Salute sessuale, quando fare la visita ginecologica e come affrontare i disturbi

La prima visita ginecologica andrebbe effettuata verso i 15-16 anni: quello che le donne devono sapere su fertilità, ormoni e disturbi da ciclo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Se fino a qualche decennio fa la donna andava dal ginecologo al momento dell’inizio della gravidanza, della sua programmazione o in presenza di sintomi e disturbi, oggi la situazione è cambiata. Ma c’è ancora molta strada da fare. Ed appare fondamentale affidarsi agli esperti.

Lo ricorda Rossella Nappi, Professoressa ordinaria di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Pavia – IRCCS Policlinico San Matteo e Presidente dell’Associazione dei Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), in occasione di un evento organizzato da Assosalute. Che segnala come la donna debba comunicare al partner i propri bisogni e le proprie emozioni per vivere una sessualità appagante e paritaria e per trovare soluzioni condivise in caso di problemi. Nell’ambito di un dialogo aperto e senza tabù.

L’importanza della visita ginecologica in prevenzione

Fino a qualche tempo fa i consigli in tema di salute intima erano spesso tramandanti da donna a donna attraverso le generazioni e l’ostetrica del territorio rappresentava il riferimento di fiducia per porre quesiti “da donne”.  Poi, l’avvento della contraccezione ormonale, la pillola, l’attenzione della donna a comprendere l’importanza di proteggersi dalle malattie a trasmissione sessuale e di vivere il progetto della maternità in prima persona.

“È stato così possibile scegliere sul versante riproduttivo e sessuale e la figura del(la) ginecologo/a è diventata importante in qualità di interlocutore privilegiato con il quale comprendere come gestire la propria salute al meglio facendo per esempio esami quali il paptest, una svolta epocale nella prevenzione femminile – spiega l’esperta.  Oggi, la visita ginecologica è considerata di fondamentale importanza proprio a fini preventivi e, seppure non esista un’età giusta, perché molto dipende dallo stato di salute in relazione alle mestruazioni dell’adolescente, andrebbe sempre effettuata intorno ai 15-16 anni, epoca di inizio delle prime esperienze sessuali.

A volte si rende necessaria anche prima, indipendentemente dall’inizio dell’attività sessuale, in presenza di dolori pelvici, mestruazioni abbondanti o irregolari. Mamme e figlie spesso vanno dal ginecologo mano nella mano, in un’esperienza condivisa di femminilità.  In alcuni casi, è ancora difficile aprirsi con le proprie mamme e i consultori giovani rappresentano uno spazio importante di confronto per affrontare il debutto sessuale mettendo in atto le giuste strategie di autoprotezione”.

Il bisogno di informazione corretta per le giovanissime

A prima vista ci si stupisce. Ma la grande mole di informazioni sul tema, per le ragazze, non si traduce in una conoscenza sui ritmi biologici dell’organismo femminile, sui rischi delle patologie a trasmissione sessuale, sulla fertilità. Esiste un certo pudore da parte delle giovanissime a confrontarsi con il medico ponendo domande intime, e le loro aspettative sul proprio “gine” sono molto elevate – sagnala la Nappi. La rete è una grandissima fonte di informazione che deve essere educativa ed empatica, capace di fare sentire ogni donna protagonista unica della propria vita riproduttiva e sessuale.

Il fenomeno delle influencer ginecologhe è in crescita e questo sembra essere di notevole aiuto per favorire un rapporto con il proprio medico di fiducia, anche più dei siti informativi istituzionali che a volte peccano di un tecnicismo asettico, poco adatto all’universo emotivo delle giovani”. Sia chiaro. Le ragazze parlano di sessualità più apertamente ora rispetto al passato. Di fronte ai problemi, però, hanno bisogno di guide sicure che rispondano in modo personalizzato. L’impressione è che le giovani di oggi cerchino una dimensione molto intima che non è fatta di una ricetta che va bene per tutte.

“L’educazione sessuale fornisce elementi generali di comprensione dei meccanismi della fertilità, dei metodi contraccettivi e della risposta sessuale, ma non parla sufficientemente di amore e non è di aiuto quando si percepisce la propria diversità sessuale, non tanto nell’orientamento e nella sua fluidità, ma nella modalità di vivere il rapporto con il sesso che è profondamente evoluto al tempo dei social, e si è in parte complicato al tempo del Covid – fa sapere l’esperta”.

L’unicità della donna e la diversità rispetto all’uomo

Parlando di cicli, gli ormoni femminili sono mutevoli con le fasi del ciclo mestruale. Le fluttuazioni dei livelli degli estrogeni e del progesterone plasmano da un lato il senso di benessere fisico e dall’altro modulano il benessere mentale. “Estetica e tono dell’umore sono sotto il controllo degli ormoni femminili e la sessualità è influenzata da molti aspetti che hanno a che fare con l’autostima – precisa la specialista.  Il corpo immagine è centrale nella relazione con gli altri e la paura di non essere all’altezza investe molte sfere della performance adolescenziale e giovanile, non soltanto quella scolastica, generando disequilibri e problemi psico-sessuali.

