In Italia è allarme nascite. Ma il nostro non è un Paese per famiglie

E mentre le aziende falliscono e le famiglie non arrivano a fine mese, ci chiedono di fare figli per il futuro del Paese. Ma al nostro futuro, però, chi ci pensa?

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Ho letto da qualche parte che un Paese senza bambini è un Paese senza futuro. Un’affermazione forte, questa, soprattutto perché accostata alla situazione attuale che vige in Italia, ma estremamente vera. Fa paura? Sì. Preoccupa? Molto, al punto tale che il BelPaese ha lanciato l’allarme nascite. Ma la domanda che viene naturale porsi, davanti a quella che viene definita quasi una tragedia preannunciata, è se è stato fatto qualcosa per cambiare la situazione negli ultimi anni. Una domanda alla quale siamo costretti a rispondere di no.

Con fare qualcosa non mi riferisco solo alle propagande politiche o a tutte quelle trovate mediatiche che esaltano e valorizzano la famiglia. E non mi riferisco neanche all’invito che più volte il Papa ha esteso alle famiglie, parlando dei bambini come il dono più bello della vita. Ha ragione lui e questo non lo metto in dubbio. Lo so anche io, che non sono mamma, e lo sanno tutte le persone che ogni giorno fanno tantissimi sacrifici per garantire ai figli una vita dignitosa. Lo sa anche chi vorrebbe diventare genitore ma si sente in dovere di rimandare.

Sì perché mentre tutti gridano all’allarme, sventolando i tassi di denatalità che sono altissimi, nessuno fa niente. Nessuno aiuta concretamente le famiglie. E ce lo ricorda il fatto che viviamo in un Paese in cui l’80% delle mamme è costretta a lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. Un Paese in cui, in determinate regioni, i comuni sprovvisti di asili nidi sono la maggioranza. Un Paese in cui avere un figlio grava sulla famiglia oltre 600 euro al mese.

L’Italia è un Paese di vecchi, dicono. E hanno ragione. Che fortuna, però, avere quei nonni che si prendono cura dei nipoti, che permettono a tutti i genitori di andare a lavorare, quando le strutture dell’infanzia sono carenti o hanno costi proibitivi. Ma se non ci sono i nonni, allora ecco che l’unica alternativa è quella di lasciare il lavoro, ma senza uno stipendio come possiamo mantenere un figlio? E se non possiamo mantenere un figlio, allora, come facciamo solo a decidere di metterlo al mondo?

L’Italia non è un Paese a misura di famiglia

È un circolo vizioso che si ripete all’infinito senza mai offrire reali vie d’uscita. Eppure tutti ci invitano quanto meno a pensarci, a mettere su famiglia. Ci allarmano con dati preoccupanti che minano seriamente il futuro del nostro Paese. Ma al nostro futuro, però, chi ci pensa?

Perché è chiaro che tutto quello che è stato fatto e detto fino a questo momento non ha messo né le donne, né le famiglie, in una condizione tale da garantire una vita dignitosa a tutti i componenti, e questo è vero soprattutto per le fasce più deboli.

Chiaro è che ci sono anche molte persone che scelgono di non fare figli, semplicemente perché non vogliono. Perché hanno aspettative di vita diverse da quella di creare una famiglia. E va bene così, del resto non smetteremo mai di ripetere che quella di avere figli è una decisione che spetta al singolo e alla coppia, e a nessun altro.

Il dato preoccupante, a mio avviso, non è questo. Quello che preoccupa è il fatto che sono molte le coppie che un figlio lo desiderano per davvero, ma rimandano questa decisione perché l’Italia non è un Paese a misura di famiglia. Non lo è perché le donne sono costrette a vivere in perenne bilico tra lavoro e famiglia, un equilibrio precario al quale si aggiungono i pregiudizi e gli stereotipi della maternità sul lavoro.

E certo è triste dover pensare che una persona si vede costretta a rinunciare al sogno di costruire una famiglia perché altrimenti dovrebbe lasciare il lavoro, e senza il lavoro probabilmente non sarebbe in grado di provvedere al sostentamento di suo figlio.

Non ipotesi, queste, ma numeri. Confermati per esempio dal rapporto condotto da INL, e pubblicato nel settembre del 2021, che ha rivelato che tre donne su quattro lasciano il lavoro per occuparsi dei figli. Dal fatto che nessuno fa niente per aiutare i genitori a coniugare la vita familiare con quella lavorativa, e a dimostrazione di ciò il fatto che i posti disponibili negli asili nidi italiani non sono ancora sufficienti a coprire l’offerta, mentre in molti comuni italiani mancano ancora le strutture destinate all’infanzia. In Italia, infatti, ci sono solo 25 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni, secondo l’Istat.

E mentre le aziende falliscono, i piccoli negozi chiudono e le famiglie non riescono ad arrivare più a fine mese, a causa della grande crisi energetica che stiamo vivendo, ecco che ci viene chiesto di fare più figli. Perché loro sono il futuro di questo Paese. Ma come facciamo a garantire un futuro ai bambini se a noi non viene garantito neanche più il presente?

I dati Istat e l’allarme nascite

Abbiamo parlato di dati che fanno paura, quelli che hanno lanciato l’allarme nascite in Italia. Ma quali sono?

A diffonderli è stato l’Istat che ha dichiarato che il nostro Paese è il più vecchio del mondo, secondo solo al Giappone, e che la situazione che si prospetta è tanto tragica per il futuro del territorio quanto drammatica per gli anziani che rischiano di restare soli e senza cure.

Il rapporto dell’Istat guarda al presente per fare una stima futura che non è sicuramente confortante. È stato ipotizzato, infatti, che nel 2041 le coppie che faranno figli rappresenteranno solo il 24,1% della popolazione, meno di un quarto. Chi sceglie di non fare figli, quindi, conferma la tendenza in aumento che a sua volta pronostica un calo di popolazione molto importante. Secondo i dati, infatti, ci saranno oltre 10 milioni di persone in meno nel nostro Paese nel 2040, e meno 47,7 milioni nel 2070.

Meno bambini e più morti. Secondo i dati, nel 2049 i decessi supereranno naturalmente le nascite, portando gli anziani del Paese a vivere in condizioni di solitudine e disperazione. Che fare, quindi, di fronte a tutto questo?

Restare a guardare non ci sembra una possibilità da contemplare, ma neanche quella di mettere al mondo figli in un Paese che non possiamo considerare a misura di famiglia, può essere una soluzione. Intanto, però, ci chi promette grandi cambiamenti grazie alle misure previste dal Family Act, un piano che prevede l’attuazione di tutta una serie di misure concrete e reali per aiutare i giovani, le donne e tutte le famiglie. E speriamo che questa volta, davvero, le cose cambino.