In un Eurovision Song Contest 2025 dove l’Italia si è fatta notare e apprezzare in tanti modi diversi, la serata finale ha lasciato un piccolo retrogusto amaro.
Il 26esimo posto di Gabry Ponte, inaspettato e difficile da digerire per molti fan, ha acceso un dibattito che va oltre la performance di un artista amatissimo a livello internazionale. Lo sguardo si sposta su San Marino, uno dei Paesi più piccoli (e spesso sottovalutati) in gara, che ora potrebbe addirittura decidere di tirarsi indietro.
“Eurovision”, perché San Marino potrebbe dire addio
L’edizione 2025, andata in scena a Basilea, è stata come sempre una festa di musica e spettacolo. Artisti da ogni angolo d’Europa (e non solo) hanno portato sul palco la propria voce, cultura e visione, regalando un mix potente e difficile da replicare.
L’Italia non è stata da meno, e non solo grazie al quinto posto di Lucio Corsi: la conduzione della finale affidata a Michelle Hunziker e la presenza in gara di Gabry Ponte, che ha rappresentato San Marino con Tutta l’Italia, hanno acceso i riflettori anche sul nostro Paese.
Eppure, qualcosa non ha funzionato. Nonostante l’hype e il valore internazionale di Gabry Ponte, la canzone già colonna sonora di Sanremo 2025 è arrivata ultima. Una delusione che potrebbe avere conseguenze ben più grandi della semplice classifica.
“Non lo so se San Marino parteciperà ancora all’Eurovision, è un dibattito aperto”, ha spiegato Roberto Sergio, direttore generale Rai e San Marino Rtv. “Ho la sensazione che non ci sia un gran rispetto per i piccoli Stati, questo lo dimostrano tante incongruenze e assenze di sensibilità che si vedono da come i piccoli Stati escono dalle graduatorie della classifica, a prescindere dalla qualità del progetto”.
Al centro della questione c’è anche il sistema di voto: “Ci sono giurie sconosciute, che danno votazioni incomprensibili”, ha aggiunto Sergio. “Per esempio, la Gran Bretagna prende voti altissimi dalle giurie e zero dal voto popolare, forse c’è qualcosa che non quadra. Ma questo vale anche per la Svizzera, che era il Paese ospitante”.
San Marino Rtv, secondo Sergio, dovrebbe iniziare un dialogo più strutturato con le altre emittenti dei piccoli Stati, per fare fronte comune. “Io parlo di San Marino e non da dg della Rai”, ha sottolineato.
Il futuro di San Marino all’Eurovision Song Contest
Che ne sarà quindi di San Marino all’Eurovision 2026? Per ora, è tutto ancora da decidere. “Faremo di tutto per esserci, ma ci devono essere delle garanzie”, ha detto ancora Sergio. “Non significa dover prendere per forza dei voti. Ma si deve essere rispettati. La candidatura che abbiamo portato era di grande valore, appeal e performance. La penalizzazione delle giurie, ancor più del voto popolare, lascia tanti dubbi di cui bisognerà discutere”.
Nessun dubbio sulla qualità di Gabry Ponte e di Tutta l’Italia, su questo sono tutti d’accordo. Ma il vero punto è un altro: il trattamento riservato ai piccoli Stati. “Ragioneremo con EBU, con gli organizzatori e con gli altri piccoli Stati e grazie anche al supporto che lo Stato di San Marino potrà darci. E poi valuteremo la partecipazione, che io vorrei ovviamente mantenere ma se ci saranno condizioni accettabili per la candidatura di San Marino”.