, inquietante ritmo di due note ripetute riesce a evocare immediatamente la minaccia invisibile dello squalo, aumentando la suspense scena dopo scena.
La colonna sonora non solo ha contribuito a rendere il film indimenticabile, ma ha anche ricevuto il riconoscimento più prestigioso: nel 1976, John Williams vinse l’Oscar per la Miglior colonna sonora grazie a questo lavoro. Da allora, quel tema è stato usato e citato in innumerevoli contesti, diventando un vero e proprio simbolo di paura e tensione nel cinema e nella cultura pop.