GF Vip, le parole da squalifica di Nathaly Caldonazzo. Il gioco deve fermarsi

Ancora leggerezze da parte dei concorrenti del GF Vip e che riguardano la maniera di esprimersi: cos'ha detto la Caldonazzo su Jessica Selassié

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Strategie, intrighi, passioni. Tutto è concesso nella Casa del GF Vip, almeno fino a quando non si trascende il limite della squalifica. Una linea che si è fatta sottilissima, quasi labile in questa sesta edizione a guida Alfonso Signorini che ha deciso per una linea più morbida e meno punitiva, con il solo scopo di puntare sul buonsenso dei concorrenti. Ebbene, questo confine è stato spesso superato – senza troppa fatica – da molti dei partecipanti. È il caso di Nathaly Caldonazzo, che si è lasciata andare a qualche parola di troppo nei confronti di Jessica Selassié.

GF Vip, cos’ha detto Nathaly Caldonazzo

Complice la stanchezza e la voglia di arrivare alla finale per chiudere questo lungo capitolo dedicato al GF Vip, i concorrenti sono soliti esprimersi liberamente di fronte alle telecamere, forse convinti di non essere sentiti. Secondo quanto circolato su Twitter e in maniera piuttosto insistente, sembrerebbe che la showgirl abbia espresso un giudizio pesantissimo nei confronti di Jessica Selassié, usando queste parole: “Il cibo lo ruba Jessica, d’altronde è un vizio di famiglia”, rivolgendosi chiaramente al passato del padre delle Principesse, Aklile Berhan Makonnen Hailé.

La gravità di questa frase è stata recepita da alcuni degli altri concorrenti ma anche da colei che l’ha pronunciata. In un confronto con Alessandro Basciano, la Caldonazzo non ha mancato di esprimere il suo timore e non solo per un eventuale provvedimento disciplinare ma anche per la “caduta di stile” della quale si è resa protagonista: “Ragazzi ma ieri come ho sbroccato?! Speriamo non si sentano le cose che ho detto, ho trasceso di brutto. Ma si vedrà? Mi spiace ma non c’ho visto più e ho esagerato. Ieri ho trasceso veramente di brutto. Che caduta di stile. Quando sbrocco succede così, spero non si vedrà. Ora ci stavo pensando mio Dio. No spero di no, che non lo trasmettano. Ti parte l’embolo ogni tanto pure a te? Perché a me quello è successo”.

Perché avrebbe senso fermare il gioco

Di parole sbagliate ne sono state dette tante e sono state altrettante le reprimende di Alfonso Signorini nei confronti dei suoi concorrenti, quelli che si è scelto con molta cura e che ha protetto rivedendo una parte del regolamento. La lezione sulle squalifiche degli anni precedenti, talvolta pretestuose come nel caso del povero Fausto Leali, hanno fatto sì che si rivedessero in positivo in confini di quello che è lecito e di quello che non lo è.

Quanto debbano essere ampi, questi confini, non sta a noi stabilirlo. Eppure, la troppa libertà concessa ai giocatori ha in parte sporcato la dinamica del gioco. Dove tutto è possibile, dove non ci sono regole, tutto diventa piatto. Scontato e prevedibile. Cosa arriva a casa, ai milioni di telespettatori che ogni giorno seguono la trasmissione? Forse l’arroganza di chi può dire sempre la “verità”, spacciandola come un valore di superiorità morale che offende gli altri. Emerge così un gruppo alla deriva, preda degli impulsi del momento e senza direzione alcuna. Ha  davvero senso continuare a indugiare su comportamenti che, invece, richiederebbero un intervento immediato? Il gioco, arrivati a una manciata di giorni dalla fine, conta ancora così tanto?