È tempo di bilanci in quel di Cannes 2024. Ora che il tappeto rosso è stato riposto e tutti i protagonisti sono tornati a casa, possiamo finalmente ripercorrere i 12 giorni gloriosi della manifestazione dalla quale emerge una grande protagonista: Demi Moore. Presente, presente moltissime volte tra red carpet e Gala AmFar, l’attrice si è decisamente ripresa la scena e ha approfittato della presentazione del suo film per imporsi sul variegato parterre che ha animato la Montée des marches e in cui, purtroppo, il cinema è rimasto ai margini.
I top di Cannes 2024, l’incrollabile Demi Moore
Il tempo passa, si cresce, si invecchia, si cambia. Lo sa bene Demi Moore, che in questo periodo così particolare della sua vita ha deciso di non mollare e continuare lungo la strada che le ha regalato grandissime soddisfazioni. L’occasione è quella della presentazione del film The Substance che la vede tornare in scena con un ruolo importante e sotto certi aspetti controverso. Un horror femminista in cui l’attrice si presta a un nudo integrale che ha affrontato a 61 anni con coraggio ma che l’ha esposta nuovamente al mondo e senza filtri: “È stata un’esperienza che mi ha fatto sentire vulnerabile. Per fortuna accanto a me c’era Margaret, una persona che è stata un’ottima partner con cui mi sono sentita molto al sicuro”, ha spiegato.
La sua presenza massiccia all’interno della manifestazione non ha fatto che evidenziare la sua intenzione di tornare rapidamente alla ribalta dopo un periodo di relativa lontananza dalle scene e di vicinanza alla famiglia, soprattutto all’ex marito Bruce Willis colpito da afasia e ormai quasi impossibilitato a parlare, e alle figlie, per le quali è un punto di riferimento. Cannes 2024 dimostra che Demi Moore c’è, c’è ancora, e ha ricevuto 10 minuti di applausi: “È un film che mette alla berlina la prospettiva maschile della donna ideale. Ma non siamo contro gli uomini: siamo contro gli str*nzi”, ha evidenziato in conferenza stampa.
La bellezza senza tempo di Catherine Deneuve
Un po’ italiana e molto francese. Catherine Deneuve è anche un pochino nostra, soprattutto per il legame con Marcello Mastroianni con il quale ha avuto sua figlia Chiara, ma Cannes è casa sua. La presenza in concorso di Marcello Mio, un ritratto preciso della figura del celebre attore che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni, è forse inconsueta ma non poteva che essere così.
Il Festival ha reso così omaggio, oppure restituisce il favore, a Chiara Mastroianni che un anno fa è stata apprezzata madrina della kermesse. Ha dato tutta se stessa, si è emozionata e ha portato sul palcoscenico il rapporto con sua madre che spesso è rimasto ai margini in favore della carriera di entrambe.
Un’icona in sala
Una manifestazione incentrata sul cinema non poteva prescindere dalla presenza di Faye Dunaway, 83 anni portati splendidamente e un amore che la lega a filo doppio all’Italia. Il suo cuore è stato di Marcello Mastroianni per moltissimo tempo ed è di questo (e tanto altro) che si parla nel documentario che le ha dedicato Laurent Bouzereau, Faye.
Al centro del racconto ci sono l’alcolismo, i disturbi alimentari e quelli legati al bipolarismo, l’adozione e le difficoltà ad avere figli. Immancabile l’abbandono del grande amore, quello che provava per Marcello Mastroianni, conosciuto sul set di Amanti di Vittorio De Sica. Proprio quest’anno, in concorso c’era Marcello Mio, la dedica di Christophe Honorè con protagonista Chiara Mastroianni che veste proprio i panni di suo padre.
I flop di Cannes 2024, Elodie osa troppo
Poche italiane sul red carpet e quasi tutte passate inosservate. Se non fosse per il nude look sfoggiato durante la serata finale, non ci saremmo neanche accorti della presenza di Elodie. Il vestito a rete, che lascia scoperta gran parte della sua figura, non le rende giustizia ed è forse troppo audace per quest’occasione. Lei è splendida ed è anche superfluo doverlo ribadire, ma sul red carpet poteva fare decisamente di meglio.
Gli appelli sul red carpet
Doverosi, in alcuni casi, ma davvero poco incisivi. Il Festival di Cannes è sempre di più un fenomeno di costume, in cui i riflettori sono tutti puntati sui look del red carpet. Quello per gli ostaggi di Israele è passato praticamente inosservato e così tanti altri messaggi lanciati al di fuori delle sale di proiezione.