Prevenzione per le giovani donne: cosa fare e quando iniziare

Scoprire il proprio corpo e sperimentare è fisiologico. Tutelarlo e proteggerlo è un nostro diritto e dovere: ecco quando e da dove inizia la prevenzione per le giovani donne

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

La scoperta del corpo femminile e della femminilità è un bellissimo viaggio. Davvero. Bisogna intraprenderlo con grande curiosità e tantissimo rispetto, senza vergogna. I corpi, e specialmente quelli di noi donne, subiscono trasformazioni periodiche, dalla pubertà fino alla menopausa. C’è il ciclo mestruale, poi c’è la sessualità e il piacere, ma anche il seno, la pelle, le zone sensibili del corpo di ciascuna. Poi la prevenzione, importantissima, e le malattie a trasmissione sessuale da cui proteggersi; perché a questo corpicino di bambina, poi ragazza e donna bisogna volere immensamente bene (e pretenderlo).

Ma cosa fare per iniziare a conoscere il nostro corpo? Quali i momenti di controllo e prevenzione? Proviamo a vedere insieme.

Mille dubbi

“Non mi piace parlare delle mie cose in famiglia e con i miei genitori” ci racconta una ragazza, “preferisco parlarne con le mie amiche o cercare su internet. Specialmente quelle che riguardano la mia intimità e sessualità, non riesco proprio”. “Ancora non so bene come funziona il ciclo mestruale e cosa succede al mio corpo, quindi anche nelle previsioni delle mestruazioni sono scarsissima, ma mi sento sciocca e chiedere alle mie amiche”, ha confessato un’altra. “Mia mamma mi portò da una ginecologa al terzo anno delle elementari”, ci ha raccontato una giovane donna. “Mi è sembrato precoce trattare temi sulla sessualità e contraccezione ancora lontanissimi dai miei pensieri e interessi. Eppure adesso la ringrazio, perché ha potuto anticipare dubbi e soprattutto darmi un riferimento, dove andare anche da sola al bisogno”.

Condividere con le persone giuste

Chiedersi del nostro corpo è una cosa molto naturale. Cercare di scoprirlo e sperimentarlo anche. Non c’è nulla di male o di vergognoso e lasciamo stare chi ci vuole far credere che sia così. È molto importante trovare le persone giuste con cui condividere dubbi e a cui chiedere informazioni. Se i genitori non sono quelle giuste, proviamo a chiedere a qualche amica più grande; a una zia o cugina e informiamoci sulla rete di Consultori familiari delle Asl di competenza (gratuiti e accessibili sempre) e associazioni che si occupano sul territorio di benessere e salute femminile. Spesso sono organizzati incontri anche gratuiti sulle fasi di vita delle donne e al Consultorio familiare ci sono ginecologhe e ostetriche disponibili per ogni informazione e visita, anche puramente divulgativa e di conoscenza.

La prima visita, quando?

Non esiste un’età giusta per fare la prima visita in Consultorio con una ginecologa. Un famoso dentista pediatrico in un’intervista aveva consigliato di non aspettare la prima carie per portare i bambini sulla poltrona odontoiatrica. Lo stesso vale per la ginecologa: sarebbe bene prendere un appuntamento informativo prima di averne urgenza. Conoscere il ciclo e quello che succede al corpo anche prima del menarca potrebbe essere utile, ad esempio. I 9-10 anni sono una buona età per iniziare a conoscere il corpo femminile, ovviamente con un linguaggio adeguato. Ma non è mai tardi. È senz’altro il momento di andare in consultorio per una prima visita quando si inizia l’attività sessuale: nella fascia 13-15 anni secondo le linee guida internazionali sulla salute femminile. La prima visita consenta di conoscere il proprio apparato genitale, e di fare un po’ di chiarezza sulla sessualità, sul concepimento e sulla contraccezione.

Aiuto, ho un problema

Avere un contatto diretto e già consolidato sul territorio può aiutare in caso di dubbi e difficoltà. Qualche esempio? Molte ragazze chiedono un consulto “banalmente” per l’acne, ai primi gonfiori del seno, per cercare rimedi contro i dolori mestruali o eventuali ritardi. Un colloquio può essere sufficiente per capire che il ritardo durante i primi mesi può essere normale, e una ginecologa può fornirci gli strumenti necessari a monitorare il ciclo e tutti gli eventuali segnali del corpo. Un aspetto spesso banalizzato e trascurato è quello dell’igiene intima, che potrebbe prevenire infezioni e irritazioni: già solo la scelta del sapone, di perizomi più comodi o di pantaloni non troppo stretti è determinante per stare bene e evitare fastidi. Una chiacchiera informale è più che sufficiente per essere consapevoli e decise.