Lo stress di crescere nel modo giusto per soddisfare le aspettative dei genitori da un lato, e della community dall’altro, è molto evidente e colpisce non soltanto le ragazze. Il maschile è guidato da ormoni più univoci, gli androgeni, che vanno nella direzione della potenza sessuale. L’uomo non deve piacere a tutti costi, ma deve potersi affermare, un’impresa non sempre facile in un mondo dove la competizione ha perso le regole del passato dei propri padri. Anche i nuovi equilibri maschili sono difficili e lo stress del crescere fianco a fianco con un nuovo femminile è evidente e si manifesta con varie forme di disagio emotivo e di inadeguatezza sessuale”.

Cosa serve per il benessere riproduttivo?

La riproduzione ha bisogno di energie adeguate e di uno stato psico-fisico favorevole che viene a mancare quando il peso è troppo basso o è troppo alto. Laddove c’è stress eccessivo, non c’è una fertilità in salute e la massa grassa è un indicatore molto fedele dello stato di equilibrio endocrino-metabolico che permette alla donna di diventare madre. In questo senso i disturbi alimentari vanno riconosciuti ad affrontati al meglio.

Ma ricordiamo anche quanto è mutato in questo senso con Covid-19. “Aver vissuto ai tempi del Covid ha una portata che ancora non è pienamente chiara e le conseguenze sono oggetto di intensa ricerca sul versante bio-psico-sociale – segnala la Nappi. Quel che è certo è che le donne di ogni età hanno vissuto sul campo le difficoltà legate all’isolamento e alla solitudine, al conciliare famiglia e lavoro e al difficile accesso alle cure.

Nelle giovanissime sembrano essere cresciuti ulteriormente i disturbi del comportamento alimentare e del tono dell’umore, nelle donne adulte i disturbi dell’adattamento e le patologie da stress e nelle donne più avanti in età le fobie e le ansie per lo stato di salute. Come in tutte le situazioni di crisi, è importante enucleare anche elementi positivi che derivano dall’aver imparato che si può vivere in un modo diverso la quotidianità nel lavoro e nel tempo libero e persino nella sessualità”.

Oggi l’età del primo figlio in Italia è intorno ai 32 anni e circa una coppia su 5 ha problemi di infertilità e si rivolge alla procreazione medicalmente assistita per soddisfare il proprio desiderio di genitorialità. Il periodo Covid ha ulteriormente complicato la progettualità riproduttiva perché ha spostato il piano di vita su priorità differenti.

Ritardare la riproduzione comporta sfide crescenti a causa della diminuzione del potenziale riproduttivo, noto come riserva ovarica, che diminuisce progressivamente nelle donne, diventando significativamente ridotto dopo i 40 anni – precisa la studiosa. Inoltre, ci sono maggiori probabilità che nel tempo si manifestino condizioni riproduttive, come fibromi e endometriosi, insieme a patologie croniche come ipertensione arteriosa, malattie tiroidee e diabete. Queste condizioni possono compromettere la salute della donna durante la gravidanza e, di conseguenza, influire sulla salute del bambino.

Nell’insieme, la riproduzione tardiva può influenzare il potenziale di salute delle generazioni future e cambiare l’assetto sociale con un numero sempre maggiore di figli unici che non deriva dal mancato desiderio di fare più figli, ma dalla mancanza di tempo per realizzare questo progetto. La ricetta sul come evitare un futuro con meno zii e cugini non è semplice e non può limitarsi ad appelli alla natalità per la sostenibilità del sistema. Sono necessari interventi educativi di base che mettano al centro i giovani supportando il loro progetto di vita a vari livelli e responsabilizzandoli in tema di salute riproduttiva e sessuale”.

Come affrontare i piccoli disturbi femminili

L’automedicazione costituisce il primo approccio per gestire diversi problemi legati alla sfera intima e ai sintomi correlati alla riproduzione femminile – conclude la Nappi. In caso di sintomi del ciclo mestruale, possono venire in soccorso antinfiammatori e analgesici. Inoltre, in caso di cistiti e vaginiti ricorrenti è utile assumere prebiotici e probiotici per stabilizzare la flora batterica intestinale e vaginale, mentre ovuli, creme lenitive e gel mirano ad alleviare prurito, bruciore e secchezza vaginale. I fitofarmaci specifici, invece, sono disponibili per facilitare l’adattamento alle variazioni ormonali nelle fasi premestruali, postpartum e menopausali, oltre che sostenere la funzione sessuale.

Tuttavia, è sempre fondamentale consultare un medico in presenza di disturbi persistenti”. L’importante, in ogni caso, è conoscersi. Ed ecco i consigli finali di Rossella Nappi. Per le adolescenti è fondamentale la prevenzione sul versante delle malattie a trasmissione sessuale ed una scelta contraccettiva consapevole per una più sana vita ginecologica.  Nelle donne giovani-adulte è importante comprendere che la fertilità passa attraverso stili di vita salutari ed equilibri ormonali basati sulla capacità di contrastare lo stress eccessivo legato al nuovo ruolo della donna nella società. E poi, più avanti, occorre sempre riconoscere tutti quei segnali sul versante fisico ed emotivo che possono interferire con il benessere personale e di coppia, ed eventualmente portarli nella consultazione medica.