Pillola anticoncezionale gratuita in Italia: ecco cosa succede

Il 22 aprile l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha approvato la pillola anticoncezionale gratuita. Ma l'iniziativa rischia di essere boicottata

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Quella del 22 aprile del 2023 è una data da segnare in calendario. Non solo perché coincide con la Giornata Nazionale dedicata alla salute della donna, ma anche e soprattutto perché è proprio in quella occasione che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha annunciato una notizia tanto doverosa quanto inaspettata: rendere gratuita la pillola contraccettiva per le donne in Italia.

Fino a questo momento, infatti, il farmaco veniva distribuito in maniera gratuita solo alle giovanissime, e comunque alle donne con un’età inferiore ai 25 anni e solo in determinate regioni. Un passo avanti, questo, che era stato compiuto solo di recente, probabilmente per seguire l’esempio della Francia che ha già deciso da tempo di sollevare le donne da questa spesa.

In Italia, invece, la contraccezione orale per le donne è proprio a carico della controparte femminile e, anzi, nel 2016 alcune pillole di seconda generazione furono private della loro rimborsabilità. Le cose, per fortuna, potrebbero cambiare già a partire da quest’anno. Ma l’epilogo è tutt’altro che veloce e scontato.

La decisione dell’Aifa

La decisione dell’Agenzia italiana del farmaco, approvata anche dal Comitato prezzi e rimborsi, ha raccolto subito l’interesse dei cittadini e soprattutto delle donne italiane. Toccherà frenare l’entusiasmo, però, perché nonostante quanto affermato fino a questo momento, la gratuità della contraccezione orale non è ancora legge. Vediamo però come potrebbe funzionare.

A spiegare la misura promossa dall’Aifa, e i motivi che spingono verso questo cambiamento radicale, ci ha pensato Giovanna Scroccaro, presidente del Comitato prezzi e rimborsi dell’Aifa, che in un’intervista pubblicata sul sito Quotidiano Sanità ha spiegato anche come e quanto questa decisione impatterebbe sulle spese sostenute dal Governo.

“Abbiamo analizzato i contraccettivi orali che presentavano i prezzi più bassi. La stima di costo per lo Stato è attorno ai 140 milioni di euro annui, ma si tratta di una decisione importante, che consentirà di ampliare la platea di donne che oggi, magari, consideravano il costo di questi contraccettivi come troppo alto e per questo non ne facevano uso”.

“In Italia c’è uno scarso ricorso alla contraccezione e questo ora potrà cambiare” – ha proseguito poi la presidente del Comitato prezzi e rimborsi dell’Aifa – “È difficile peraltro dire, non essendoci stata alcuna contrattazione di prezzi per questi prodotti, che una pillola da 25 euro sia migliore di quelle che costano 10 euro”.

La commissione tecnica che ha lavorato a questa iniziativa, che ricordiamo non è ancora entrata in vigore, ha anche approvato l’erogazione gratuita della PreEP, ovvero la profilassi pre-esposizione che consiste nell’assumere diversi farmaci attivi per contrastare il rischio di diffusione dell’HIV, prima dei rapporti sessuali.

La pillola contraccettiva gratuita non è ancora legge

Come abbiamo già detto, però, occorre tenere a bada l’entusiasmo e non solo perché la pillola contraccettiva gratuita non è ancora legge, ma anche perché sono già diversi i dubbi mossi da parte del governo che, al momento, ha deciso di bloccare la decisione.

Sono in molti, infatti, a essersi scontrati con la proposta dell’Aifa e il motivo principale risiede proprio nel fatto che, qualora la pillola venisse erogata in maniera gratuita, questa operazione avrebbe un costo di 140 milioni di euro all’anno per lo Stato. Attorno alla ragione meramente economica, si aggiunge anche quella idologica.

Il timore di alcuni esponenti politici del nostro Paese è quello che fornendo alle donne un accesso decisamente facilitato alla contraccezione orale si possa contribuire all’allarmante fenomeno della denatalità in Italia, piuttosto che fermarlo e invertire la tendenza, come il governo vorrebbe.

L’istantanea che restituiscono i dati, infatti, ritrae l’Italia un Paese di vecchi, con sempre meno nascite. A confermarlo è stato un recente rapporto dell’ISTAT che ha rivelato che la popolazione nel BelPaese è diminuita di oltre un milione di abitanti. Nel 2022, infatti, si sono registrate solo 339.000 nascite, pochissime se pensiamo che le morti arrivano a sfiorare il numero di 700.000.

Tuttavia, come abbiamo più volte sottolineato, i motivi che spingono le coppie a non diventare genitori, e le donne a posticipare la gravidanza, sono diversi. L’Italia, infatti, non è un Paese per famiglie, basti pensare al fatto che l’80% delle mamme è costretta a lasciare il lavoro per occuparsi dei figli, per la mancanza dei nidi, per esempio, o per l’impossibilità di coniugare la vita familiare con gli impegni professionali. Oppure, ancora, per il fatto che nel nostro Paese avere un figlio costa alle famiglie circa 600 euro al mese.

Per questi, e per molti altri motivi, non crediamo affatto che la pillola contraccettiva gratuita possa influire sulla denatalità italiana. Al contrario, invece, potrebbe aiutare molte donne a prevenire gravidanze indesiderate, e a mettere a freno il tragico fenomeno dell’abbandono.

Pillola contraccettiva gratuita: ecco come funzionerà se diventa legge

Tra perplessità e tentativi di boicottaggio da parte del Governo, la proposta dell’Aifa è in attesa di diventare legge. Dovremmo attendere ancora, affinché tutti gli aspetti vengano chiariti, ma intanto possiamo vedere come dovrebbe funzionare.

La gratuità del farmaco sarà estesa a tutte le donne di ogni fascia d’età che vivono in Italia senza limitazioni di reddito, e non solo più alle Under 25 come succedeva da qualche mese e in alcune regioni in Italia. A distribuire le pillole contraccettive gratuite, solo quelle scelte dal Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco, sarà il Servizio Sanitario Nazionale a fronte di una prescrizione su ricetta.

La gratuità non riguarderà tutti i farmaci in commercio, ma solo alcuni, gli stessi che potranno essere prescrivibili dai medici di base o dagli specialisti di strutture pubbliche o convenzionate.

L’ultimo step, per trasformare la proposta in legge, dovrebbe tenersi il 24 maggio, data in cui si riunirà il Cda di Aifa. Tuttavia, l’iniziativa potrebbe essere bloccata, e quindi rinviata ancora, da tutti coloro che la contrastano.

La situazione attuale, per il momento, resta la medesima. Le pillole contraccettive continueranno a essere distribuite solo a pagamento. Motivo per il quale Giorgio Palù, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Aipa ha avanzato la proposta di distribuire gratuitamente il farmaco nei consultori, e di garantire l’accesso gratuito a determinate categorie. Non solo ragazze under 25, ma anche donne che hanno avuto interruzioni di gravidanza in passato, o quelle che hanno problemi economici o di salute, come già succede nel Lazio e in Toscana.