Contraccezione e malattie a trasmissione sessuale

L’educazione alla sessualità non può prescindere dalla contraccezione e dalla protezione dalle malattie e infezioni a trasmissione sessuale. I dispositivi per la contraccezione sono tantissimi e rispondono ad esigenze diverse, a secondo delle nostre abitudini sessuali e della coppia. I metodi di barriera sono gli unici che proteggono da eventuali gravidanze indesiderate ma anche dalle malattie, perché – se utilizzati nel modo giusto – evitano il contatto e il passaggio di liquidi. In caso di relazioni stabili, può essere adeguato un contraccettivo orale o ormonale, come la pillola, il cerotto o il diaframma, che non richiedono un impegno quotidiano e quindi potrebbero essere più comodi. Insomma, per capire qual è il metodo migliore per noi la consulenza professionista è fondamentale.

I programmi di prevenzione

La sanità e i programmi di vaccinazione e prevenzione sono gestiti a livello regionale, quindi la situazione a livello nazionale non è omogenea. In Emilia Romagna, per esempio, la contraccezione ormonale e di barriera è gratuita per tutte le ragazze fino ai 25 anni, e altre Regioni si stanno allineando per offrire lo stesso trattamento. Invece la vaccinazione contro il papilloma virus, un virus infettivo che si trasmette principalmente da contratto stretto e rapporti sessuali, è raccomandata e gratuita in tutta Italia per le ragazze e i ragazzi a partire dagli 11 anni di età (sono consigliate due dosi nel corso del 12° anno di vita). “Il Servizio sanitario nazionale _ si legge sul sito del Ministero della Salute – effettua tre programmi di screening per la prevenzione dei tumori di cui due tipicamente femminili, seno e collo dell’utero, e il terzo dedicato a lei e a lui: lo screening per il tumore del colon-retto, una malattia divenuta la seconda neoplasia nelle donne e la terza negli uomini”. Il passaggio da pediatra a medico di medicina generale avviene tra gli 11 e i 14 anni: sarà il medico curante a indirizzarci e orientarci nei vari programmi di prevenzione territoriali.

Prevenzione al femminile

Oltre all’educazione e alla saluta sessuale in generale, a contraccettivi e infezioni, ci sono alcuni disturbi e diagnosi che vanno monitorati, specialmente per le giovani donne. Se si ha un ciclo mestruale irregolare o assenza di ciclo per più mesi, un eccesso di peluria su viso e corpo, è il caso di verificare l’eventuale ovaio policistico (cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche). È importantissima la diagnosi precoce e accurata della malattia per curarla e contenerne i fastidi. Un ciclo mestruale doloroso o rapporti sessuali dolorosi possono essere invece sintomo dell’endometriosi, una malattia abbastanza invalidante, purtroppo ancora piuttosto sminuita in Italia. I controlli costanti sono importantissimi per una immediata verifica della situazione.

La prima visita e i controlli

La prima visita ginecologica cambia a seconda dell’età e dell’attività sessuale. Certamente prevede un primo momento di anamnesi e conoscenza. Le ragazze non ancora attive sessualmente vengono visitate solo esternamente, attraverso la palpazione dell’addome e del seno; mentre l’ispezione interna avviene solo in caso di specifiche problematiche o per le donne più adulte. Durante questa prima visita possono essere consigliati e calendarizzati i vari controlli e screening; ma è buona abitudine procedere almeno a una visita annuale di controllo e prevenzione.

Sul web: approfondimenti e servizi sul territorio

Su web e sui social si trova qualsiasi tipo di informazione, anche con contenuti legati ai servizi sul territorio. Due siti ad esempio possono essere http://www.wlamore.it della Regione Emilia Romagna, con una sezione dedicata alle/agli adolescenti; oppure il sito torino giovani della Città di Torino, dove si trovano informazioni sulla salute, sulla vita affettiva e sulla sessualità; argomenti che riguardano il rapporto con il proprio corpo (tatuaggi e piercing, disturbi alimentari), le dipendenze (uso e abuso di tabacco, alcol e droghe) e alcuni fenomeni sociali (bullismo e cyberbullismo, videogiochi e gioco d’azzardo); oltre ad approfondimenti su contraccezione e sessualità LGBT. Utilissimo: per ogni tema sono riportati gli indirizzi dei servizi presenti sul territorio.

Educazione alla sessualità e all’affettività a scuola

Ma c’è un altro luogo che dovrebbe aprire le porte all’educazione alla sessualità e all’affettività, ed è la scuola. Alcune lo fanno, principalmente quelle secondarie di primo e secondo livello, ma su libera iniziativa del dirigente scolastico e senza un quadro normativo di riferimento. I programmi di educazione nelle scuole sono proposte e svolte da professionisti/e esterni, su temi generici ma anche per rispondere ai quesiti della classe o in forma anonima. Su tutti, i temi dell’identità di genere, del gender fluid e dell’orientamento sessuale sono quelli che stanno incuriosendo di più le nuove generazioni. Se nella scuola non sono organizzati incontri, dovremmo insistere con il dirigente perché ne faccia richiesta.